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DI ANATOMIA E FEMMINILITÀ


Cicatrici, asportazioni, mutilazioni, avulsioni, bendaggi, discromie, nuove anatomie.

Dove sta la femminilità?

In quelle due piacevoli ghiandole poste proprio al centro del petto, chiamate mammelle, che muoviamo sincrone ad ogni respiro, circa 17 mila volte in un giorno, salvo accelerazioni emotive?

O nelle loro buffe appendici, dette capezzoli, che sentono il freddo e la neve prima di tutti, un po' come capita agli artrosici?

O forse nelle cellule allineate in triplo strato nella pera muscolosa, detta utero (le cui pareti io, comunque, immagino, di graffiti variopinte)?

Dove sta la femminilità?
Nei fianchi morbidi o nelle curve, da sempre richiamo esistenziale?
Nelle unghie pittate o nelle labbra ben definite? 
Nell'odore, che è meno pungente, o nel ventre porto naturale?

La femminilità.

Io credo stia
nell'istinto materno,
esattamente
come nel non istinto.
Nell'amplificazione,
esattamente
come nella capacita' di sintesi.
Nell'abbraccio morbido,
esattamente come in quello spigoloso
e nel potere primordiale e salvifico in esso contenuto.
Nel rosso del sangue che scorre e con cui conviviamo fin da piccine, senza alcun timore.
Nell'intimo e periodico sfaldarsi che ci obbliga ad una rinascita continua e necessaria.
In questo enorme privilegio.

Nei flussi del corpo e del pensiero che seguono, inevitabilmente, le maree.
E nel dialogo continuo e silenzioso che intessiamo, tutte le notti, con la luna.
Da sveglie, come in pieno sonno REM.
Tutte. 
Nessuna esclusa.

Credo anche che stia nell' eterna ed insita evoluzione scritta sullo scontrino di DNA, che ci avanza in  borsa.

La femminilità.

E' nella vita e in come la porti addosso.
Sta nelle scarpe 
e agli angoli della bocca, 
nelle fantasie di ogni colore e consistenza esse siano, 
nei piedi freddi sotto le coperte, 
in come avvicini il bicchiere 
e ti guardi la pancia, 
in come ti siedi a terra e 
ti scaldi quando soffia il vento.

La femminilità non è una parte anatomica.

È il tutto invisibile e terribilmente potente che abiti.

     (Budapest, Runbach Sebastien, 9 febbraio 2020)








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