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Scoprirsi paziente nella stanza dei sogni


Si sdraia la mia anima. Paziente.

Di cosa hai paura?
Di non avere più tempo.
O di averne troppo.

Dove lo senti tu il dolore?
Ma che domanda è? Non c'è un posto preciso per il dolore.
O forse, sì.

In ogni caso, tu plana con la leggerezza del cormorano sulle mie acque, mi raccomando! Si increspano per molto poco, ancora.

Sento echi che rimbombano da molto lontano. Farò silenzio intorno e dentro di me, per decifrarli meglio.

Perché si piange?
Per mille motivi.
Anche per tutto, 
ma non per niente.

Perché si ride?
Per mille motivi.
Anche per niente, 
ma non per tutto.

Ti ho regalato la mia anima e i miei sogni più segreti. Quelli che all'alba diligentemente dimenticavo. 
Fanne tesoro.
E raccontami una storia.
Ti ascolterò, altrettanto diligentemente. 
È la mia e non mi voglio distrarre.

L'energia non si crea. 
Si trasforma soltanto.
Come torce bruciamo del nostro stesso fuoco sacro. 
I pensieri e l'anima si incendiano più facilmente, nel bene o nel male. 
La pelle, invece, si ustiona.

Torneremo ancora e ancora a cercare la parte più vera di noi. Quella che non riesce a morire.
Le cose cambiano solo posto, nulla scompare. Come l'amore, del resto, quello dato e quello ricevuto.

Nei ricordi, come nei risvegli, ci cercheremo per altre mille vite.

Un altro giro di walzer, maestro!
Indossa l'abito lungo stasera la mia anima, ma non inciampero' se mi tieni per mano anche nel prossimo volteggio.

L'amore vero è paziente.
Paziente è la verità.

Non ho paura di dove mi condurrai.
Anzi sì. Ma accetto la sfida.

   Via Morazzone, Pavia.