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Per essere felice

Per essere felice  potrebbe bastarmi un cavedio affacciato sul cielo e quella nuvola arrogante al sapore di meringa e latte di mandorle. Mi si scioglie sulla lingua. E di ogni cosa sento l'esatta consistenza. Per essere felice  potrebbe bastarmi l'attimo in cui il cormorano plana sull'acqua, increspandola appena.  Che desiderio di apprenderne l'eleganza! Per sempre. Per essere felice, potrebbe bastare proteggermi da chi non conosce la Pietas e ignora il concetto delle possibilità buone, quelle che non hanno intenzione di ferire nessuno. Ci sono cose che, ormai, non mi appartengono più.  Aquilone senza filo, mi ammaina il vento. Per essere felice credo mi bastino poche parole gentili, pronunciate senza fretta e con garbo. E una carezza,  ora che finalmente so di quanti strati è fatta la mia pelle. Per essere felice potrebbe bastare  guardarmi dentro e respirarmi piano,  senza più paura di quello che sento. Oboe d'amour.  Di palissandro mi si fanno ...

Quando è troppo

Spogliarmi di tutti i miei germogli. Non mi è facile. Ma, soprattutto, non è quello che voglio. Un anomalo inverno ha colmato di troppi frutti la mia chioma. Ora penzolano sui miei rami quelle gemme, succose e profumate. Ne sento tutto il peso, flettono le mie fronde, mi incurvano.  Faccio più rumore quando soffia il vento e i bimbi hanno più paura dei sibili che si generano dentro di me. Un ramo potrebbe caderti addosso, tanto è pieno, e farti male. Spostati, Se temi la Primavera. Io ho bisogno di continuare a fiorire.   ph scattata lungo il fiume

COLIBRÌ NEL CUORE

Maneggiatemi con cura Ho una fragilità costituzionale. Un colibrì ha fatto un nido dentro al mio petto e non se ne vuole più andare. Sento freddo, anche d'estate.  E il vento mi spezza in mille frantumi, quando si alza da nord. Ho millemillenni sulla pelle. Li sento tutti,  per questo ho bisogno di estrema delicatezza, altrimenti lascia stare. Maneggiatemi con cura. Non credo di aver mai fatto del male a nessuno e nessuno me ne ha fatto, deliberatamente, eppure mi sono rotta dentro, silenziosamente, tante volte, senza che nessuno se ne accorgesse. E ogni volta, il tempo di riparazione è stato sproporzionatamente troppo lungo rispetto alla frattura. Maneggiatemi con cura.  I tramonti durano di più, da queste parti, e le albe arrivano sempre troppo presto.  Per questo dormo poco. Maneggiatemi con cura.  Maneggiamoci con cura. La pelle è un luogo troppo sacro e il cuore un antro aperto alle correnti della vita. Vanno protetti con tenacia. Siamo i millenni che ci ha...

IL REGNO DI SOTTOPELLE

https://youtu.be/KHDeSMxpvEo

YUGEN

Non avevo grasso attaccato alle ossa. Incapace di morbidi abbracci, mi sono dovuta liquefare in acqua e zucchero, per dimostrare l'amore. Onnipotenza delle madri, paradosso dei secoli. Eterne mancanze il seno ed un grembo. Laboratori di creatività. Esco di prigione,  ho espiato le mie colpe. Infranta la legge dei padri, trafitto Narciso, in fiamme i bastioni. Terminato è l'assedio. Si è aperto il varco verso l'ignoto. Mirra, ambra e gelsomino. Abitante di questa terra, non più aliena, chiedo ospitalità. Vestale del mio fuoco sacro, Aedo della mia storia, ormai narrazione. Ho stretto vincoli di pace con lo Straniero,  nella temporalità dell'esistenza e accolto il ciclo della vita, nuovamente vergine nel mio immacolato desiderio. Intanto, è l'equinozio di Primavera nel ventre della magnolia.  Millenni di rivoluzioni celesti ed orbite gravitazionali si danno appuntamento lì. E dentro di me.      ph 21/03/22

Psicopatologia del cosmo.

