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Visualizzazione dei post da 2020

NUOVO

Quando riuscirò ad accogliere il tuo dolore, coniugato al maschile mi sentirò donna, a tutti gli effetti. Quando ascolterò, la tua inquietudine figlia senza sentire l'urgenza di aiutarti, sarò davvero madre dentro.  Quando deciderò di fare spazio alla fragilità di chi mi ha generato, smetterò, naturalmente, di fare i capricci. Quando tratterò le tue esili fibre esattamente come farò con le mie per paura si spezzino, sarò migliore di adesso. E se per caso avrò fatto tutto in silenzio, allora la mia trasformazione sarà fragorosa.     Quadro di Koketit "love has its cracks"

ALBE

          https://youtu.be/5JSZ13MNmF0

CROMOTERAPIA

Fammi ridere a crepapelle Cioè ridere così tanto da cambiare pelle. Come un geco, lasciare il grigio scuro  e virare verso il rosa shocking o il pois. Fammi sbellicare dalle risate Cioè smettere di combattere, scivolare nell'ombelico  e annegare nel benessere interiore. Fammi scompisciare dalle risate. Ma in maniera aulica. Fammi sbudellare dal ridere e poi ancora ridere fino all'osso sì da sciogliermi in grosse e grasse risate. Burro nella padella. Fammici ridere su Quando sto giù. E ridere di gusto e di olfatto  Fallo con tatto, soprattutto. Vellica la pancia alla mia anima e sbrodoliamoci addosso un po' di buonumore. Fammi sentire una sposa. Inondandomi di riso.

LE REGOLE DEL GIOCO

BACIAMI ANCORA

Alla fine  Dobbiamo  Baciare la strega. Corriamo. Lei ci insegue. Allora bisogna fermarsi. Aspettarla. Averne paura. Guardarla negli occhi e pure innamorarsene un po'. Per davvero.  Altrimenti non vale. Lei lo sa.  Lo capisce. E ti lascia nel tuo brodo,  a generare muffe. Tu Non cambi. Tu Resti uguale. "Rien ne va plus, les jeux sont faits"  ti dice intanto il tuo crupier. Se, invece, la vai a cercare, la strega,  in mezzo al tuo bosco di larici giganti, se non hai paura di appoggiare le tue labbra sulle sue così da sentire il suo alito gelido entrarti dentro e congelarti fin dentro le ossa, ecco che, allora, lei potrebbe  iniziare a farti le domande giuste. Solo se stai attenta, lei potrebbe mostrarti  l'ombra dietro alle madri e lo scheletro dei padri. Gli incubi di ogni figlio  ed i tormenti dei fratelli. Il dolore di chi ama e le scuse di chi è amato. Ma anche la fobia di cui, in realtà, soffre il ragno e la nevrosi che fa roteare il girino. L'ossessione del f

PER UN PUGNO DI DOLLARI

Mi hanno tagliato la testa, ma, stupidi, non sapevano che i miei pensieri sono vapore, acqua, rugiada e tempesta. Mi hanno reciso i seni, ma non sapevano, ingenui, che il mio latte stava irrigando un'altra terra e che io stavo allattando me stessa. Mi hanno tolto l'utero, che stolti, non sapevano che i miei figli sono già altrove. Forse il bisturi con cui mi hanno tagliata era arrugginito e i tagli hanno fatto infezione, ma ora ho gli anticorpi per proteggermi dal male che non mi meritavo. Forse hai cercato i miei frutti nei posti sbagliati o io li ho tenuti troppo nascosti. Poco importa, adesso. Forse non hai capito i miei labirinti, ed infatti non sei stato capace di perderti, ma non te ne faccio più una colpa. Lacerata nelle fibre, ora so quanto sono resistenti. Finalmente mescolo il mio buio ai miei sogni e impasto la mia materia senza paura, anzi rido in compagnia dei miei  demoni potenti e compassionevoli. Nella mia grotta ho trovato rifugio. Un utero più g

"Oye chica, ¿por qué no abres la puerta?"

