"Ehi Jack quante lacrime hai versato?"
"Poche, fratello. Troppo poche.
Non me lo potevo permettere.
I capricci non si fanno, dovresti saperlo"
"E non hai nostalgia di tutte quelle lacrime che non ti sei potuto permettere?"
"Sì, fratello. Una fottutissima nostalgia.
Come ho nostalgia del bimbo capriccioso che non sono mai stato."
"Ti confido un segreto: anche io ho voglia di piangere stasera, il terzo giro di tequila è quello che mi frega, puntualmente.
Perché non ci buttiamo in mare?
Le stelle sono alte nel cielo.
Nessuno ci noterà.
Io mi toglierò di dosso la puzza di alcol e tu, tu potrai piangere!
Piangere tutte le lacrime che non hai versato e sbattere i piedi a più non posso!
Nessuno penserà che sono i capricci del bimbo che ti porti dentro, crederanno semplicemente che è il modo più comune per stare a galla.
Non se ne accorgerà nessuno che stai piangendo, fidati, solo tu, il mare ed io che però sono troppo ubriaco per ricordarmelo."
Fu così che Jack quella sera seguì il consiglio del suo amico e si gettò in mare.
Ci fu l'altamarea.
Del resto la luna era piena in cielo.
Ma fu grazie all'altamarea se
il mare poté, quella sera, baciare la sua luna che si era vestita di chiaro per l'occasione;
il pesce, innamorato, guizzare fino alla sua stella;
il cielo accarezzare il suo scoglio
e l'alga toccare il blu della sua notte.
Fu grazie all'altamarea se
il pomodoro di mare scoppiò di piacere pensando alla galassia che credette di aver raggiunto
ed il polpo poté volteggiare fuori dall'acqua come la ballerina alla prima dell'Opéra.
Fu grazie all'altamarea se
la stella di mare trovò la corrente giusta per cambiare costellazione ed i paguri poterono salire sulle rocce per intonare il loro blues all'Universo.