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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

GLI AMORI A PRIMA VISTA

Stava in basso a destra, sul pavimento, in mezzo ad una miriade di altri pensieri materici, sculture pensanti, astrazioni concrete e sublimazioni visibili ad occhi nudo.  Ci siamo guardati. Io ho cercato di distrarmi con dell'altro, ma niente. Tornavo sempre lì. Allora ci siamo riguardati e poi lo abbiamo fatto ancora, prima a distanza poi sempre più da vicino. Come due cani ci siamo annusati, avvicinati ancora un po', riguardati ed infine scelti.  L'ho portato a casa con me.  Lui mi ha trascinata con sé.  Ora ci guardiamo.  Io dal divano.  Lui dalla parete. Cosa mi vuoi dire? Che: il doppio è in noi E' nel nostro cervello: a sinistra l'homo faber, a destra l'homo ludens.  È un fatto culturale, universale, trasversale. Ne prendo coscienza. Il doppio è nella dialettica interiore in cui ė bene infilarsi anche a rischio di perdere il filo del discorso. È il tempo arcaico di cui abbiamo nostalgia e nessuna memoria.  È l'onnipotenza dei pensieri e la sua latente

SETTE BACI ALLE SPOSE

Oggi c'è una festa  La festa di Stefania e Emanuela. Le spose. Stefania è bellissima. Emanuela è bellissima. Stefania e Emanuela sono felici, assieme. Mai dare per scontato l'amore. Io ti amerò col bel tempo.  Io quando piove  ed i vetri parlano, le pozzanghere parlano, gli ombrelli parlano, i k-way parlano e la terra, bagnata, gode. Io ti amerò quando maturano le fragole,  spuntano i giacinti, sboccia il fiore dell'anguria e si prepara il pesto.  Io quando si bucano le gomme, si masticano le gomme, si comprano le gomme (ed anche i fogli e le matite). Il futuro non esiste, lo sai. Infatti. Io ti amo Adesso.  Ad-essa, a dirla tutta.  Io a te e tu a me.  A volte funziona.  Emanuela è felice.  Stefania è felice.  Un bouquet da sposa porta fortuna.  E Due? É Bingo!! Oggi c'è una festa.  Quella di Emanuela e di Stefania, le spose. Emanuela è bellissima. Stefania è bellissima. Oggi è sbocciato un giacinto dalla terra bagnata e con le fragole rosse ci s

LUDO-PATIA

Ludovica è la mia vicina di casa. Tre piani sopra di me. Condividiamo le entrate e le uscite dal portone, qualche sorriso e due chiacchiere alle ore più improbabili nell'atrio, come ieri sera. Un giorno è  capitato di non vedersi più per un po'. Succede nella vita di doversi rintanare come fanno gli animali feriti, da qualche parte. Ma quando ci ritroviamo, ecco che succede in un'altra dimensione. Nei suoi quadri. Precipito letteralmente, nel mondo di Ludovica. Ci casco dentro come Alice nel paese delle meraviglie. E mi faccio piccola piccola perché il suo mondo mi pare immenso.  I quadri di Ludovica sono una storia, mille storie, sono cambi di scena improvvisi, sono istantanee della vita con il flash che ti stordisce per qualche minuto. Sono esplosioni di colore cioè esplosioni di vita, di sentimenti. Contrasti puri, decisi e sfrontati, divertenti e dolorosamente ironici. Che poi cosa è la vita se non un grande gioco di carte che

Dïàpaṡon

Il suono della campanella infine è arrivato. È riecheggiato forte e deciso, strampalando fuori dalle finestre spalancate. È rotolato giù dai muri per saltellare sopra i sassi delle strade.  Ha preso il volo assieme alle farfalle, alle libellule e a qualche desiderio. E, nel mentre, mi è vibrato dentro.  Mi ero scordata di come vibra. Diapason. A mia insaputa, mi si è infilato nel timpano e ha rimbalzato nella cassa toracica, muovendosi dentro di me con passo dinoccolato. Ci sono emozioni che tornano, quando meno te l'aspetti. Succede anche con alcuni ricordi. Il suono della campanella e la pallina di carta e scotch, l'albero di cachi dietro alla finestra, le mie matite e i pennarelli blu, il crocifisso appeso storto, l'Italia politica e quella fisica.  Le occupazioni, le assemblee di istituto, l'arancio del manifesto, la smemo e le questioni di lana caprina, i satiri e la satira.  La matematica teorica e quella applicata. La vita applicata, in teoria.  I colori primari

GEOMETRIA APPLICATA PER PRINCIPIANTI

C'è tempo in cui si è sfera. Trasparente o caleidoscopica poco importa. È una questione di forma. La sfera è liscia e senza spigoli,  è la biglia che rotola veloce, è il cristallo tondo della fattucchiera che tutto sa e vede il futuro perché sarà esattamente come deve essere. Quando sei sfera, di solito, metti la mano sul fuoco e togli le castagne dal fuoco. Rotoli. Su strade già disegnate. Poi arriva il tempo della piramide. È il tempo degli spigoli, la base resta allargata e ben poggiata a terra, ma un angolo si conficca nel fianco del cielo. Esiste la verticalità. Scivoli sui tuoi lati come sulle montagne russe e urli come un bimbo eccitato. Custodisci dentro un sepolcro inaccessibile, vietato soprattutto ai turisti curiosi. Poi ecco il tempo del cubo. Un cubo poliedrico si intende, di quelli rotabili a 360 gradi. Il cubo di Rubik per fare un esempio. Sei facce, nove adesivi, diversi colori,  configurazioni possibili nell'ordine dei miliardi. Insomma questa è una fase int