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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Senza Sussurri

Lacrime. Resina di pino. Ho chiesto al mare di mostrarmi il suo mistero. Ma tu, mare, saresti lo stesso senza l'uomo ad accogliere la tua inquietudine? Ti agiteresti comunque, inciamperesti in onde fruscianti, saporose di vita? Sai amico, temo di no. Allora rotolati pure ed agita la mia anima in ascolto di te.  Naufragami alla deriva di me stessa. Il cielo lampeggia  oltre l'orizzonte stipato di salsedine. Che fai? È notte fonda! Gli umani dell'emisfero boreale dormono, stolto! Chi pensi si curi di te e dei tuoi spettacoli, cabaret d'autore? Poesie silenziose, le tue, sulla nera lavagna di stelle tremule e timorose.  Mi spaventa la tua audacia, lo sai? Ma sia. Sia. Ombrelloni chiusi restano, nella notte blu cobalto. Paiono missili pronti al lancio, traiettorie che trapassano un cielo di carne. Restate, vi prego, come spaventapasseri infilzati in quel campo di girasoli che è il mio cuore. Un mistero enorme ci avvolge, mentre la notte abbraccia le stelle, amandole, senza

Colonne d'Ercole e tabù

Che fine ha fatto Jack? Jack è alle prese con la sua pagina bianca.  Cotone e latte. È alle prese col mare di mezzogiorno, quando l'acqua si fa oro e cola nell'iride, accecando. La bottiglia del gin è vuota, ma Jack non sente più il bisogno di riempirla, perché ormai ha scoperto il profumo del ginepro. Jack si è fatto cactus.  Versate tutte le lacrime che aveva in corpo, ora vive in un deserto sacro.  Sa che poche gocce sono quelle che danno vita. Sorride senza pretese. Ormai la sua pelle profuma di aloe. È più pianta che uomo. Si chiede ancora perché gli uccelli non cadano e sogna ancora di avere le ossa del rapace ed i pensieri del paguro, ma ormai ha capito che il vuoto non è uno spazio da riempire a tutti i costi e  che il silenzio è la scenografia delle esibizioni più belle. Il rumore non fa più per lui, né la voce alta, non la rabbia, non l'indifferenza, neppure gli spazi limitati. Vuole ascoltare, più che essere ascoltato e seminare più che raccogliere. Per questo ha

Fiori recisi. Estirpate dal vento. Madri con figlie

Oggi, per la prima volta esco con un pezzo non mio, ma di una persona che sa scavarmi dentro come pochi, pur essendoci viste una volta.  Una soltanto. Il mio grazie a Barbara Colombotto Rosso che sa trapassarmi, ogni volta. Che cosa sono gli Aforismana di Barbarah Katia Guglielmana, coautrice di Tributo Naturale (Univers Edizioni, 2021) insieme ad Ilaria Francesca Martino?  Sono una sorta di divertissement al rovescio, anziché distrarre l’uomo dai propri problemi esistenziali, secondo il significato filosofico dato al termine da Blaise Pascal, lo avvicinano, lo inducono alla riflessione, lo provocano con grazia, una specie di gentile irriverenza.        Sono un gomitolo, nero o rosso, che si dipana sotto lo slancio vitale ed impulsivo della loro creatrice, assumendo la forma di un esile personaggio, forte come un giunco, che richiama alla memoria i disegni infantili con le loro crude, ma rassicuranti verità, oppure quegli efficacissimi disegni rupestri con i quali gli uomini primitivi

Note di Luna

Parlami delle tue vene. Dei tuoi letarghi. Delle tue maree. Dei tuoi naufragi. Parlami della tua bellezza e poi fanne perlage d'oro da appoggiare sulla mia lingua. Parlami della morte e della possibilità di una resurrezione. Dammi una pietra da spostare sul sepolcro ed un bouquet di gelsomini blu. E rose. Dammi rose d'ogni colore per abbellire il mio giardino, nei giorni dell'inverno. E la mentuccia E il cardamomo. Dammi uno spicchio di te, amaca di cellule,  per cullare il mio cuore di carne tremula. Dammi i gabbiani e la pace. Raccontami la tua storia. Parlami degli svincoli, a luci spente,  e delle gallerie scavate dentro alle tue montagne di alluminio e magnesio. Parlami delle frane che hanno generato i crateri dove oggi custodisci l'acqua per nutrire i tuoi girini. Parlami di tua madre e delle sue mani di perla, soprattutto di quelle e di tuo padre e dei suoi capelli di vento, soprattutto di questo. Parlami dell'uovo che ti ha contenuto. Guscio di stelle.