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BACIAMI ANCORA

Alla fine  Dobbiamo  Baciare la strega. Corriamo. Lei ci insegue. Allora bisogna fermarsi. Aspettarla. Averne paura. Guardarla negli occhi e pure innamorarsene un po'. Per davvero.  Altrimenti non vale. Lei lo sa.  Lo capisce. E ti lascia nel tuo brodo,  a generare muffe. Tu Non cambi. Tu Resti uguale. "Rien ne va plus, les jeux sont faits"  ti dice intanto il tuo crupier. Se, invece, la vai a cercare, la strega,  in mezzo al tuo bosco di larici giganti, se non hai paura di appoggiare le tue labbra sulle sue così da sentire il suo alito gelido entrarti dentro e congelarti fin dentro le ossa, ecco che, allora, lei potrebbe  iniziare a farti le domande giuste. Solo se stai attenta, lei potrebbe mostrarti  l'ombra dietro alle madri e lo scheletro dei padri. Gli incubi di ogni figlio  ed i tormenti dei fratelli. Il dolore di chi ama e le scuse di chi è amato. Ma anche la fobia di cui, in realtà, soffre il ragno e la nevrosi che fa roteare il...

PER UN PUGNO DI DOLLARI

Mi hanno tagliato la testa, ma, stupidi, non sapevano che i miei pensieri sono vapore, acqua, rugiada e tempesta. Mi hanno reciso i seni, ma non sapevano, ingenui, che il mio latte stava irrigando un'altra terra e che io stavo allattando me stessa. Mi hanno tolto l'utero, che stolti, non sapevano che i miei figli sono già altrove. Forse il bisturi con cui mi hanno tagliata era arrugginito e i tagli hanno fatto infezione, ma ora ho gli anticorpi per proteggermi dal male che non mi meritavo. Forse hai cercato i miei frutti nei posti sbagliati o io li ho tenuti troppo nascosti. Poco importa, adesso. Forse non hai capito i miei labirinti, ed infatti non sei stato capace di perderti, ma non te ne faccio più una colpa. Lacerata nelle fibre, ora so quanto sono resistenti. Finalmente mescolo il mio buio ai miei sogni e impasto la mia materia senza paura, anzi rido in compagnia dei miei  demoni potenti e compassionevoli. Nella mia grotta ho trovato rifugio. Un utero più g...

"Oye chica, ¿por qué no abres la puerta?"

Hai mai incontrato il tuo duende ? Il mio è una vecchia rugosa che balla il flamenco. Già correva sotto la pelle, ma io pensavo fosse orticaria . Bussava alla porta del mio cuore:  "oye chica, ¿por qué no abres la puerta?"  ed io chiamavo quei colpi decisi " extrasistoli "! Saltellava sui miei metatarsi, quel demonio, ed io mi sentivo accelerata nel passo ma mi imponevo di rallentare, per stare al passo degli altri . Mi affollava la testa, la gitana scaltra, con le sue storie da marinai ed io mi curavo per l'emicrania . Mi bruciava il sangue, quel fauno travestito, ed io ingoiavo pasticche per la gastrite . (scattata in via Lunga, già degli Unni, Pavia) Poi, finalmente, io e il duende ci siamo riconosciuti.  È successo in un pomeriggio di aprile. Da allora io e il duende balliamo, balliamo e balliamo ancora. Spesso ci succede di farlo anche senza musica, al ritmo di quell'inquietudine che ora so a cosa serve. Al vuoto, io e il duende , scattiam...