I vulcani eruttano la rabbia delle viscere terrestri. Ribellione alle regole del cielo. Il mare culla la sua energia vitale. Lo fa in maniera  ossessiva. Il vento probabilmente soffre di dromomania. Nota anche come nevrosi da vagabondaggio. La madre terra si fa in quattro . Ed ecco il terremoto. Potenti le tensioni interne, quando affiorano! Cambiano paesaggi. Talora distruggono. L'arcobaleno è probabilmente il tentativo estremo di ricomporre una ferita . (Quella della molecola d'acqua, tagliata dal sole). Fenomeno anche noto con il nome di delirio . L'alba è narcisismo puro. Il tramonto è un lutto , sublimato in creatività. L'uragano è antisociale . L'alta marea sta pensando al suicidio . Non ha più lacrime. Versate tutte. I fulmini sono epilessia del cielo, eccesso di stress. Disturbo di conversione . I ghiacciai si stanno sciogliendo, È una questione di melanconia . Energie fluiscono di continuo tra la terra ed il cielo ed anche dentro di noi....

GIALLO ROSSO E BLUES

Bisogna conoscere la complessità delle cose, ma poi scegliere la semplicità. Vivere nel dubbio, ma poi abbracciare la possibilità, con la consapevolezza che ogni volta che qualcosa si sceglie, qualcos'altro, inevitabilmente, si lascia andare. Più conosci il caleidoscopio delle tue emozioni, più diventi un estimatore dei colori primari. Più raffinato è il tuo sentire, più ti ammutolisce l'essenziale bellezza dell'Universo. Più hai sondato i tuoi opposti, più capisci quanto è bello il tuo centro. Lì decidi di costruire la tua casa perchè è lì che vuoi ospitare chi ami. Se il principio di Archimede valesse anche per le anime,  immersi in un liquido,  alcuni di noi galleggerebbero appena,  altri verrebbero schizzati oltre le stelle? (Io spererei di guizzare come un pesce a sfiorare la luna) Dicono che il passato non esista,  che di esso resti solo la rielaborazione che noi ne sappiamo fare.  Allora rivestiamo di organza ogni ricordo, facciamolo senza inganni, consap...

Oggi è festa

Se ti dicessero che domani finisce il mondo, che faresti? Io darei il bacio che ho trattenuto. Prenderei in braccio il mio bimbo interiore, deforme e storpio e lo deporrei, finalmente e con delicatezza, tra le braccia di sua madre.  Metterei su un caffè, all'alba, nella moka grande, sussurrando al sole "resta ancora un po' a letto, non c'è fretta, oggi è festa, non lavori e questo riposo te lo sei proprio meritato!" Amerei, a modo mio. Direi grazie a chi c'è stato ma anche a  chi, andandosene via, ha avvicinato me a me stessa. Prenderei il treno verso il mare, senza prenotare. Eviterei la mediocrità, per almeno un'ora. Chiederei un sorriso complice per i miei fallimenti, fatti con amore. Riderei a crepapelle, con chi ci sta, sopra i tetti della città, per almeno mezz'ora. Chiederei alla mia anima di concedersi al suo grande amore, tra lenzuola di cielo. E al mio cuore di imparare a piangere nella diastole che precede l'emozione. Si chiamano gratitu...

Ehi, come stai?

Abbiamo tutti un bambino interiore da accudire.  Forse ce lo siamo dimenticati fuori da scuola, mentre i cachi penzolavano sugli alberi o al parcogiochi, d'autunno. Forse è successo di notte, nella nursery dell'ospedale o in quell'estate al mare quando il sole spaccava i granelli di sabbia in due, o forse è accaduto quel pomeriggio, fuori pioveva e i grandi, in casa, discutevano. Ce lo siamo scordato in qualche angolo quel bimbo, ma quel che è peggio è che non siamo più andati a cercarlo per guardarlo in faccia e dirgli: "ehi, ciao, come stai? Piacere, io sono quella che sei diventata!" Ho una strana nostalgia dentro .  Ora so che ho  nostalgia anche di questo. Di te. Avevo bisogno di cercarti e di ritrovarti. Oggi vorrei poterti guardare, mentre giochi. Vedere come prendi le foglie e come le butti all'aria o cosa scegli per fare gli occhi e le braccia al tuo pupazzo di neve. Vorrei vedere se, quando cadi, piangi e, in tal caso, come ti asciughi gli occhi e ti...

