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Psicopatologia del cosmo.


I vulcani eruttano la rabbia delle viscere terrestri.
Ribellione alle regole del cielo.

Il mare culla la sua energia vitale. Lo fa in maniera ossessiva.

Il vento probabilmente soffre di dromomania.
Nota anche come nevrosi da vagabondaggio.

La madre terra si fa in quattro. Ed ecco il terremoto. Potenti le tensioni interne, quando affiorano! Cambiano paesaggi. Talora distruggono.

L'arcobaleno è probabilmente il tentativo estremo di ricomporre una ferita.
(Quella della molecola d'acqua, tagliata dal sole).
Fenomeno anche noto con il nome di delirio.

L'alba è narcisismo puro.

Il tramonto è un lutto,
sublimato in creatività.

L'uragano è antisociale.

L'alta marea sta pensando al suicidio.
Non ha più lacrime. Versate tutte.

I fulmini sono epilessia del cielo, eccesso di stress. Disturbo di conversione.

I ghiacciai si stanno sciogliendo,
È una questione di melanconia.

Energie fluiscono di continuo tra la terra ed il cielo ed anche dentro di noi.

Attraversati da correnti vitali,
ribolliamo nelle viscere
o cerchiamo riparo, come i venti.
Accogliamo i nostri disgeli e ci illudiamo di  ricomporre le nostre ferite in splendidi arcobaleni.
Siamo albe e tramonti, sempre con la paura della notte.
Siamo uragani e maree.

Non esiste una psicopatologia dell'anima che non possa rispecchiarsi nell'inquietudine del cosmo e nella sua incredibile potenza espressiva.

 Il vento di Saragozza, noto anche come "cierzo", in questi giorni. È  febbraio '22.