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"Oye chica, ¿por qué no abres la puerta?"


Hai mai incontrato il tuo duende?

Il mio è una vecchia rugosa che balla il flamenco.

Già correva sotto la pelle,
ma io pensavo fosse orticaria.

Bussava alla porta del mio cuore:
 "oye chica, ¿por qué no abres la puerta?" 
ed io chiamavo quei colpi decisi "extrasistoli"!

Saltellava sui miei metatarsi, quel demonio,
ed io mi sentivo accelerata nel passo ma mi imponevo di rallentare,
per stare al passo degli altri.

Mi affollava la testa, la gitana scaltra, con le sue storie da marinai
ed io mi curavo per l'emicrania.

Mi bruciava il sangue, quel fauno travestito,
ed io ingoiavo pasticche per la gastrite.

(scattata in via Lunga, già degli Unni, Pavia)


Poi, finalmente, io e il duende ci siamo riconosciuti. 
È successo in un pomeriggio di aprile.

Da allora io e il duende balliamo, balliamo e balliamo ancora.
Spesso ci succede di farlo anche senza musica, al ritmo di quell'inquietudine che ora so a cosa serve.

Al vuoto, io e il duende, scattiamo foto, usando, al posto del flash, l'energia cinetica che abbiamo dentro. 

Io e il duende piangiamo per niente e 
poi lo rifacciamo 
per tutto.

Ci spezziamo e ci rimettiamo assieme,
ma ogni volta ridiamo e ridiamo ancora per quello che ne viene fuori,
tanto ci stupisce!

Il mio duende è incanto e fascinazione. 
Ha curato la mia insonnia e la mia fretta, l'orticaria e la cefalea. 

Mi fa scalare le montagne per cercare una parola,
ma quando mi fa sognare, 
mi fa sognare il mare
tutto intero.

Il mio duende è una vecchia rugosa con cui io ballo il flamenco




Commenti

  1. Il mio duende ha incontrato me sull'ultimo scalino di una vertiginosa scala fatta tutta in salita, mi ha trovato sull'ultimo scalino, ma con la scala capovolta. Gli ero scappato, mi ha detto, facendomi schizzare i nervi per lo spavento, portavo una ventiquattrore e il suo contenuto è caduto fuori spargendosi sulla strada sporca, carte importanti si sono mischiate alle cartacce. I miei alluci si sono infiammati improvvisamente, ho capito la gotta di cui soffrivo a cicli. Mi è grattata subito la testa, anche quella forfora che riuscivo a tenere lontano con difficoltà dai pensieri è ritornata. No, noi non siamo ancora diventati amici, diversamente da lei con il suo Duende. Forse il mio aprile non verrà mai.
    Curo una lombalgia adesso, non riesco a piegarmi a certe verità. E faccio finta di non averlo mai incontrato.

    Pietro Zattera

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  2. Le auguro di incontrarlo di nuovo, il suo duende, caro signor Pietro. Danzerete al ritmo di uno swing.

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  3. Il Duende! Che evocazione potente.

    Condivido alcune curiosità:

    https://1995-2015.undo.net/it/magazines/1254233573

    https://parentesistoriche.altervista.org/federico-garcia-lorca-duende/

    http://www.circoloinquieti.it/che-cose-il-duende-e-cosa-centra-con-linquietudine/

    Il testo di García Lorca:
    https://lartedeipazzi.blog/2018/12/05/garcia-lorca-il-duende/

    https://www.carmeloveneto.it/joomla/images/documenti/Teoria_e_gioco_del_duende.pdf

    Una citazione:
    È il duende lo spirito che si impossessa dell'uomo quando rinuncia agli algidi perfezionismi e all'ansia da prestazione.
    (Paolo Rumiz)

    Due inviti:
    Lo coltivi, che cresca forte. Che impari a conviverci, a tenerlo e portarlo sempre con sé. A lasciarsi condurre senza tenerlo all'ombra della razionalità. Che sia la sua seconda bella anima e non solo un' “altra faccia della medaglia”.

    Lo insegni ai suoi figli, lo tramandi perché chi lo porta in sé, non sia l’ultimo a farlo.

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    Risposte
    1. Grazie di cuore per i suoi rimandi, interessanti, davvero! E grazie per l'augurio...farò del mio meglio per tenere viva in me la mia vecchia danzatrice di flamenco...a presto!

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