In me ci sono un fringuello rumoroso
ed un colibrì spaventato.
Un rospo che non ha mai atteso baci
ed un geco, in cerca d'ombra.
C'è lo scrosciare della pioggia, in un pomeriggio d'estate
e un sole tondo il giorno di Natale.
C'è un chicco di riso ed uno di sale.
C'è poco zucchero filato e poche feste di paese.
C'è uno stagno che dà riparo a tritoni, scarabei e bisce verdi.
E un orto di pomodori rossi vicino ad un campo di lavanda.
Soffia il vento, ad ogni ora.
C'è una rupe che conosce la vertigine
E una piana piena di mandarini.
C'è una foglia, non l'autunno.
C'è il mare, non l'oceano.
C'è la roccia, non la sabbia.
C'è il silenzio, non rumore.
C'è la vita, ma non città abitate.
C'è un porto solo e molte rotte di marinai.
Un faro piccolo e molte reti di pescatori.
C'è una spina dorsale e molti cuori.
Più emisferi e grande sovrapposizione di sogni all'alba.
La notte è breve e i tramonti lunghissimi.
C'è uno sguardo miope e ogni cosa sfuma.
Vivo in questa indefinita moltitudine che tir sto chiedendo di abitare.