ARGONAUTICA

Non si può andare,  né prendere e partire, né partire per riprendersi.  È un tempo così.   Di dettagliato distacco. Unica possibilità:  circumnavigarsi . Scoprirsi penisola e andare a cercarsi le proprie montagne, scalarsi il proprio Everest e fare rafting sulle proprie rapide. Io ho iniziato dai piedi,  poi ho tracciato la linea dei fianchi,  ho disegnato il profilo del torace, seguito l'altopiano del collo, e sono sbarcata, infine, sulla mia superficie lunare. Hai mai provato a ridisegnare la tua mappa ?  Parlamene, in caso.  Sono curiosa. Magari scopriresti che i tuoi tropici stanno tra le fronde rumorose dei tuoi pensieri abitati da uccelli multicolori,  dove i flussi sono energetici ed improvvisi,  il calore latente ed ipersensibile e dove l'evapotraspirazione  ha la consistenza dell'oceano. I ghiacciai stanno sui capezzoli:  i due poli su cui gli Inuit hanno costruito i loro caldi igloo, dove la neve si indica con mille p...

UN GIORNO CAPIRAI

Un giorno capirai che l'acqua del tuo pozzo scotta e che al chiodo,  si appendono solo i fallimenti verso sé stessi. Capirai anche che cadere nella  cisterna  della tua anima è come scoprire un  sarcofago  dai mille colori.  Lo darai alla  luce  e sarà bellissimo. Capirai che le infinite possibilità che la tua testa può pensare non fanno altro che boicottare l'azione, perché l'azione  ha bisogno soltanto di una unica e valida  illusione . Quel giorno capirai anche che i  piani  esistono solo nella tua mente e la possibilità di  scivolare  giù dipende unicamente da come ti posizioni nel mondo. Capirai che Apollo suonava la  lira,   incantava gli dei dell'Olimpo ma leggeva le note sullo spartito. Dioniso invece suonava i tamburi,   improvvisava le danze, sapeva ascoltare il suo vuoto ma, soprattutto, sapeva trasformarlo in ritmo. (irritando gli dei, alla follia!) Capirai che il mostro che ha...

PENSIERIPAROLEOPEREOMISSIONI

    5 novembre 2020     ALBERO     "Io cercavo le mie radici,       il cielo mi ha distratta."    RAGNATELA     "Ho sempre filato dritto,       poi è arrivata la rugiada!"     MASCHIO CON BOLLE    "Mi è saltato il tappo!"    !TIAMO   "Narcisisticamente parlando, si intende!"    BARRIERE      "Io vado oltre quelle del sono! "     BELLEZZA    "E piantala, dai!"    MURI     "Sapresti come farmi arrossire!"       (Se cadessero)    CHIUSURE (  angl  lockdown)     "Cercare vie di fuga verticali!"    ORMEGGI   "Mi sento a terra, non a casa."     FUOCO "Mettere a... Accedere un... Sentirsi un...dentro Ergo: scaldarsi...

Hot dog

Oggi il cane malconcio è andato a leccarsi le ferite in una via di Harlem. Un black jazz sta lacrimando in fondo alla strada. E' una ballerina di swing col paltò beige e senza scarpe che suona divinamente il sax. Dentro al locale, in Lennox Avenue, l'ultimo bianco rimasto, schiavo di sé stesso, intona "To be blue" (è un blues e tutti piangono). A sud costruiscono una nuova ferrovia. Ci sarà tabacco per tutti e fave di cacao da mescolare con la menta per farne cioccolatini da the da servire alle signore per bene. Ho sepolto la mia anima in un campo di cotone. Ne faremo materassi per tutti e dormiremo sonni tranquilli. Jack, intanto, ha venduto i suoi risparmi per una tromba. Quando suona, il cielo si tinge d'oro, lui se lo prende tutto e lo nasconde in soffitta. Per questo Jack è l'uomo più ricco del mondo. Io sogno spesso l'America. Via mare. E sento vibrare dentro mille pianoforti a coda che suonano titoli di coda su uno schermo in biancoenero di ...

