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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Transfer(t)imenti in posti giusti

Esiste un posto dove un geco può sentirsi libero di credersi una coccinella a pois ed una giraffa un colibrì? Un posto dove un padre può addormentarsi con una fiaba e la luce accesa ed una madre piangere come una bimba capricciosa? Un posto dove la formica può godere con la briciola di pane, non solo nutrirsi e la farfalla avere ribrezzo per il bruco? Lo cerco. Cerco quel posto.  E so che c'è. Me ne hai parlato poco fa. Mi chiedi di rompere gli argini, ma di mestiere ho fatto il castoro. Mi alzi l'asticella, ma sono una nana, lo vedi? Sollevi la polvere dentro al mio cuore che soffre d'asma. E lo sai. Confondi i miei pensieri e la mia anima. Mi fai credere nella nebulosa protosolare che esploderà in un nuovo pianeta. Il mio . Mi riempi di desiderio dell'esplorazione, ed io trabocco, non resisto. Anche questo lo sai. Mi tiri giù come un aquilone quando io credo di aver trovato il vento giusto. E subito dopo mi dici "ora riprova, era solo un refolo". Mi rilanci

ED

Oggi è l'Emergency Day. Un day come un altro, non fosse che qualcuno senta  l'urgenza di onorare qualcosa o di difendere qualcos'altro che ancora ha bisogno di essere difeso... Ecco allora il D-day, l'Earth day, il Poetry day, la giornata internazionale in difesa dell'omofobia (perché ancora  non abbiamo capito il potere dell'amore) e allora anche il Family day (in caso in cui dovessimo chiarirci le idee, su molto altro...). Potrei troppo facilmente perdere il filo, ma ho altre urgenze, così   torno all' E-Day. Oggi, 27 maggio. Undici anni fa ho iniziato a familiarizzare con questo concetto, l'urgenza , io, apprendista internista, improvvisamente catapultata sul set di un film troppo realista, la cui pellicola gira a velocità doppia... L' emergenza è l'equilibrio che si rompe, all'improvviso. È l'imprevisto che bussa alla tua porta, senza invito. È la diagnosi che cambia la tua vita, per sempre. È il dolore toracico che ti fa a

RIPARAZIONI

Quante volte abbiamo riparato? Quante cose abbiamo riparato? Ma, soprattutto cosa abbiamo riparato? Riparare .  Sul vocabolario della lingua italiana: rimettere in buono stato. Ma anche difendere, proteggere. e, nel tardo latino, addirittura tornare in patria. Ho riparato poco, allora. Non sono brava a rimontare i pezzi rotti, nè ho un gran senso dell'orientamento. Però qualcosa ho riparato. I tagli, per esempio. Le ferite. Quando le  riparo , puntualmente mi chiedo "combaciano ancora i due lembi?"  Ma se per caso non è così, avviso: " è una questione di sostanza, signore, io farò del mio meglio, certo, non dubiti,  però non posso garantirle che tornerà tutto come prima!" Una volta ho rotto i freni della bici e, non sono stata capace di ripararli .  Così ho dovuto fare solo salite, evitato accuratamente le discese ed ogni possibile accelerata, gli incroci e tutte le rotatorie. Ma soprattutto ho dovuto tenere sempre la medesima velocità, cioè quella di sicurezza.

INTANTO

Mi sento un animale. Uno di quelli destinati per natura al letargo, ma che in letargo non ci è mai andato. Contronatura, è rimasto sveglio. Ha tenuto su il battito cardiaco ed il respiro. Ha mantenuto gli occhi aperti ed il cuore in allerta. Orsa, senza pelliccia e senza riserve di grasso, ha sbattuto i denti per tutto l'inverno. Ha capito come si sente il lombrico e che la luna, anche se piena, non scalda.  Un tasso senza tana,  una tartaruga dispersa in un ghiacciaio perenne. Una rondine senza traiettoria. La vedevano volteggiare sul far della sera, sgraziata. Càpita, senza vento tra le ali.  Pareva un uccello malato, visto da terra. Invece lei danzava, danzava la sua danza e cercava il profumo del gelsomino, per orientarsi. Comunque, la primavera è arrivata. Gli animali si svegliano dal letargo, le farfalle escono dal bozzolo, le lucertole si ricordano del sole, i gechi dei muri, i colibrì della goccia d'acqua che disseta,  gli invertebrati, uscendo alla luce, si chiedono