Hai mai incontrato il tuo duende ? Il mio è una vecchia rugosa che balla il flamenco. Già correva sotto la pelle, ma io pensavo fosse orticaria . Bussava alla porta del mio cuore:  "oye chica, ¿por qué no abres la puerta?"  ed io chiamavo quei colpi decisi " extrasistoli "! Saltellava sui miei metatarsi, quel demonio, ed io mi sentivo accelerata nel passo ma mi imponevo di rallentare, per stare al passo degli altri . Mi affollava la testa, la gitana scaltra, con le sue storie da marinai ed io mi curavo per l'emicrania . Mi bruciava il sangue, quel fauno travestito, ed io ingoiavo pasticche per la gastrite . (scattata in via Lunga, già degli Unni, Pavia) Poi, finalmente, io e il duende ci siamo riconosciuti.  È successo in un pomeriggio di aprile. Da allora io e il duende balliamo, balliamo e balliamo ancora. Spesso ci succede di farlo anche senza musica, al ritmo di quell'inquietudine che ora so a cosa serve. Al vuoto, io e il duende , scattiam

ARGONAUTICA

Non si può andare,  né prendere e partire, né partire per riprendersi.  È un tempo così.   Di dettagliato distacco. Unica possibilità:  circumnavigarsi . Scoprirsi penisola e andare a cercarsi le proprie montagne, scalarsi il proprio Everest e fare rafting sulle proprie rapide. Io ho iniziato dai piedi,  poi ho tracciato la linea dei fianchi,  ho disegnato il profilo del torace, seguito l'altopiano del collo, e sono sbarcata, infine, sulla mia superficie lunare. Hai mai provato a ridisegnare la tua mappa ?  Parlamene, in caso.  Sono curiosa. Magari scopriresti che i tuoi tropici stanno tra le fronde rumorose dei tuoi pensieri abitati da uccelli multicolori,  dove i flussi sono energetici ed improvvisi,  il calore latente ed ipersensibile e dove l'evapotraspirazione  ha la consistenza dell'oceano. I ghiacciai stanno sui capezzoli:  i due poli su cui gli Inuit hanno costruito i loro caldi igloo, dove la neve si indica con mille parole diverse e lo sciamano è donna. Il deserto

UN GIORNO CAPIRAI

Un giorno capirai che l'acqua del tuo pozzo scotta e che al chiodo,  si appendono solo i fallimenti verso sé stessi. Capirai anche che cadere nella  cisterna  della tua anima è come scoprire un  sarcofago  dai mille colori.  Lo darai alla  luce  e sarà bellissimo. Capirai che le infinite possibilità che la tua testa può pensare non fanno altro che boicottare l'azione, perché l'azione  ha bisogno soltanto di una unica e valida  illusione . Quel giorno capirai anche che i  piani  esistono solo nella tua mente e la possibilità di  scivolare  giù dipende unicamente da come ti posizioni nel mondo. Capirai che Apollo suonava la  lira,   incantava gli dei dell'Olimpo ma leggeva le note sullo spartito. Dioniso invece suonava i tamburi,   improvvisava le danze, sapeva ascoltare il suo vuoto ma, soprattutto, sapeva trasformarlo in ritmo. (irritando gli dei, alla follia!) Capirai che il mostro che hai curato stanotte e quello che hai sognato la notte scorsa, eri semp

PENSIERIPAROLEOPEREOMISSIONI

    5 novembre 2020     ALBERO     "Io cercavo le mie radici,       il cielo mi ha distratta."    RAGNATELA     "Ho sempre filato dritto,       poi è arrivata la rugiada!"     MASCHIO CON BOLLE    "Mi è saltato il tappo!"    !TIAMO   "Narcisisticamente parlando, si intende!"    BARRIERE      "Io vado oltre quelle del sono! "     BELLEZZA    "E piantala, dai!"    MURI     "Sapresti come farmi arrossire!"       (Se cadessero)    CHIUSURE (  angl  lockdown)     "Cercare vie di fuga verticali!"    ORMEGGI   "Mi sento a terra, non a casa."     FUOCO "Mettere a... Accedere un... Sentirsi un...dentro Ergo: scaldarsi, comunque, con qualcosa" https://youtu.be/8YqjtYqdUBw?feature=shared

