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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Ehi, come stai?

Abbiamo tutti un bambino interiore da accudire.  Forse ce lo siamo dimenticati fuori da scuola, mentre i cachi penzolavano sugli alberi o al parcogiochi, d'autunno. Forse è successo di notte, nella nursery dell'ospedale o in quell'estate al mare che il sole spaccava i granelli di sabbia in due, o forse è accaduto quel pomeriggio che fuori pioveva e i grandi, in casa, discutevano. Ce lo siamo scordato in qualche angolo quel bimbo, ma quel che è peggio è che non siamo più andati a cercarlo per guardarlo in faccia e dirgli: "ehi, ciao, come stai? Piacere, io sono quella che sei diventata!" Ho una strana nostalgia dentro .  Ora so che ho  nostalgia anche di questo. Di te. Avevo bisogno di cercarti e di ritrovarti. Oggi vorrei poterti guardare, mentre giochi. Vedere come prendi le foglie e come le butti all'aria o cosa scegli per fare gli occhi e le braccia al tuo pupazzo di neve. Vorrei vedere se, quando cadi, piangi e, in tal caso, come ti asciughi gli occhi e ti

UTERO ROCCIOSO

Recentemente ho fatto un viaggio che per me era importante fare. Sono tornata al paese d'origine, d'inverno. Il paese in questione è un piccolo villaggio arroccato sulle colline dell'entroterra calabro. Si erge su grotte naturali, attualmente di grande interesse speleologico, perché, a quanto pare, l'origine di questi antri si perderebbe nella notte dei tempi. Da piccina, andavo con le mie zie a portare gli avanzi del pranzo ai maiali che, in quelle grotte, alloggiavano. Mi piaceva passeggiare per i pendii che odoravano di fichi maturi e di gelso selvatico, portando in braccio l'enorme secchio azzurro contenente le "corchie" dell'anguria, come le chiamava zia. Io, a quelle bucce d'anguria, ci lasciavo volutamente appiccicata molta polpa succosa (sempre sperando che nessuno dei grandi se ne accorgesse, durante il pranzo), perchè sapevo che, con quei resti, ci avremmo nutrito Ciccio, Spatino, Rosina e Nenè, ed io, a loro, ci tenevo. Mi premeva c