UTERO ROCCIOSO

Recentemente ho fatto un viaggio che per me era importante fare. Sono tornata al paese d'origine, d'inverno. Il paese in questione è un piccolo villaggio arroccato sulle colline dell'entroterra calabro. Si erge su grotte naturali, attualmente di grande interesse speleologico, perché, a quanto pare, l'origine di questi antri si perderebbe nella notte dei tempi. Da piccina, andavo con le mie zie a portare gli avanzi del pranzo ai maiali che, in quelle grotte, alloggiavano. Mi piaceva passeggiare per i pendii che odoravano di fichi maturi e di gelso selvatico, portando in braccio l'enorme secchio azzurro contenente le "corchie" dell'anguria, come le chiamava zia. Io, a quelle bucce d'anguria, ci lasciavo volutamente appiccicata molta polpa succosa (sempre sperando che nessuno dei grandi se ne accorgesse, durante il pranzo), perchè sapevo che, con quei resti, ci avremmo nutrito Ciccio, Spatino, Rosina e Nenè, ed io, a loro, ci tenevo. Mi premeva c...

TRASPARENZE

Auuuuu

"Ehi Jack era da un po' che non ti sentivo. Che fine avevi fatto?" "Avevo bisogno di starmene un po' per conto mio. Lontano, anche da me stesso. A volte il mare fa troppo rumore e allora devi andar via, perfino da quella che è la materia con cui credi di essere fatto, per sperare di ritrovarti." "E sentiamo Jack, cosa hai scoperto questa volta? Quando riemergi da te stesso, io mi faccio tutto orecchi, lo sai..."  "Non ho fatto grandi scoperte, ma ho capito tante cose.  Per esempio, che c'è chi non esce a guardare la luna perché teme che il suo cuore possa iniziare ad ululare. Meglio avere paura dei pleniluni, allora. Ed anche dei lupi, non si sa mai. Che non tutti vedono del concime nel letame ed infatti c'è chi non mangia le fragole per paura di ingoiare merda.  Che c'è chi naviga in mare aperto, eppure non sa che sapore ha il sale e  c'è chi, invece, conosce bene il sapore del sale e lo ama, ma ha uno stramaledetto timore dei...

Cosa ho sentito veramente mio?

Cosa ho sentito veramente mio? Non certo il tuo cortile di sassi e ghiaia. Non i tuoi silenzi, dopo la mia bufera. Non le mie distrazioni, nei giorni color latte dell'inverno.  Non certo la riva, mai battuta dai venti. Nemmeno la mia lingua, quando ti è parsa un idioma sconosciuto.  Che cosa ho sentito veramente mio? Il magma del mio vulcano, quando è esploso ed io ho avuto paura. L'acqua del mio pozzo, mentre pregavo, dall'alto, che i pesci non affogassero, soli e al buio. Il silenzio della mia stanza. Il mostro sotto al mio letto. Il pianto, quando è stato improvviso. La pelle, quando ho potuto assaggiarne la tenerezza. L'odore di agrumi, quando dentro nevicava ormai da giorni. La confusione e quel vento benedetto che ha fatto cigolare le mie giunture, porte scardinate, facendomi dono della nudità. Cosa sento veramente mio? Il mio desiderio. Oggi da esplorare  e da plasmare con estrema cura.   ...

Non diamoci appuntamento

Credo sia importante andarsela un po' a cercare la bellezza . Così, l'odore di cipolla del corso si fa, per l'anima, più potente di una confessione in chiesa. Quello della canapa bruciata di viale Matteotti è l'opium di mia madre. S filo su tutte le passerelle francesi. Davanti al Policlinico hanno piantato l'elicriso! Dio mio l'elicriso! Archetipo di ogni sensazione. Ci troviamo tutti lì, nati tra le sue radici , non sotto al cavoloverza. Credo sia importante andarsela a cercare la bellezza . Nei momenti di trascurabile felicità. Nella foglia che trema e tu la vai ad abbracciare. Nel cielo gonfio, cui spalmi l'arnica. Sui sassi rossi dei muri, mentre fuori è l'autunno. Dentro al tatto. Sulle papille. Nelle pupille. Tra l'iride e l'attimo che viene subito dopo. Bisogna andarsela a cercare la bellezza . Scovarla sotto la polvere del tappeto steso sul cuore. Spiarla nelle fessure delle proprie serrature. Sentirla sotto i polpastre...