Hot dog

Oggi il cane malconcio è andato a leccarsi le ferite in una via di Harlem. Un black jazz sta lacrimando in fondo alla strada. E' una ballerina di swing col paltò beige e senza scarpe che suona divinamente il sax. Dentro al locale, in Lennox Avenue, l'ultimo bianco rimasto, schiavo di sé stesso, intona "To be blue" (è un blues e tutti piangono). A sud costruiscono una nuova ferrovia. Ci sarà tabacco per tutti e fave di cacao da mescolare con la menta per farne cioccolatini da the da servire alle signore per bene. Ho sepolto la mia anima in un campo di cotone. Ne faremo materassi per tutti e dormiremo sonni tranquilli. Jack, intanto, ha venduto i suoi risparmi per una tromba. Quando suona, il cielo si tinge d'oro, lui se lo prende tutto e lo nasconde in soffitta. Per questo Jack è l'uomo più ricco del mondo. Io sogno spesso l'America. Via mare. E sento vibrare dentro mille pianoforti a coda che suonano titoli di coda su uno schermo in biancoenero di

AD OTTOBRE

Ad ottobre le ombre degli alberi si fanno lunghe lunghe sul Lungo Ticino. Sembrano i suonatori di una banda musicale schierati in fila, pronti a partire.  Se si sta in silenzio, se non passano macchine e se i pappagalli verdi obbediscono, si può sentire la cumbia ed anche il bolero. Il cuore suona la tromba ad ottobre, questo si sa. Ad ottobre c'è una luce potente che trapassa le ossa. È matura e decisamente sfrontata.   È stata creata per i fotografi.  Scattami una foto, per piacere, puntando il fuoco sull'anima, così tra qualche anno mi ricorderò di me oggi. Il cielo è più azzurro, ad ottobre.  Riflette tutti i ghiaccioli all'anice dell'estate e le granite al colorante blu.  Ma anche i giacinti, gli anemoni e le genziane del mio giardino. Ad ottobre, le lacrime del mattino vaporizzano rapidamente in nebbia,  come il sudore degli amanti. È il tempo dei pagliacci, ottobre. Della tragedia interiore, ma solo per chi la sa mettere in s

LIQUIDIAMOCI

    Sfogliami piano     Riflettici prima    Circolare senza ingorghi     Equiliquefazione      Lacrime, non paure     Scivolarsi addosso      Oltrepassami

GLI AMORI A PRIMA VISTA

Stava in basso a destra, sul pavimento, in mezzo ad una miriade di altri pensieri materici, sculture pensanti, astrazioni concrete e sublimazioni visibili ad occhi nudo.  Ci siamo guardati. Io ho cercato di distrarmi con dell'altro, ma niente. Tornavo sempre lì. Allora ci siamo riguardati e poi lo abbiamo fatto ancora, prima a distanza poi sempre più da vicino. Come due cani ci siamo annusati, avvicinati ancora un po', riguardati ed infine scelti.  L'ho portato a casa con me.  Lui mi ha trascinata con sé.  Ora ci guardiamo.  Io dal divano.  Lui dalla parete. Cosa mi vuoi dire? Che: il doppio è in noi E' nel nostro cervello: a sinistra l'homo faber, a destra l'homo ludens.  È un fatto culturale, universale, trasversale. Ne prendo coscienza. Il doppio è nella dialettica interiore in cui ė bene infilarsi anche a rischio di perdere il filo del discorso. È il tempo arcaico di cui abbiamo nostalgia e nessuna memoria.  È l'onnipotenza dei pensieri e la sua latente

SETTE BACI ALLE SPOSE

Oggi c'è una festa  La festa di Stefania e Emanuela. Le spose. Stefania è bellissima. Emanuela è bellissima. Stefania e Emanuela sono felici, assieme. Mai dare per scontato l'amore. Io ti amerò col bel tempo.  Io quando piove  ed i vetri parlano, le pozzanghere parlano, gli ombrelli parlano, i k-way parlano e la terra, bagnata, gode. Io ti amerò quando maturano le fragole,  spuntano i giacinti, sboccia il fiore dell'anguria e si prepara il pesto.  Io quando si bucano le gomme, si masticano le gomme, si comprano le gomme (ed anche i fogli e le matite). Il futuro non esiste, lo sai. Infatti. Io ti amo Adesso.  Ad-essa, a dirla tutta.  Io a te e tu a me.  A volte funziona.  Emanuela è felice.  Stefania è felice.  Un bouquet da sposa porta fortuna.  E Due? É Bingo!! Oggi c'è una festa.  Quella di Emanuela e di Stefania, le spose. Emanuela è bellissima. Stefania è bellissima. Oggi è sbocciato un giacinto dalla terra bagnata e con le fragole rosse ci s