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INFEZIONE VIRALE E ALLIUM VIOLA


Infezione virale.

Definizione: "infezione generata da un virus che può provocare un danno STRUTTURALE ma anche FUNZIONALE".

STRUTTURALE: e' ciò che siamo, la sequenza precisa di amminoacidi che forma il nostro DNA, il fegato, la milza, i polmoni, le ossa, il cervello....tutto ciò che ha un peso specifico, insomma.

FUNZIONALE:  tutto ciò che NON ha un peso specifico.
È come facciamo funzionare quel tutto, tecnicamente perfetto.
È la nostra soggettività con le sue infinite possibilità di amplificazione, riduzione, deformazione, limitazione, trasformazione, alterazione, peggioramento, miglioramento sublimazione....
eccetera, eccetera, eccetera...

Il virus potrebbe, quindi
danneggiare
ciò che SIAMO,
ma anche
ciò che CREDIAMO di essere.

Si sa che la replicazione dei virus (corona incluso) può essere completa o incompleta; le infezioni apparenti o inapparenti; le presentazioni cliniche sintomatiche, paucisintomatiche o del tutto asintomatiche.

Tutto dipende dalla PERMISSIVITA' di ciascuno di noi,
delle nostre cellule,
del filtro che abbiamo con il mondo, solitamente senza percezione alcuna.

Allora
Quanto sono permissiva o oppositiva?
Quanto fragile o resistente?
Quanto porose sono le mie cellule?

Sono fatta di calce e di cemento ben amalgamati o di una fibra di cellulosa a polimeri espansi come la spugna con cui lavo i piatti tutte le sere?

Malattie croniche ed esenzioni.
Passato remoto, presente, futuro semplice.
Anamnesi patologica remota, prossima e sintomi attuali.
Sto bene.
Soliti acciacchi.
Nulla più.
Mi definisco in salute.
Oggi.
O così mi credo.

L'aria che respiriamo si è fatta improvvisamente più densa.
Ha il peso specifico del virus (che a me ricorda il fiore dell'allium viola, così tanto ornamentale!)

Io credo, semplicemente che noi tutti, in questo preciso momento di confusione collettiva, stiamo facendo i conti con la nostra VULNERABILITÀ.

Ciascuno, isolatamente, con la sua.

Ha infinite facce la vulnerabilità e disorienta, soprattutto se non ci hai mai fatto i conti prima.
Apre al vuoto, all'incertezza, alla paura, alla fragilità, nell'impossibilità di farsi una opinione perché di VIRALE c'è, di sicuro, la rapidità con cui girano le informazioni piu' contrastanti.

Che fare allora?
Ecco che ognuno si affida alla propria storia, al proprio passato, va a frugare nel cassetto dei propri morbi, a ripescare, tra le pieghe del suo ippocampo, gli eventi persi nella memoria, vaga nella propria fantasia, tra i sogni proibiti, nell'immaginazione di ciò che ha visto, letto, sognato, spalancando così le porte al varipinto mondo interiore e alle sue correnti pluridirezionali.

E così ci si muove, più o meno virtualmente, tra ipotetici scenari apocalittici, campanelli di manzoniana memoria, scenari post bellici, isolamenti improvvisati ed inventati, come la spesa svuotabancone ed il giro in farmacia, mentre le stazioni dei treni si svuotano, le metropolitane si alleggeriscono, i voli aerei si riducono, i viaggi si dimezzano, i contatti scemano.

E mentre ci atteniamo a indicazioni di ordine generale con rispetto e prudenza, io credo che tutti ci stiamo facendo un'unica grande domanda?

Che livello di vulnerabilita' ho io?
Io tra i miei passi, la mia temperatura corporea, i miei respiri, le mie mani che continuano a toccare, la mia pelle che continua ad avvolgermi.

E tu che mi stai qui vicino, quanto sei vulnerabile?

Così facciamo i conti con questa domanda che ci apre a nuove esplorazioni.

Vulnerabilità da Vulnus, "ferita" che tutti sappiamo di poter ricevere (oggi col virus ma anche domani, senza il virus).

Vulnerabilita' come fragilità,
singola e collettiva.

Vulnerabilità, comunque preziosa,
come tutte le volte che fai spazio al dubbio,
quando devi rivedere qualcosa,
decidere se modificare i tuoi piani,
cambiare prospettiva,
approfondire la percezione che hai di te stesso, degli altri e del mondo in cui ti muovi.

(Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Marzo 2019)







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