AD OTTOBRE

Ad ottobre le ombre degli alberi si fanno lunghe lunghe sul Lungo Ticino. Sembrano i suonatori di una banda musicale schierati in fila, pronti a partire.  Se si sta in silenzio, se non passano macchine e se i pappagalli verdi obbediscono, si può sentire la cumbia ed anche il bolero. Il cuore suona la tromba ad ottobre, questo si sa. Ad ottobre c'è una luce potente che trapassa le ossa. È matura e decisamente sfrontata.   È stata creata per i fotografi.  Scattami una foto, per piacere, puntando il fuoco sull'anima, così tra qualche anno mi ricorderò di me oggi. Il cielo è più azzurro, ad ottobre.  Riflette tutti i ghiaccioli all'anice dell'estate e le granite al colorante blu.  Ma anche i giacinti, gli anemoni e le genziane del mio giardino. Ad ottobre, le lacrime del mattino vaporizzano rapidamente in nebbia,  come il sudore degli amanti. È il tempo dei pagliacci, ottobre. Della tragedia interiore, ma solo per chi ...

LIQUIDIAMOCI

    Sfogliami piano     Riflettici prima    Circolare senza ingorghi     Equiliquefazione      Lacrime, non paure     Scivolarsi addosso      Oltrepassami

GLI AMORI A PRIMA VISTA

Stava in basso a destra, sul pavimento, in mezzo ad una miriade di altri pensieri materici, sculture pensanti, astrazioni concrete e sublimazioni visibili ad occhi nudo.  Ci siamo guardati. Io ho cercato di distrarmi con dell'altro, ma niente. Tornavo sempre lì. Allora ci siamo riguardati e poi lo abbiamo fatto ancora, prima a distanza poi sempre più da vicino. Come due cani ci siamo annusati, avvicinati ancora un po', riguardati ed infine scelti.  L'ho portato a casa con me.  Lui mi ha trascinata con sé.  Ora ci guardiamo.  Io dal divano.  Lui dalla parete. Cosa mi vuoi dire? Che: il doppio è in noi E' nel nostro cervello: a sinistra l'homo faber, a destra l'homo ludens.  È un fatto culturale, universale, trasversale. Ne prendo coscienza. Il doppio è nella dialettica interiore in cui ė bene infilarsi anche a rischio di perdere il filo del discorso. È il tempo arcaico di cui abbiamo nostalgia e nessuna memoria.  È l'onnipotenza dei pensieri e la s...

SETTE BACI ALLE SPOSE

Oggi c'è una festa  La festa di Stefania e Emanuela. Le spose. Stefania è bellissima. Emanuela è bellissima. Stefania e Emanuela sono felici, assieme. Mai dare per scontato l'amore. Io ti amerò col bel tempo.  Io quando piove  ed i vetri parlano, le pozzanghere parlano, gli ombrelli parlano, i k-way parlano e la terra, bagnata, gode. Io ti amerò quando maturano le fragole,  spuntano i giacinti, sboccia il fiore dell'anguria e si prepara il pesto.  Io quando si bucano le gomme, si masticano le gomme, si comprano le gomme (ed anche i fogli e le matite). Il futuro non esiste, lo sai. Infatti. Io ti amo Adesso.  Ad-essa, a dirla tutta.  Io a te e tu a me.  A volte funziona.  Emanuela è felice.  Stefania è felice.  Un bouquet da sposa porta fortuna.  E Due? É Bingo!! Oggi c'è una festa.  Quella di Emanuela e di Stefania, le spose. Emanuela è bellissima. Stefania è bellissima. Oggi è sbocciato un giacinto...

LUDO-PATIA

Ludovica è la mia vicina di casa. Tre piani sopra di me. Condividiamo le entrate e le uscite dal portone, qualche sorriso e due chiacchiere alle ore più improbabili nell'atrio, come ieri sera. Un giorno è  capitato di non vedersi più per un po'. Succede nella vita di doversi rintanare come fanno gli animali feriti, da qualche parte. Ma quando ci ritroviamo, ecco che succede in un'altra dimensione. Nei suoi quadri. Precipito letteralmente, nel mondo di Ludovica. Ci casco dentro come Alice nel paese delle meraviglie. E mi faccio piccola piccola perché il suo mondo mi pare immenso.  I quadri di Ludovica sono una storia, mille storie, sono cambi di scena improvvisi, sono istantanee della vita con il flash che ti stordisce per qualche minuto. Sono esplosioni di colore cioè esplosioni di vita, di sentimenti. Contrasti puri, decisi e sfrontati, divertenti e dolorosamente ironici. Che poi cosa è la vita se non un grande gioco di carte che...

