Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

C'E' CHI SCENDE E C'E' CHI SALE

          (Estemporanea, 29 febbraio 2020) In lontananza, il mare. Cupole bizantine. Il giardino dei semplici e le piante officinali. Il centro storico e' fatto di lastroni lucidi, di santi e tritoni, dietro ai cancelli. "Gatto" lungo le strade e sui muri. Per i vicoli il potere espansivo del sole e il profumo della ginestra odorosa, del finocchio marino e della salvia sagittata. In questo contesto, Barbarah Guglielmana improvvisa una mostra estemporanea, rapita da un tempo che fa esplodere la bouganville che qui, fiorisce, anzitempo. La Location: un ascensore. Quello del chiostro del convento di Ave Gratia Plena, a due passi da Santa Annunziata. Pareti grigio asfalto. Sfondo perfetto per il bianco e il nero della linea aforismatica. Grigio come sono i pensieri da cui sfuggire. Sul foglio fichi d'India, nuvole, vento, nuovi viaggi, vecchi amori e u' mare... " non vi potete sbagliare, sta in fondo a destra, e poi 'a strada vi porterà!&q

VOGLIA DI LEGGEREZZA

Si è alzato il vento. Con esso aria nuova. Ci si copre la gola e si scopre l'anima, allo sbocciare dei narcisi. Che voglia di leggerezza! Voglia di giocare con la parte tratteggiata della linea del tempo, saltellandoci sopra          op op op _______ _ _ _ Stare con la grazia del pellicano, oca elegante, a pelo dell'acqua. Coi piedi, battere e levare, fuori tempo ma con garbo, solfeggiando, a memoria, un tempo tutto mio, fuori dallo spartito. Sentire addosso, sulla pelle nudissima, il velluto dei primi germogli, senza peso e senza rumore, mentre la vecchia giacca a quadrettoni, che mi ha protetto i polmoni nei giorni d'inverno, si fa pezzo vintage da collezione privata, come è la storia di ciascuno di noi. Avere voglia del bicchiere mezzo pieno e di svuotarlo, ma senza fretta. Voglia di poche e selezionate parole, di ascoltare poesie di tre sillabe e musiche di un'unica potente nota. Voglia del verde del rosmarino ma, ancor di più, del suo fiore co

COL SILENZIO, NO

Ci sono le parole, ma anche i silenzi. Silenzi cercati, voluti, desiderati. Silenzi d'intesa. Il petalo che si colora di carminio (accordandosi con non si sa chi), la lumaca che avanza, la tua palpebra al risveglio. Ci sono silenzi evoluti. Silenzi maturi. Silenzi rispettosi. Il silenzio della nonna che gira il ragu' e lavora la maglia, lentamente, scrutando il mondo da dietro l'occhiale presbite, per poi tornare a girare il filo di lana. I silenzi d'alta quota, che congelano i pensieri. I silenzi sotto al salice, di chi fa meditazione, yoga e mangia bambù. E anche quelli nella sala d'attesa di un reparto di Rianimazione. (Ma ci sono anche i silenzi vigliacchi, quelli omertosi, quelli come negazione, i poco trasparenti. I silenzi come pistola con il grilletto pronto a saltare. Ma con questi, oggi, non ho voglia di intrattenermi). Il silenzio è potente. Tanto potente. Troppo potente. Con la parola Do' un colore, un peso, una forma, una

INFEZIONE VIRALE E ALLIUM VIOLA

Infezione virale. Definizione: "infezione generata da un virus che può provocare un danno STRUTTURALE ma anche FUNZIONALE". STRUTTURALE: e' ciò che siamo, la sequenza precisa di amminoacidi che forma il nostro DNA, il fegato, la milza, i polmoni, le ossa, il cervello....tutto ciò che ha un peso specifico, insomma. FUNZIONALE:  tutto ciò che NON ha un peso specifico. È come facciamo funzionare quel tutto, tecnicamente perfetto. È la nostra soggettività con le sue infinite possibilità di amplificazione, riduzione, deformazione, limitazione, trasformazione, alterazione, peggioramento, miglioramento sublimazione.... eccetera, eccetera, eccetera... Il virus potrebbe, quindi danneggiare ciò che SIAMO, ma anche ciò che CREDIAMO di essere. Si sa che la replicazione dei virus (corona incluso) può essere completa o incompleta; le infezioni apparenti o inapparenti; le presentazioni cliniche sintomatiche, paucisintomatiche o del tutto asintomatiche. Tutto

