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TRIAGE

       (+9 DEA)

Tu di cosa sei morto?
Di k fegato. Mi hanno ucciso i troppi bicchieri, ma era sempre l'ultimo quello che mi consolava.

Tu?
Non so di preciso. So che ero plumbeo e secco quel giorno e che fuori pioveva. L'acqua non è riuscita ad irrigarmi.

Tu?
Temo di sensi di colpa. Mi inseguivano come ombre viste al tramonto. Ed io correvo, ma inutilmente. Sarebbe bastato guardarle col sole di mezzogiorno. 
Ma ormai è tardi. Notte fonda.

Tu? 
Troppe cellule mi affollavano il midollo come i pensieri, del resto.  Non c'era più spazio per niente.

Io di ascite. 
Mi ci sono inzuppato fino ad annegarvici. Un po' come capita, a volte, con la malinconia.

Io di aneurisma. Ricordo solo che ero felice fino ad un minuto prima dell'esplosione.

Io sono stato centrato in pieno. Tre ore fa. 
Da un tir guidato da un tizio. Forse un malore lo ha colpito e lui me. 
Effetto domino. 

Io sono precipitato da 10 metri. Politrauma. 
Dell'oro fuso tra le mie ossa rotte avrebbe forse fatto di me un capolavoro. 

Io sono morto di fibrillazione ventricolare. Non c'era nessuno con me in quel momento.  Sono anni che nessuno mi accarezza più, figuriamoci massaggiarmi il cuore. Olio di argan.

Tu?
Io di vecchiaia. 
Novantotto candeline e non più un filo di fiato per spegnerne ancora una. Così sia. Pfffff!

Io ero talmente attaccata alla vita, da non badare a quelle fitte al capo; sì ti capisco, io ignoravo quelle al basso ventre. 
Siamo morte di paura, quindi? 
Sì. Credo di sì. 
Paura di morire e dunque di vivere.

Io di Covid, sì esiste ancora.
Io di rene. Non filtravo più nulla.
Io di sepsi. Ribellione totale.

C'è tanta gente da queste parti. 
Sì. 
Affollato questo DEA.
Già.
Anche stanotte.

Ci sono anche quelli che curano.
Chissà cosa pensano poi loro della malattia e della morte.
Già. 

È quasi l'alba. 
Tra poco inizia un altro giorno.

E la storia continua 
e si ripete.
(...)