Dïàpaṡon

Il suono della campanella infine è arrivato. È riecheggiato forte e deciso, strampalando fuori dalle finestre spalancate. È rotolato giù dai muri per saltellare sopra i sassi delle strade.  Ha preso il volo assieme alle farfalle, alle libellule e a qualche desiderio. E, nel mentre, mi è vibrato dentro.  Mi ero scordata di come vibra. Diapason. A mia insaputa, mi si è infilato nel timpano e ha rimbalzato nella cassa toracica, muovendosi dentro di me con passo dinoccolato. Ci sono emozioni che tornano, quando meno te l'aspetti. Succede anche con alcuni ricordi. Il suono della campanella e la pallina di carta e scotch, l'albero di cachi dietro alla finestra, le mie matite e i pennarelli blu, il crocifisso appeso storto, l'Italia politica e quella fisica.  Le occupazioni, le assemblee di istituto, l'arancio del manifesto, la smemo e le questioni di lana caprina, i satiri e la satira.  La matematica teorica e quella applicata. La vita applicata, in teoria.  I colori ...

GEOMETRIA APPLICATA PER PRINCIPIANTI

C'è tempo in cui si è sfera. Trasparente o caleidoscopica poco importa. È una questione di forma. La sfera è liscia e senza spigoli,  è la biglia che rotola veloce, è il cristallo tondo della fattucchiera che tutto sa e vede il futuro perché sarà esattamente come deve essere. Quando sei sfera, di solito, metti la mano sul fuoco e togli le castagne dal fuoco. Rotoli. Su strade già disegnate. Poi arriva il tempo della piramide. È il tempo degli spigoli, la base resta allargata e ben poggiata a terra, ma un angolo si conficca nel fianco del cielo. Esiste la verticalità. Scivoli sui tuoi lati come sulle montagne russe e urli come un bimbo eccitato. Custodisci dentro un sepolcro inaccessibile, vietato soprattutto ai turisti curiosi. Poi ecco il tempo del cubo. Un cubo poliedrico si intende, di quelli rotabili a 360 gradi. Il cubo di Rubik per fare un esempio. Sei facce, nove adesivi, diversi colori,  configurazioni possibili nell'ordine dei miliardi. Insomma questa è una fase in...

UFOS* SULLA LUNA (*ufficio oggetti smarriti)

Luna quasi piena stasera.  Bianco vaniglia e giallo mango.  Credo sia dolcissima.  Marzapane e torrone. Là si raccolgono tutte le cose che, si dice, si perdono in terra... Nell'ordine: il senno e le chiavi, il filo del discorso, il filo di Arianna, il filo della matassa, il tempo, il sonno, l'occasione (ladro annesso), la trebisonda, il peso, l'amore (quando si fa sera), il pelo ed anche il vizio, le reti, se sei pescatore. La bussola e la tramontana, la testa ed anche i nervi.  Perdersi. Di vista. E d'animo. Ma c'è anche chi non perde un colpo. E a volte non c'è da perdersi niente. Un bel niente! " Quando guardo la luna, io voglio sognarla non voglio raggiungerla" diceva stasera Alba. Anche se lassù ci sono un mucchio di cose interessanti, anche io la penso così. (h00.15-7.8.2020, luna e corso Garibaldi)

L'ORA DELL' APE

Ora dell' APE. Ci si bacia.  Ci si accarezza. Ci si sfiora. Ci si guarda negli occhi. Si parla del più e del meno.  (A volte anche del per e del diviso). Io farei tutto, in religioso silenzio in un bisogno pellegrino di riscoprire la sacralità che ci abita.  La felicità è un concetto semplice se non ne hai troppa nostalgia. Senza amore saremmo conchiglie dimenticate anche dall'onda più compassionevole. Che voglia di stare ad ascoltare i gabbiani che planano dentro e di starsene a sentire il rumore che fanno le onde nel punto preciso in cui si generano, non dove si infrangono! Sorseggio un po' l'idea, tenendomela sulla lingua prima di mandarla giù. Rifare ogni cosa, ma farlo con la precisione dell'APE dentro la sua fioritura. Per me un mimosa, grazie! 

