Oggi è l'Emergency Day.
Un day come un altro, non fosse che qualcuno senta l'urgenza di onorare qualcosa o di difendere qualcos'altro che ancora ha bisogno di essere difeso...
Ecco allora il D-day, l'Earth day, il Poetry day, la giornata internazionale in difesa dell'omofobia (perché ancora non abbiamo capito il potere dell'amore) e allora anche il Family day (in caso in cui dovessimo chiarirci le idee, su molto altro...). Potrei troppo facilmente perdere il filo, ma ho altre urgenze, così torno all' E-Day.
Oggi, 27 maggio.
Undici anni fa ho iniziato a familiarizzare con questo concetto, l'urgenza, io, apprendista internista, improvvisamente catapultata sul set di un film troppo realista, la cui pellicola gira a velocità doppia...
L' emergenza è l'equilibrio che si rompe, all'improvviso.
È l'imprevisto che bussa alla tua porta, senza invito.
È la diagnosi che cambia la tua vita, per sempre.
È il dolore toracico che ti fa arrestare il cuore, senza che lui, poveretto, abbia commesso alcun misfatto.
E' il minuscolo vaso intracranico che si chiude e tu diventi invalido per sempre (non valido più. A cosa? Alla vita. Quella di prima, certo).
È il trauma cui non eri pronto, o il politrauma, quando più ossa ti si spezzano.
Frida Kahlo avrebbe onorato il 27 maggio. Ma anche Klein, con il suo infarto che lo stronca a 31 anni. La Wolf sarebbe forse sopravvissuta al suo annegamento e Antonia Pozzi, con la Marylin, alla overdose di barbiturici. Silvia Plath avrebbe beneficiato della camera iperbarica ed anche Cleopatra, con l'antidoto giusto, sarebbe scampata al morso del serpente!
A volte cambiamo destini, ma chissà se ne abbiamo poi il diritto!
Certo ci sbattiamo il muso, noi contro quel muro. Quello del destino. Noi medici dell'urgenza. Pugili con il naso eternamente tumefatto.
Troppe volte mi chiedo se ci sia un limite e soprattutto qual è. Così da poterlo rispettare.
L' Emergency Day è non tanto per ricordarci che i PS sono sempre aperti, acca ventiquattro, ma per ricordarci l'urgenza del vivere.
