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Visualizzazione dei post da 2021

Ehi, come stai?

Abbiamo tutti un bambino interiore da accudire.  Forse ce lo siamo dimenticati fuori da scuola, mentre i cachi penzolavano sugli alberi o al parcogiochi, d'autunno. Forse è successo di notte, nella nursery dell'ospedale o in quell'estate al mare che il sole spaccava i granelli di sabbia in due, o forse è accaduto quel pomeriggio che fuori pioveva e i grandi, in casa, discutevano. Ce lo siamo scordato in qualche angolo quel bimbo, ma quel che è peggio è che non siamo più andati a cercarlo per guardarlo in faccia e dirgli: "ehi, ciao, come stai? Piacere, io sono quella che sei diventata!" Ho una strana nostalgia dentro .  Ora so che ho  nostalgia anche di questo. Di te. Avevo bisogno di cercarti e di ritrovarti. Oggi vorrei poterti guardare, mentre giochi. Vedere come prendi le foglie e come le butti all'aria o cosa scegli per fare gli occhi e le braccia al tuo pupazzo di neve. Vorrei vedere se, quando cadi, piangi e, in tal caso, come ti asciughi gli occhi e ti

UTERO ROCCIOSO

Recentemente ho fatto un viaggio che per me era importante fare. Sono tornata al paese d'origine, d'inverno. Il paese in questione è un piccolo villaggio arroccato sulle colline dell'entroterra calabro. Si erge su grotte naturali, attualmente di grande interesse speleologico, perché, a quanto pare, l'origine di questi antri si perderebbe nella notte dei tempi. Da piccina, andavo con le mie zie a portare gli avanzi del pranzo ai maiali che, in quelle grotte, alloggiavano. Mi piaceva passeggiare per i pendii che odoravano di fichi maturi e di gelso selvatico, portando in braccio l'enorme secchio azzurro contenente le "corchie" dell'anguria, come le chiamava zia. Io, a quelle bucce d'anguria, ci lasciavo volutamente appiccicata molta polpa succosa (sempre sperando che nessuno dei grandi se ne accorgesse, durante il pranzo), perchè sapevo che, con quei resti, ci avremmo nutrito Ciccio, Spatino, Rosina e Nenè, ed io, a loro, ci tenevo. Mi premeva c

TRASPARENZE

Auuuuu

"Ehi Jack era da un po' che non ti sentivo. Che fine avevi fatto?" "Avevo bisogno di starmene un po' per conto mio. Lontano, anche da me stesso. A volte il mare fa troppo rumore e allora devi andar via, perfino da quella che è la materia con cui credi di essere fatto, per sperare di ritrovarti." "E sentiamo Jack, cosa hai scoperto questa volta? Quando riemergi da te stesso, io mi faccio tutto orecchi, lo sai..."  "Non ho fatto grandi scoperte, ma ho capito tante cose.  Per esempio, che c'è chi non esce a guardare la luna perché teme che il suo cuore possa iniziare ad ululare. Meglio avere paura dei pleniluni, allora. Ed anche dei lupi, non si sa mai. Che non tutti vedono del concime nel letame ed infatti c'è chi non mangia le fragole per paura di ingoiare merda.  Che c'è chi naviga in mare aperto, eppure non sa che sapore ha il sale e  c'è chi, invece, conosce bene il sapore del sale e lo ama, ma ha uno stramaledetto timore dei

Cosa ho sentito veramente mio?

Cosa ho sentito veramente mio? Non certo il tuo cortile di sassi e ghiaia. Non i tuoi silenzi, dopo la mia bufera. Non le mie distrazioni, nei giorni color latte dell'inverno.  Non certo la riva, mai battuta dai venti. Nemmeno la mia lingua, quando ti è parsa un idioma sconosciuto.  Che cosa ho sentito veramente mio? Il magma del mio vulcano, quando è esploso ed io ho avuto paura. L'acqua del mio pozzo, mentre pregavo, dall'alto, che i pesci non affogassero, soli e al buio. Il silenzio della mia stanza. Il mostro sotto al mio letto. Il pianto, quando è stato improvviso. La pelle, quando ho potuto assaggiarne la tenerezza. L'odore di agrumi, quando dentro nevicava ormai da giorni. La confusione e quel vento benedetto che ha fatto cigolare le mie giunture, porte scardinate, facendomi dono della nudità. Cosa sento veramente mio? Il mio desiderio. Oggi da esplorare  e da plasmare con estrema cura.        