DI PUNTI DI RIFERIMENTO E DIOTTRIE

Caldo. Decisione più ovvia: buttarsi in mare, raggiunto con inevitabile fuga in treno. Tolgo gli occhiali e mi avvio verso le onde. Consapevole della mia ipovisione da miope priva di una buona dose di diottrie, prima di entrare in acqua, cerco un riferimento: vicino a dove avevo appoggiato la borsa nera e le espadrillas verde salvia c'è l'unica sdraio orizzontale su una spiaggia di sdraio verticali. " Bene quello il mio punto di riferimento per quando uscirò dall'acqua!" Mi dico convinta. Dunque entro in acqua. La visione miope, che sulla terraferma ti fa sentire parte della cerchia impressionista, in acqua rende tutto come un frullato di mille frutti di stagione. Tinta unita. Ma, e il miope lo sa, ti si affinano gli altri sensi. Allora mi concentro sul sale, che, mi dico, è proprio  salato. Salato ed essenziale. Mi concentro sul corpo che fa il morto. Il morto vivo. Cioe' sembra morto ma è vivo. Vivo vivo, anzi a dimostrazione della viltà (per la morte), dev...

MARMELLATA

La felicità è come il vasetto di marmellata messo sulla mensola più alta della dispensa. L' hanno messo lì il vasetto, in alto  che si sa lo zucchero fa male, ingrassa, ti viene il diabete, ma soprattutto non si mangia prima dei pasti, neanche dopo. Non si pasticcia. E io mi allungo Mi allungo. Mi allungo. Non ho sedie Non ho scale. Ho questo corpo. Queste braccia e queste mani. Mi allungo. Mi allungo. La felicità è una idea. È il desiderio di tutte le more viola, i lamponi teneri e i mirtilli turgidi. E' nel desiderio di tutti gli agrumi dal sapore del sole e l'odore di zagare che si sprigiona appena apri il  vasetto. La felicita' non è il vasetto con la marmellata. È il desiderio che hai tu e dello sforzo con cui ti allunghi. E se non arrivo al vasetto, Mi assicuro che non cada. (Foto scattata a Genova PP due giorni fa)

A-MARE

Scuote e mi schiuma. Sciaborda e mi scioglie. Scintilla e mi scinde. Sciacquando, mi scippa. Io mi scopro. Schiudo me stessa. Non vuol scemare. E' energia da conservare. Mare, oggi sei fatto delle stesse microparticelle della mia anima che sciolta, sta, stesa, senza sapersi asciugare. (mareggiata a Camogli, 7 luglio 2020 ) 

C'È TEMPO

Ci sono notti in cui le ore si dilatano e tu stai alla vita come il foglio di carta sta a un punteruolo. Stanotte una ragazzina perdeva il padre in arresto cardiaco. Non sono bastate le mani, non è bastata l'energia di un defibrillatore, né quella del cosmo a riattivare i suoi pensieri,  smuovere le sue labbra, sollevare le sue palpebre. "Respira ancora vero? È un incubo! Ora si sveglia e parliamo un po' io e papa' ". Prove tecniche di resurrezione in questo teatro d'improvvisazione. Io mi sentivo come un burattinaio di strada squattrinato, senza burattini, voce ne' fantasia ma mi sforzavo di sentire il loro dialogo muto. Era ancora lì accanto alla sua bimba? Lei che pareva improvvisamente così piccola come fosse appena uscita dall'utero materno col cordone ancora  attorcigliato attorno al collo. Le mancava l'aria. Ci sono notti che ti svuotano con la rapidità con cui si svuota una lattina di coca-cola agitata violentemente prima dell'us...