GIRLS, INTERRUPTED

Avevi le stesse labbra di Angiolina Jolie in "Girls, interrupted". L'ho rivisto di recente. Anno di uscita 1999. Lei, Angelina, la Jolie, aveva 24 anni. Tu, oggi, di anni, ne hai pochi di più, Ma simili ossessioni, intrusioni continue, il medesimo abisso. Tu meno bionda, Meno attrice Piu' vera. Verissima. Un trattato di psichiatria, si vociferava per i corridoi del PS. Che poi cosa vorrà mai dire? Un mix. Di che? AnsiaDepressioneSchizofrenia PersonalitàBorderlineBipolarismoParonoiaDipendenzeChealtro? Tu eri, semplicemente, disperata. Fuori di te. I genitori fuori dalla porta. Le ambulanze fuori dal PS Il sole? fuori anche lui. Noi dentro. Dentro al PS Dentro la stanza. Io entravo e uscivo, a dire il vero (che enorme privilegio!). Lo specialista della mente e dei pensieri, cercava di farsi breccia nei tuoi circuiti aggrovigliati e ti conteneva, come in un abbraccio. Ti avrebbe calmato per davvero  un abbraccio (in carne ed ossa)? Q

DI ANATOMIA E FEMMINILITÀ

Cicatrici, asportazioni, mutilazioni, avulsioni, bendaggi, discromie, nuove anatomie. Dove sta la femminilità? In quelle due piacevoli ghiandole poste proprio al centro del petto, chiamate mammelle, che muoviamo sincrone ad ogni respiro, circa 17 mila volte in un giorno, salvo accelerazioni emotive? O nelle loro buffe appendici, dette capezzoli, che sentono il freddo e la neve prima di tutti, un po' come capita agli artrosici? O forse nelle cellule allineate in triplo strato nella pera muscolosa, detta utero (le cui pareti io, comunque, immagino, di graffiti variopinte)? Dove sta la femminilità? Nei fianchi morbidi o nelle curve, da sempre richiamo esistenziale? Nelle unghie pittate o nelle labbra ben definite?  Nell'odore, che è meno pungente, o nel ventre porto naturale? La femminilità. Io credo stia nell'istinto materno, esattamente come nel non istinto. Nell'amplificazione, esattamente come nella capacita' di sintesi. Nell&

CRICETI, GIRINI E CHICCHI D'UVA

Libere Associazioni. ARGILLA. L'argilla non lavorata, Solidifica. CRICETO. Il criceto nella ruota gira, suda in fronte. Beve la goccia. Continua a girare! LUCCIOLE. Le lucciole pare che illuminino, solo se le loro molecole si muovono a velocità elevatissime. Questione di attriti e di improvvisa espulsione di frammenti incandescenti. CIRCUITI. I miei si surriscaldano in fretta. EDIPO. Edipo non sarebbe stato lo stesso se non avesse incontrato la Sfinge. Io me lo immagino proprio, pieno di orgoglio, senza un cedimento, non uno, a rispondere alla cagna furibonda e ammaliatrice :"È  l'UOMO la risposta giusta!  L' "UOMO"!! Azzeccando brillantemente l'enigma! Bene. Sfinge 1, Edipo 0!! Sì! Lui, Edipo, risponde, indovina  e... si  distrae! Scopre l'UOMO, ma non SE' STESSO! Da lì tutti i casini, a seguire. NARCISO. Ahh! Narciso!! Narciso nell'acqua cercava i GIRINI. SI I GIRINI! Piccoli piccoli, veloci veloc

TEMPO, CEROTTO E AMUCHINA

Dicono che il tempo curi tutte le ferite. Dicono. Dicono anche che le ferite guariscano in  tempi diversi a seconda che accadano di giorno o di notte. Pare che le ferite della notte siano le più lente a guarire. Le ferite "serali" che si prendono un po' gioco del tempo e richiedono cure più premurose. Il tempo. L' assoluto relativo. Ciò che ci scandisce. Ci plasma. Ci rende saggi O inquieti. Capitan Uncino era ossessionato dal ticchettio dell'orologio, ma ancor di più dal coccodrillo xilofagico e dalle sue lacrime. Lui, il capitano, non piangeva mai. Unico adulto dell'isola. "Se tu conoscessi il Tempo come lo conosco io " -rispose il Cappellaio Matto- non ne parleresti con tanta confidenza! Scommetto che tu non hai mai parlato col Tempo". "Forse no",  rispose, PRUDENTEMENTE Alice. Il tempo. Come le curerebbe le ferite? Con l'amukina o con il betadine? Con l'anestetico o con un cerotto e via? Io le fe

EFFETTO WASABI

Il vuoto d 'aria. Si traballa. Si turbina. Si trapassa. Si trotta. Il vuoto d'aria. Le orecchie si tappano. Il tuo baricentro si svela. Il vuoto d'aria. O ci stai dentro, O, capitano, vai un po' più su! Il vuoto d 'aria. Sta nello stomaco, nel centro della fronte (effetto wasabi) e nel bel mezzo di tutto. Il vuoto d'aria. L'instabilità. Le rotaie sono altrettanto insicure, comunque. Il vuoto d'aria. Non staccate le cinture di sicurezza! Restate seduti! Tra  poco il bar apre. Il vuoto d'aria. Il tuo, devi diventare esperto a gestirlo. Avere qualche ora di guida all'attivo, un piano B, o innescare il pilota automatico, se proprio ti prende il panico. Il vuoto d'aria. Di alcune cose posso farne a meno. Di altre meno ancora. Di altre non posso proprio. Il vuoto d'aria. Sentirsi fragili per un tempo breve, ma sufficiente, a sentirsi vivi, subito dopo. Epifania. Hai mai visto con che grazi

