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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Scoprirsi paziente nella stanza dei sogni

Si sdraia la mia anima. Paziente. Di cosa hai paura? Di non avere più tempo. O di averne troppo. Dove lo senti tu il dolore? Ma che domanda è? Non c'è un posto preciso per il dolore. O forse, sì. In ogni caso, tu plana con la leggerezza del cormorano sulle mie acque, mi raccomando! Si increspano per molto poco, ancora. Sento echi che rimbombano da molto lontano. Farò silenzio intorno e dentro di me, per decifrarli meglio. Perché si piange? Per mille motivi. Anche per tutto,  ma non per niente. Perché si ride? Per mille motivi. Anche per niente,  ma non per tutto. Ti ho regalato la mia anima e i miei sogni più segreti. Quelli che all'alba diligentemente dimenticavo.  Fanne tesoro. E raccontami una storia. Ti ascolterò, altrettanto diligentemente.  È la mia e non mi voglio distrarre. L'energia non si crea.  Si trasforma soltanto. Come torce bruciamo del nostro stesso fuoco sacro.  I pensieri e l'anima si incendiano più facilmente, nel bene o nel male.  La pelle, invece, s

I ciliegi fioriscono tardi nell’Hokkaido

Poi arriva il giorno in cui gli argini cedono, e le dighe logorate dall' eccesso di cure, crollano. Cadono le impalcature e le barriere franano sotto il peso di sé stesse. Gli uomini costruiscono pinnacoli sulle chiese con l'illusione di raggiungere il cielo, ma è solo una ulteriore necessità di distribuire il carico a terra. Finalmente arriva quel giorno in cui, come per magia, capisci che il tuo scheletro non e' fatto solo di minerale denso, ma anche di aria che ti vibra dentro, e tu, ti scopri flauto di Pan nel tuo canneto di bambù. I flussi allora finalmente possono inondare il tuo cuore  e la corrente scorrere energica, portando a valle, ogni tuo detrito. Soffia quel vento anomalo da cui ti sei sempre protetta,  sempre, ma non ora, non più. Ricordi tutto  e tutto riprendi. Ma senza piu' paura. È il flusso della vita quello che ci fa tremare, come lucciole in mezzo ad un bosco scuro. Spettacolo notturno di vibrazioni luminose. È la vita che ti si pone davanti come u

L'Amaranto

Jack aveva venduto la sua tromba. Eravamo rimasti lì.  Sì, l'aveva venduta per poco più di una cassa di buon gin, quella sera che la tequila e la malinconia lo avevano ingannato più del solito.  Quel filibustiero che se l'era presa, pareva avesse rubato le mani a dio per come muoveva le dita su quei tasti, i suoi tasti!  E Jack, ogni volta che lo sentiva suonare, credeva di diventare pazzo. Ma, il farabutto non aveva il cuore di Jack, né soprattutto i suoi anni e così, inizio' a suonare pezzi che piacevano agli altri piu' che badare a ciò che aveva dentro.  Il suo berretto era sempre pieno di monete e di buon tabacco.  Non come quello di Jack. Lui aveva una caverna al posto del cuore e quindi suonava soltanto quello che gli rimbombava dentro. Altro non sapeva fare, non poteva più. Quando suonava lui, solo le donne piangevano da dietro il bancone e i cani che, però, non avevano spiccioli. Così Jack, se suonava, suonava l'odore del mandarino che aveva la pelle della s

Physis

Ci sono luoghi (non posti, questo l'ho imparato), la cui storia riesce ad uscire dallo spazio fisico che la contiene. Oggi ne ho visto uno.  E' successo nei vecchi padiglioni color Camel dell'area dismessa del Policlinico. Incuriosita dai racconti dei giovani con cui ho la fortuna di condividere i turni di lavoro, sono andata a curiosare... Bam! Tikitikibombom! Un tuffo cuore! Odore di polvere e di cloroformio. Vecchie insegne di una nostalgica " ars curandi " e un " non entrare, suonare il campanello, grazie " affisso, non fuori dalla stanza di un albergo quattro stelle, (semiotica di un amore frettoloso), ma sacrosanto ammonimento della quiete di cui ha bisogno l'anima, prima che il corpo, per rinsavire.  Ovunque, perfino nei bagni dalle mattonell