"Hey Jack, stasera, invece, che hai?"
"Ho il sole, che tramonta ad ovest.
Una cicatrice in più.
Un analgesico appoggiato sul cuore
ed il ricordo di un amore a tenermi compagnia.
E tu, fratello che hai? Visto che me lo chiedi."
"Io ho la luna, che sorge ad est.
Due ferite fresche in più.
Il cuore appoggiato sul comodino, dove di solito tengo gli analgesici
ed un amore perduto, a ricordarmi che sono vivo."
Le nuvole giocano a tris nel cielo.
Intanto.
Le onde eccitano i sassi a riva.
Intanto.
Le api percorrono più di centocinquantamilachilometri per un po' di miele.
Intanto.
Ed il gin invecchia dentro alla quercia.
Intanto.
"Non crucciarti fratello per ciò che non puoi avere, adesso! Pensa piuttosto a ciò che hai dato. E ricorda non tanto perché lo hai fatto, ma come lo hai fatto."
"Ok. Ci proverò, fratello. Ne ho fatta di strada, comunque,
intanto."
"Sì Jack. Lo so. È per questo che te lo dico".
The River tonight.
Il sole tramonta ad ovest
RispondiEliminaTagliando coi suoi raggi il fiume.
L'acqua scorre sempre a foce portando con sé detriti esanime ma non in grado di spazzare via quel riflesso dorato, sentore di un sole che muore per rinascere qualche ora dopo ad est.
Sentore di anime che si pre-scelgono alle origini e imperiture si cercano cambiando ed evolvendosi nel tempo.
Galoppa il nostro Jack. Mi siedo sul capezzale del fiume e lo guardo.
Ancora
Il sole muore per risorgere poco dopo ad est...è vero. È proprio così.
EliminaGrazie
Sì, ne hai fatta di strada Jack.
RispondiEliminaLo capisco dalle tue parole, hai un accento straniero stasera.
Anche le tue mani hanno viaggiato in questi giorni, lo capisco perché sono consumate, come le mie.
Che ne dici delle ferite? Potremo medicarcele insieme?
Conosco un buon rimedio: ci verso sopra qualche lacrima, per disinfettarle.
Dopo, mi servirà un analgesico per i pensieri.
Ma prima finisco il bicchiere davanti alla luna.
Dobbiamo piangere per poter versare le lacrime sulle ferite.
EliminaNon abbiamo un altro metodo, amico?
Oggi non ho voglia di piangere!
Versiamoci del gin, piuttosto! L'alcol si sa, disinfetta bene, anche se brucia un po'.
Raccontami di dove hai viaggiato con le tue mani. Ti ascolto. Mi incuriosisce.
Io, che sono Jack, le mie le ho consumate sui tasti di una tromba, prima che me la portassero via!
Comunque, amico, finisci pure il tuo bicchiere davanti alla luna.
Non ho fretta. Ho imparato ad aspettare, ma soprattutto quel tempo lì, quello davanti al proprio bicchiere, è un tempo assai prezioso!
E va bene Jack.
RispondiEliminaSe mi fai compagnia, il prossimo giro lo offro io insieme alla mia storia.
Chiedi dove ho consumato queste mani eh...
Dobbiamo tornare in quello stramaledetto buco in cui sono nato e ad un tramonto di gennaio.
Non ero più bambino, ma nemmeno un uomo e fu allora che lo vidi: un pianoforte.
Perbacco fratello, non puoi immaginare! Quei tasti bianchi e neri mi hanno stregato...
A quell'epoca non era ancora musica, ma i suoni che uscivano mi portavano aldilà.
Lo suonai quel pianoforte, accidenti se lo suonai!
Poi un giorno mi crebbe la barba e la voglia di partire.
La musica me la portai con me, ma lasciai il pianoforte.
Ora suono ogni dieci anni.
Ieri ho suonato fratello. Ho suonato tanto che il sole è sorto tre volte...
Un altro giro, Jack?
Non conosco la tua storia, ma se vorrai raccontarmela, ti ascolterò. Mi stai simpatico. Mi sembri un tipo sincero, ma soprattutto ti capisco quando parli del tuo pianoforte, perché capisco cosa vuol dire che le mani ti fanno male perché hai insistito sui tasti per suonare la tua melodia. Ti capisco perché conosco il bruciore delle labbra usurate dal soul della mia tromba. Non cambierei tutto l'oro del mondo per quella sensazione!
EliminaMi viene da chiederti perché hai suonato soltanto ogni dieci anni. Mi incuriosisce molto saperlo, ma sento che è un'altra storia questa e non so se hai voglia di raccontarmela stasera.
Comunque sono felice per te, se ieri hai potuto suonare. Avrei scambiato il mio cappello, il mio cavallo ed il miglior tabacco del sud per ascoltare quella sinfonia che hai dentro, per sentirla esplodere sotto le tue mani.
"Il sole è sorto tre volte", dici. Che potenza inaudita!
Un po' ti invidio, sai?
Mi hai fatto venire una fottutissima nostalgia della mia tromba.
Non avevo mai pensato di andare a riprendermela fino a stasera. Mi hai riempito di quella tensione che avevo cercato di domare con così tanta tenacia ed impegno, cacciando giù il mio desiderio e stordendo la mia anima nostalgica con dell'altro gin.
Sai che faccio?
Io domani parto. Parto e vado a cercarmela! La mia tromba.
Facciamo un patto fratello: se la ritrovo, torno a cercare te e tu improvviserai con me. Suoneremo quel che sentiremo dentro. Improvviseremo. Roba allegra, però. Ritmo da ballata. Roba da intenditori che sanno che al mondo devi regalare la tua gioia, non la tua tristezza! Intratteremo questa gente musona e faremo ridere le signore. Balleranno anche i pupi messi a letto dalle mamme premurose, batteranno i piedi scalzi sul pavimento in legno, in piena notte, sentendoci, mentre i cani indugeranno a cercare un rifugio. L'ombra della luna sarà più lunga e l'aria più dolce e luminosa.
Offrimi un altro giro di gin, adesso. Ci sto. Poi augurami buona fortuna, come io la auguro a te!
https://m.youtube.com/watch?v=Fgn8gZHJZzA
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