TRIAGE

       (+9 DEA) Tu di cosa sei morto? Di k fegato. Mi hanno ucciso i troppi bicchieri, ma era sempre l'ultimo quello che mi consolava. Tu? Non so di preciso. So che ero plumbeo e secco quel giorno e che fuori pioveva. L'acqua non è riuscita ad irrigarmi. Tu? Temo di sensi di colpa. Mi inseguivano come ombre viste al tramonto. Ed io correvo, ma inutilmente. Sarebbe bastato guardarle col sole di mezzogiorno.  Ma ormai è tardi. Notte fonda. Tu?  Troppe cellule mi affollavano il midollo come i pensieri, del resto.  Non c'era più spazio per niente. Io di ascite.  Mi ci sono inzuppato fino ad annegarvici. Un po' come capita, a volte, con la malinconia. Io di aneurisma. Ricordo solo che ero felice fino ad un minuto prima dell'esplosione. Io sono stato centrato in pieno. Tre ore fa.  Da un tir guidato da un tizio. Forse un malore lo ha colpito e lui me.  Effetto domino.  Io sono precipitato da 10 metri. Politrauma. ...

Appunti di viaggio e dialoghi (non surreali)

Ci sono profondità  che si raggiungono con semplicità.  Non è necessario il patentino di immersioni.  Succede e basta.  O non succede. E basta. Le cose più vere sono vibrazioni sotto pelle. Seguono il decorso del sangue, nelle tue vene. Anatomia applicata. Per principianti. La rabbia è meglio del dolore. Nella rabbia c'è movimento. Nel dolore solo la stasi . " Ti auguro di prolungare la tua rabbia, almeno ancora per un po'!" " I bimbi arrabbiati di solito si vendicano." Ma io ho fatto pace con la bimba che ero. Ora rivendico solo bellezza,  per me stessa. Con queste emozioni, piuttosto, ho deciso che ci faccio un quadro.  Mi faccio tela e contemplo dettagli. " Allora, non smettere di cercare rifugio nella creatività!" Lo farò. Promesso. (Ah, e...grazie! Questa è bellezza e senso di protezione. Cerco di apprenderle.)                       Strada Nuova

ORME

      (Castello Visconteo, ora)     Orme. Dal greco " odore, traccia". Traccia. Odore. Tu, orma a quadri, le stai di fronte. Le dai un bacio. Erano millenni che l'aspettava. Cercherà quel bacio per altre mille vite, senza più trovarlo. Si chiama imprinting . Tu, orma a righe, fumi una Camel. Ti guardi attorno. Le luci della festa, al massimo, ti ricordano un Natale. Immenso non sapere. Buona pratica il lasciar andare. Ma, ancor di più, ignorare il risaputo. Tu, orma a rombi, lo sai che l'amore quando è vero è incontrollabile. Eppure, ti ostini a controllare! Tu, orma tonda, lo sai che la tua ė una storia di abbandono. Hai perso identità. E soffri come un cane. E ti ripeti: "chi se ne frega se la conoscenza di sé passa attraverso il dolore, Il silenzio, L'abbandono!" Già. Chi se ne frega. Mentre tu, orma leggera, ora lo sai che non si può vivere a rischio zero. Ed infatti, accetti le possibilità. Anche di soffrire,...

GIRINA

Sento suonare una fisarmonica lontano. La senti anche tu? O è un mio inganno? Ci sono melodie antiche che sembra ci precedano. Sono quelle in cui siamo destinati a perderci, per poterci, poi, ritrovare. È il do diesis su cui hai danzato nel liquido amniotico di tua madre, mentre dalla tua coda girina ti si abbozzavano i timpani. Sensazioni primitive e per certo perdute. Preistoria dell'anima. Patrimonio della tua umanità. Il viaggio a ritroso dentro di sé è come finire, sempre girina, in quella canna di bambù in cui si sono infilati tutti i venti del tuo mondo: soffi, sibili e fruscii, zufolii e mormorii, brusii e bisbigli.  Sussurri che arrivano da molto lontano. Vi accolgo. Amplifico la mia superficie, traziono la mia materia, se necessario, anche a costo di perdere in resistenza ed aumentare, ancora una volta, la mia fragilità.  Lo farò, se questo servirà a fare spazio, dentro di me e sulla mia pelle ed accogliere tutte le voci del mio passato, tutti i mie...