Non diamoci appuntamento

Credo sia importante andarsela un po' a cercare la bellezza . Così, l'odore di cipolla del corso si fa, per l'anima, più potente di una confessione in chiesa. Quello della canapa bruciata di viale Matteotti è l'opium di mia madre. S filo su tutte le passerelle francesi. Davanti al Policlinico hanno piantato l'elicriso! Dio mio l'elicriso! Archetipo di ogni sensazione. Ci troviamo tutti lì, nati tra le sue radici , non sotto al cavoloverza. Credo sia importante andarsela a cercare la bellezza . Nei momenti di trascurabile felicità. Nella foglia che trema e tu la vai ad abbracciare. Nel cielo gonfio, cui spalmi l'arnica. Sui sassi rossi dei muri, mentre fuori è l'autunno. Dentro al tatto. Sulle papille. Nelle pupille. Tra l'iride e l'attimo che viene subito dopo. Bisogna andarsela a cercare la bellezza . Scovarla sotto la polvere del tappeto steso sul cuore. Spiarla nelle fessure delle proprie serrature. Sentirla sotto i polpastre

TRIAGE

       (+9 DEA) Tu di cosa sei morto? Di k fegato. Mi hanno ucciso i troppi bicchieri, ma era sempre l'ultimo quello che mi consolava. Tu? Non so di preciso. So che ero plumbeo e secco quel giorno e che fuori pioveva. L'acqua non è riuscita ad irrigarmi. Tu? Temo di sensi di colpa. Mi inseguivano come ombre viste al tramonto. Ed io correvo, ma inutilmente. Sarebbe bastato guardarle col sole di mezzogiorno.  Ma ormai è tardi. Notte fonda. Tu?  Troppe cellule mi affollavano il midollo come i pensieri, del resto.  Non c'era più spazio per niente. Io di ascite.  Mi ci sono inzuppato fino ad annegarvici. Un po' come capita, a volte, con la malinconia. Io di aneurisma. Ricordo solo che ero felice fino ad un minuto prima dell'esplosione. Io sono stato centrato in pieno. Tre ore fa.  Da un tir guidato da un tizio. Forse un malore lo ha colpito e lui me.  Effetto domino.  Io sono precipitato da 10 metri. Politrauma.  Dell'oro fuso tra le mie ossa rott

Appunti di viaggio e dialoghi (non surreali)

Ci sono profondità  che si raggiungono con semplicità.  Non è necessario il patentino di immersioni.  Succede e basta.  O non succede. E basta. Le cose più vere sono vibrazioni sotto pelle. Seguono il decorso del sangue, nelle tue vene. Anatomia applicata. Per principianti. La rabbia è meglio del dolore. Nella rabbia c'è movimento. Nel dolore solo la stasi . " Ti auguro di prolungare la tua rabbia, almeno ancora per un po'!" " I bimbi arrabbiati di solito si vendicano." Ma io ho fatto pace con la bimba che ero. Ora rivendico solo bellezza,  per me stessa. Con queste emozioni, piuttosto, ho deciso che ci faccio un quadro.  Mi faccio tela e contemplo dettagli. " Allora, non smettere di cercare rifugio nella creatività!" Lo farò. Promesso. (Ah, e...grazie! Questa è bellezza e senso di protezione. Cerco di apprenderle.)                       Strada Nuova

ORME

      (Castello Visconteo, ora)     Orme. Dal greco " odore, traccia". Traccia. Odore. Tu, orma a quadri, le stai di fronte. Le dai un bacio. Erano millenni che l'aspettava. Cercherà quel bacio per altre mille vite, senza più trovarlo. Si chiama imprinting . Tu, orma a righe, fumi una Camel. Ti guardi attorno. Le luci della festa, al massimo, ti ricordano un Natale. Immenso non sapere. Buona pratica il lasciar andare. Ma, ancor di più, ignorare il risaputo. Tu, orma a rombi, lo sai che l'amore quando è vero è incontrollabile. Eppure, ti ostini a controllare! Tu, orma tonda, lo sai che la tua ė una storia di abbandono. Hai perso identità. E soffri come un cane. E ti ripeti: "chi se ne frega se la conoscenza di sé passa attraverso il dolore, Il silenzio, L'abbandono!" Già. Chi se ne frega. Mentre tu, orma leggera, ora lo sai che non si può vivere a rischio zero. Ed infatti, accetti le possibilità. Anche di soffrire,

