Esiste un posto dove un geco può sentirsi libero di credersi una coccinella a pois ed una giraffa un colibrì?
Un posto dove un padre può addormentarsi con una fiaba e la luce accesa ed una madre piangere come una bimba capricciosa?
Un posto dove la formica può godere con la briciola di pane, non solo nutrirsi
e la farfalla avere ribrezzo per il bruco?
Lo cerco. Cerco quel posto. E so che c'è.
Me ne hai parlato poco fa.
Mi chiedi di rompere gli argini, ma di mestiere ho fatto il castoro.
Mi alzi l'asticella, ma sono una nana, lo vedi?
Sollevi la polvere dentro al mio cuore che soffre d'asma. E lo sai.
Confondi i miei pensieri e la mia anima.
Mi fai credere nella nebulosa protosolare che esploderà in un nuovo pianeta. Il mio.
Mi riempi di desiderio dell'esplorazione, ed io trabocco, non resisto. Anche questo lo sai.
Mi tiri giù come un aquilone quando io credo di aver trovato il vento giusto. E subito dopo mi dici "ora riprova, era solo un refolo".
Mi rilanci come un pallone fuori area, con un colpo deciso, proprio quando io credevo di aver fatto goal.
Subisco questa seduzione, senza inganni.
Mi chiedi di essere libera.
Di non allevare mai un cuore borghese.
Di non predicare la coerenza ma piuttosto di familiarizzare con l'incoerenza repressa.
Di essere capricciosa, di mettere il broncio, di farti un torto, almeno una volta, se te lo meriti, di andare ben oltre la piatta rispettabilità che non ci appartiene.
Mi chiedi di spogliarmi ancora e ancora di più e di accogliere le possibilità.
Cosa resterà di me?
I venti soffiano. Ed io peso solo pochi grammi.
Sufficienti per continuare ad amarmi e ad amare.
Non intendevi questo?
Scusa. Io ho capito così.
Proprio così. Io mi cresco fra i ricci di castagne e le alghe dell'oceano, tra gli aghi dello zerbino e i pollini dell'allergia, tra una madre che mi occupa il grembo e un padre che ha venduto l'autorità. La mia foglia la disinfetto col rhum e la stiro senza usare il vapore, ne esce un insetto che sogna di volare. E come la vostra luna è felice di essere pensata il mio germe gode d'essere imbevuto.
RispondiEliminaROSA CANINA
Mi permetto un appunto terminologico: luoghi e non posti.
RispondiEliminaDi posti ne esiston molti ma pochi sono i luoghi dove noi possiamo essere noi stessi nelle nostre molteplici sfaccettature.
Mio pensiero è che il primo luogo siamo proprio noi.
Con le nostre stanze, i nostri laboratori interiori. Il luogo principe dove nascono le idee da sperimentare, si coltivano i germogli dei sogni, dove laviamo i nostri panni e torniamo a tirare le somme.
Il secondo luogo sono i figli. La stanza degli specchi.
Luogo strano dove ti devi assicurare che l’immagine riflessa non sia la tua.
Specchi da tenere lucidi con la coerenza, l'onestà e la trasparenza che è loro dovuta.
Stanza da arieggiare con i venti migliori perché saranno i nostri aquiloni e dobbiamo allenarli a volare senza filo.
Il terzo luogo è il nostro cuore.
Il luogo che faremo abitare a chi se lo merita. In cambio abiteremo il suo.
Clausola inderogabile, accogliere il pacchetto completo: farfalle, aquiloni, castori, asma, incoerenza, capricci, desideri di esplorazione.
Poi ci sono i luoghi dell’anima, un mare, una montagna, un bosco in cui ripariamo per ripararci.
Questi sono i luoghi dove la giraffa ha ali veloci, la farfalla può schifare il bruco, un castoro ribelle scolpire betulle dimenticandosi della diga, una mamma fare capricci e un papà addormentarsi con una fiaba.
Questi i luoghi che cerco di custodire.
I luoghi in cui ci amiamo ed amiamo.
P.H.D.
Mi è piaciuto particolarmente il suo commento! Grazie.
EliminaSono luoghi sì, ha ragione! Lascio posti, non modifico, a posteriori, non ci sta... Apprendo e affino...a presto!
https://m.youtube.com/watch?v=HAgKUtBTefA
RispondiEliminahttps://m.youtube.com/watch?v=s6PjJsfE6LE
G.iovanni