INTANTO

"Hey Jack, stasera, invece, che hai?" "Ho il sole, che tramonta ad ovest. Una cicatrice in più. Un analgesico appoggiato sul cuore ed il ricordo di un amore a tenermi compagnia. E tu, fratello che hai? Visto che me lo chiedi ." "Io ho la luna, che sorge ad est. Due ferite fresche in più. Il cuore appoggiato sul comodino, dove di solito tengo gli analgesici ed un amore perduto, a ricordarmi che sono vivo." Le nuvole giocano a tris nel cielo.  Intanto. Le onde eccitano i sassi a riva.  Intanto. Le api percorrono più di centocinquantamilachilometri per un po' di miele.  Intanto. Ed il gin invecchia dentro alla quercia.  Intanto. "Non crucciarti fratello per ciò che non puoi avere, adesso! Pensa piuttosto a ciò che hai dato.  E ricorda non tanto perché lo hai fatto, ma come lo hai fatto." "Ok. Ci proverò, fratello. Ne ho fatta di strada, comunque, intanto." "Sì Jack. Lo so. È per questo che te lo dico". ...

Blue Marlin

" Che hai oggi, Jack?" "Perché me lo chiedi?" " Parli poco ed è da stamattina che guardi le barche passare" "Sono solo un po' malinconico." " E da dove arriva la tua malinconia, Jack?" "Non lo so di preciso. Credo sia un tratto della mia anima, che ho scoperto essere più delicata di quello che pensavo, effettivamente. " " Non ti facevo così delicato, infatti, Jack!" "In che senso?" " Nel senso che bisogna maneggiarti con cura!" "Dici?" " Si, fratello, è proprio così!" "Allora ricordatelo e maneggiami con cura" " Ok fratello, me lo ricorderò.  Alla malinconia non so se si può sfuggire, ma soprattutto mi sembra che tu non voglia sfuggirle affatto! Ma ricordati che se la si vive da soli, a volte, può svoltare in tristezza, ma se la si condivide può trasformarsi in poesia" "Se ti va, allora, fratello, stasera, resta e fammi compagnia." ...

ALTAMAREA

"Ehi Jack quante lacrime hai versato?" "Poche, fratello. Troppo poche.  Non me lo potevo permettere.  I capricci non si fanno, dovresti saperlo" "E non hai nostalgia di tutte quelle lacrime che non ti sei potuto permettere?" "Sì, fratello. Una fottutissima nostalgia. Come ho nostalgia del bimbo capriccioso che non sono mai stato." " Ti confido un segreto: anche io ho voglia di piangere stasera, il terzo giro di tequila è quello che mi frega, puntualmente.  Perché non ci buttiamo in mare? Le stelle sono alte nel cielo.  Nessuno ci noterà. Io mi toglierò di dosso la puzza di alcol e tu, tu  potrai piangere! Piangere tutte le lacrime che non hai versato e sbattere i piedi a più non posso! Nessuno penserà che sono i capricci del bimbo che ti porti dentro, crederanno semplicemente che è il modo più comune per stare a galla. Non se ne accorgerà nessuno che stai piangendo, fidati, solo tu, il mare ed io che però sono troppo ubriaco per ricordarmelo...

In questo tempo nuovo

Ho fatto ripetute immersioni con la pelle e con l'anima, e poi ho atteso, che il sole e l'aria le asciugassero. Senza fretta , questa volta. Ho ascoltato il silenzio, in questo tempo nuovo. Il silenzio buono , quello che cura e non fa male. Ne avevo dimenticato la bellezza, o forse, non ne ero mai stata all'altezza. Mi sono svuotata . L'ho dovuto fare, completamente, solo così avrei potuto davvero riempirmi di sale e rigonfiarmi di vento. Ho visto gabbiani agitarsi dentro di me, ed un pesce lucente guizzarmi fuori dal petto. Ho aspettato che la marea calasse per ritrovare il mio scoglio che sapevo non poteva essersi perduto, nonostante le mareggiate. Nel rotolare ritmico e terribilmente melodico dei sassi trascinati dalle onde, ho riconosciuto il peso delle mie pietre interiori ed ho deciso di  lasciarle andare . Infine, ho chiesto al mare di disinfettare l'ultima ferita , quella che ancora fatica a guarire. Poi, con estrema delicatezza , mi son...