GIRINA

Sento suonare una fisarmonica lontano. La senti anche tu? O è un mio inganno? Ci sono melodie antiche che sembra ci precedano. Sono quelle in cui siamo destinati a perderci, per poterci, poi, ritrovare. È il do diesis su cui hai danzato nel liquido amniotico di tua madre, mentre dalla tua coda girina ti si abbozzavano i timpani. Sensazioni primitive e per certo perdute. Preistoria dell'anima. Patrimonio della tua umanità. Il viaggio a ritroso dentro di sé è come finire, sempre girina, in quella canna di bambù in cui si sono infilati tutti i venti del tuo mondo: soffi, sibili e fruscii, zufolii e mormorii, brusii e bisbigli.  Sussurri che arrivano da molto lontano. Vi accolgo. Amplifico la mia superficie, traziono la mia materia, se necessario, anche a costo di perdere in resistenza ed aumentare, ancora una volta, la mia fragilità.  Lo farò, se questo servirà a fare spazio, dentro di me e sulla mia pelle ed accogliere tutte le voci del mio passato, tutti i miei venti . Ascol

INTANTO

"Hey Jack, stasera, invece, che hai?" "Ho il sole, che tramonta ad ovest. Una cicatrice in più. Un analgesico appoggiato sul cuore ed il ricordo di un amore a tenermi compagnia. E tu, fratello che hai? Visto che me lo chiedi ." "Io ho la luna, che sorge ad est. Due ferite fresche in più. Il cuore appoggiato sul comodino, dove di solito tengo gli analgesici ed un amore perduto, a ricordarmi che sono vivo." Le nuvole giocano a tris nel cielo.  Intanto. Le onde eccitano i sassi a riva.  Intanto. Le api percorrono più di centocinquantamilachilometri per un po' di miele.  Intanto. Ed il gin invecchia dentro alla quercia.  Intanto. "Non crucciarti fratello per ciò che non puoi avere, adesso! Pensa piuttosto a ciò che hai dato.  E ricorda non tanto perché lo hai fatto, ma come lo hai fatto." "Ok. Ci proverò, fratello. Ne ho fatta di strada, comunque, intanto." "Sì Jack. Lo so. È per questo che te lo dico".

Blue Marlin

" Che hai oggi, Jack?" "Perché me lo chiedi?" " Parli poco ed è da stamattina che guardi le barche passare" "Sono solo un po' malinconico." " E da dove arriva la tua malinconia, Jack?" "Non lo so di preciso. Credo sia un tratto della mia anima, che ho scoperto essere più delicata di quello che pensavo, effettivamente. " " Non ti facevo così delicato, infatti, Jack!" "In che senso?" " Nel senso che bisogna maneggiarti con cura!" "Dici?" " Si, fratello, è proprio così!" "Allora ricordatelo e maneggiami con cura" " Ok fratello, me lo ricorderò.  Alla malinconia non so se si può sfuggire, ma soprattutto mi sembra che tu non voglia sfuggirle affatto! Ma ricordati che se la si vive da soli, a volte, può svoltare in tristezza, ma se la si condivide può trasformarsi in poesia" "Se ti va, allora, fratello, stasera, resta e fammi compagnia."