BUD-GATE A15 h13

Faccia stanca. Faccia tirata. Faccia tirata a lucido (avrei scelto nuance più chiara, è inverno). Faccia spenta. Faccia persa. Faccia con mascherina. Mascherina, senza filtro. Tu vuoi un letto. Tu più di uno. Tu un amore. Tu solo uno scalo, poi un altro volo. Tu niente, non vuoi, beatamente, niente! Tu vuoi informazioni piu' chiare. Tu una carezza. E arriva. Menomale. Tu la prossima foto da postare. Tu anche quella prima,  da ritoccare. Tu leggi "ALTITUDE". Guardo su google: "The plane can't land. It can't turn back. And the fuel's running out"... l'aereo non puo' atterrare, l'aereo non può tornare indietro e il carburante si sta esaurendo". Tu:"venerdì c'è anche Fabio alla riunione, va bene cosi, e... la fattura non è la 17 controlla meglio". Due si baciano. Standing ovation!! Tu torni a casa. Tu torni da lei. Tu non torni. Parti. Tu hai le mani sul suo ginocchio. Tu tu tu e tu tu, tu, tu, tu e

PUSH HERE

Partorire i figli, e le figlie. Partorire se' stessi. Salvo complicazioni. Buttare fuori le idee. Sparare idiozie e qualche intuizione. Uscire di senno, con garbo. Uscire dagli algoritmi, se studiati prima. Uscire dalle righe, se non sono parallele. Uscire la spazzatura, senza il cane. Sputare il rospo. Vomitare la delusione. Vomitare anche per la colica renale. Starnutire, per il prurito. Espirare anidride carbonica, dopo aver tenuto l'ossigeno. Far uscire l'aria viziata. Fare un giro, a largo di se' stessi, ogni tanto serve per decidere come ritornare. Push here. Life vest inside. (24 E)

BECAUSE THE NIGHT

C'era tutto stanotte: mia sorella, nuda nel letto, accanto a me. Materia diversa dalla mia. Lei non ha i miei spigoli. Mio padre e mia madre, di spalle, seduti su poltrone in pelle si analizzavano, roba da adulti. Io lavavo i piatti. Cosa che mi annoia. Come la fiaba di Cenerentola. Da sempre. Patti Smith, con scarpe di cristallo, canta ad un pubblico di soli bambini :"la notte appartiene a chi si ama". Ma anche il giorno. Io, se non vi dispiace, declino l'invito per il prossimo ballo in maschera. "Tu quando respiri fai molto rumore, sai mamma?". "Anche quando dormi". "Io invece no". Trova il tuo di rumore, Di giorno E di notte. E sogna, più di me. Mescola tutto. Più che puoi. Potessi, ti ripartorirei altre mille volte. Luce dalla finestra. È ora di andare. https://youtu.be/0XiY8fSCim8

PIN-OCCHIO (il terzo)

Da un pezzo di pino che sapeva di muschio e tabacco m'ha fatto il mio babbo. Il naso lungo mi fa difetto. È adunco e sgraziato. Da un corvo sembra copiato.  Un parto maschile mi ha generato, di notte sono stato plasmato,  in un impulso creativo ed istintivo. Una ossessione o un rovello  finiti, di certo, nello scalpello. È così che son venuto al mondo.  La materia si è scomodata e una forma è stata abbozzata. Oggi vivo, improvvisando, cercando di barattare questo legno con qualche fibra muscolare. Sulla mia corteccia, ho già capito che la Fata non è turchina, piuttosto grigia e rigidina. Mi ricatta, è presuntuosa, arrogante, irrispettosa. Mi punisce con i fatti, usa poco la parola, non mi ascolta e non pazienta. Lei ha un unico obiettivo: rispecchiarsi nel suo prodotto che sia perfetto, nessun difetto. Non le importa la mia natura, che son di legno, altra fattura. Il grillo poi è davvero limitato: divide i fatti in giusto e in sbagliato.

SBOCCIOLARE GRANI

Traghetto Dakar-Ziguinchor  Ognuno ha un suo stare. Occupare uno spazio è gravitare. Tu preferisci camminare. Io, oggi, restare. Snocciolare grani di un rosario,  non significa non andare. Ci sono pesi e misure. Corpi e materia. Ma anche ombre dietro ai passi. Ci sono acqua e cielo. Esisto. Occupo uno spazio. Sono più di un pensiero.