ALTAMAREA

"Ehi Jack quante lacrime hai versato?" "Poche, fratello. Troppo poche.  Non me lo potevo permettere.  I capricci non si fanno, dovresti saperlo" "E non hai nostalgia di tutte quelle lacrime che non ti sei potuto permettere?" "Sì, fratello. Una fottutissima nostalgia. Come ho nostalgia del bimbo capriccioso che non sono mai stato." " Ti confido un segreto: anche io ho voglia di piangere stasera, il terzo giro di tequila è quello che mi frega, puntualmente.  Perché non ci buttiamo in mare? Le stelle sono alte nel cielo.  Nessuno ci noterà. Io mi toglierò di dosso la puzza di alcol e tu, tu  potrai piangere! Piangere tutte le lacrime che non hai versato e sbattere i piedi a più non posso! Nessuno penserà che sono i capricci del bimbo che ti porti dentro, crederanno semplicemente che è il modo più comune per stare a galla. Non se ne accorgerà nessuno che stai piangendo, fidati, solo tu, il mare ed io che però sono troppo ubriaco per ricordarmelo

In questo tempo nuovo

Ho fatto ripetute immersioni con la pelle e con l'anima, e poi ho atteso, che il sole e l'aria le asciugassero. Senza fretta , questa volta. Ho ascoltato il silenzio, in questo tempo nuovo. Il silenzio buono , quello che cura e non fa male. Ne avevo dimenticato la bellezza, o forse, non ne ero mai stata all'altezza. Mi sono svuotata . L'ho dovuto fare, completamente, solo così avrei potuto davvero riempirmi di sale e rigonfiarmi di vento. Ho visto gabbiani agitarsi dentro di me, ed un pesce lucente guizzarmi fuori dal petto. Ho aspettato che la marea calasse per ritrovare il mio scoglio che sapevo non poteva essersi perduto, nonostante le mareggiate. Nel rotolare ritmico e terribilmente melodico dei sassi trascinati dalle onde, ho riconosciuto il peso delle mie pietre interiori ed ho deciso di  lasciarle andare . Infine, ho chiesto al mare di disinfettare l'ultima ferita , quella che ancora fatica a guarire. Poi, con estrema delicatezza , mi son

J (joule)

Il mare è agitato, schiuma furioso. Imbeviamoci di questa energia,  fino all'ultima goccia. Dissetiamoci. Ce la restituiremo più tardi. Al frinire delle cicale.    ph: Aug 2, 2021. 

Fosse anche una chimera

Fosse anche una chimera, avrebbe alito di mirto e saprebbe di rosa e di gelsomino. Basterebbe il suo odore per farmene innamorare, ed il viaggio per cercarla avrebbe già meritato ogni sforzo. Potessi, di quel misto di rosa, mirto e gelsomino, ne farei un'essenza per mettermene due gocce sulla pelle, ogni mattina, al risveglio. Come faceva mia madre con me, con l'acqua di viole, quando ero bambina. Di quel profumo io ricordo la delicata persistenza e la duratura serenità che sapeva regalarmi. Di cosa abbiamo davvero nostalgia ? Pelle di ambra. Odore di fichi maturi. Latte e miele. E di un posto perduto e ritrovato. Oggi benedico la mia inquietudine che mi fa chiedere ancora cosa mi manca. Le riservo un posto riparato dentro alla mia anima, perché è in quel posto che i segreti si svelano, ma sottovoce, ed è lì  che il desiderio si lascia esplorare. E' grazie a lei se la percezione del mondo avviene anche sottopelle e l'anima può scoprirsi piccina piccina d

121 decibel

Navighi ancora in mare aperto, Jack! Lo so. Come farai ad orientarti? Seguirò l'istinto, fratello. Ho finalmente imparato a fidarmi di me, ma anche ad evitare le correnti ingannevoli. Senti, ma tu, tu invece, cambiando argomento, ma neanche troppo, hai mai sentito il verso che fa il bruco nel momento in cui vira a farfalla? No, Jack, mai. Io sì, è un gemito che spacca i timpani. 121 decibel. Esiste una soglia del dolore, fratello, oltre la quale se qualcosa ti muore dentro, lo fa per sempre. Temporanea necessità. Ma ci sono anche farfalle bellissime che paiono fatte con la seta mulberry. Vederle partire in volo è come ammirare l'ombra della luna, e' come saper vedere l'argento nella scia della lumaca, e' come guardare la danza di un singolo petalo mentre cade a terra e subirne un fascino antico e assai potente. La bellezza è nei suoi effimeri dettagli, non dimenticartelo mai, fratello! Parli difficile Jack, non ti seguo, io sono un uomo di terra e

Scoprirsi paziente nella stanza dei sogni

Si sdraia la mia anima. Paziente. Di cosa hai paura? Di non avere più tempo. O di averne troppo. Dove lo senti tu il dolore? Ma che domanda è? Non c'è un posto preciso per il dolore. O forse, sì. In ogni caso, tu plana con la leggerezza del cormorano sulle mie acque, mi raccomando! Si increspano per molto poco, ancora. Sento echi che rimbombano da molto lontano. Farò silenzio intorno e dentro di me, per decifrarli meglio. Perché si piange? Per mille motivi. Anche per tutto,  ma non per niente. Perché si ride? Per mille motivi. Anche per niente,  ma non per tutto. Ti ho regalato la mia anima e i miei sogni più segreti. Quelli che all'alba diligentemente dimenticavo.  Fanne tesoro. E raccontami una storia. Ti ascolterò, altrettanto diligentemente.  È la mia e non mi voglio distrarre. L'energia non si crea.  Si trasforma soltanto. Come torce bruciamo del nostro stesso fuoco sacro.  I pensieri e l'anima si incendiano più facilmente, nel bene o nel male.  La pelle, invece, s

I ciliegi fioriscono tardi nell’Hokkaido

Poi arriva il giorno in cui gli argini cedono, e le dighe logorate dall' eccesso di cure, crollano. Cadono le impalcature e le barriere franano sotto il peso di sé stesse. Gli uomini costruiscono pinnacoli sulle chiese con l'illusione di raggiungere il cielo, ma è solo una ulteriore necessità di distribuire il carico a terra. Finalmente arriva quel giorno in cui, come per magia, capisci che il tuo scheletro non e' fatto solo di minerale denso, ma anche di aria che ti vibra dentro, e tu, ti scopri flauto di Pan nel tuo canneto di bambù. I flussi allora finalmente possono inondare il tuo cuore  e la corrente scorrere energica, portando a valle, ogni tuo detrito. Soffia quel vento anomalo da cui ti sei sempre protetta,  sempre, ma non ora, non più. Ricordi tutto  e tutto riprendi. Ma senza piu' paura. È il flusso della vita quello che ci fa tremare, come lucciole in mezzo ad un bosco scuro. Spettacolo notturno di vibrazioni luminose. È la vita che ti si pone davanti come u

L'Amaranto

Jack aveva venduto la sua tromba. Eravamo rimasti lì.  Sì, l'aveva venduta per poco più di una cassa di buon gin, quella sera che la tequila e la malinconia lo avevano ingannato più del solito.  Quel filibustiero che se l'era presa, pareva avesse rubato le mani a dio per come muoveva le dita su quei tasti, i suoi tasti!  E Jack, ogni volta che lo sentiva suonare, credeva di diventare pazzo. Ma, il farabutto non aveva il cuore di Jack, né soprattutto i suoi anni e così, inizio' a suonare pezzi che piacevano agli altri piu' che badare a ciò che aveva dentro.  Il suo berretto era sempre pieno di monete e di buon tabacco.  Non come quello di Jack. Lui aveva una caverna al posto del cuore e quindi suonava soltanto quello che gli rimbombava dentro. Altro non sapeva fare, non poteva più. Quando suonava lui, solo le donne piangevano da dietro il bancone e i cani che, però, non avevano spiccioli. Così Jack, se suonava, suonava l'odore del mandarino che aveva la pelle della s

Physis

Ci sono luoghi (non posti, questo l'ho imparato), la cui storia riesce ad uscire dallo spazio fisico che la contiene. Oggi ne ho visto uno.  E' successo nei vecchi padiglioni color Camel dell'area dismessa del Policlinico. Incuriosita dai racconti dei giovani con cui ho la fortuna di condividere i turni di lavoro, sono andata a curiosare... Bam! Tikitikibombom! Un tuffo cuore! Odore di polvere e di cloroformio. Vecchie insegne di una nostalgica " ars curandi " e un " non entrare, suonare il campanello, grazie " affisso, non fuori dalla stanza di un albergo quattro stelle, (semiotica di un amore frettoloso), ma sacrosanto ammonimento della quiete di cui ha bisogno l'anima, prima che il corpo, per rinsavire.  Ovunque, perfino nei bagni dalle mattonell