Ci sono notti in cui le ore si dilatano e tu stai alla vita come il foglio di carta sta a un punteruolo.
Stanotte una ragazzina perdeva il padre in arresto cardiaco.
Non sono bastate le mani, non è bastata l'energia di un defibrillatore, né quella del cosmo a riattivare i suoi pensieri, smuovere le sue labbra, sollevare le sue palpebre.
"Respira ancora vero? È un incubo! Ora si sveglia e parliamo un po' io e papa' ".
Prove tecniche di resurrezione in questo
teatro d'improvvisazione.
Io mi sentivo come un burattinaio di strada squattrinato, senza burattini, voce ne' fantasia ma mi sforzavo di sentire il loro dialogo muto. Era ancora lì accanto alla sua bimba? Lei che pareva improvvisamente così piccola come fosse appena uscita dall'utero materno col cordone ancora attorcigliato attorno al collo. Le mancava l'aria.
Ci sono notti che ti svuotano con la rapidità con cui si svuota una lattina di coca-cola agitata violentemente prima dell'uso.
E prima ancora che tu possa familiarizzare col tuo vuoto di latta opaco, ti ri-riempiono. E non importa che tu dentro dici" calma, calma non c' è così tanto spazio in questa lattina 25 ml!!", ecco, la vita se ne frega del tuo alluminio flessibile e si comporta come un bimbo capriccioso che continua a mettere sabbia e sassi dentro alla piccola lattina, forzando, con tracotanza, la microapertura.
Così stanotte, nell' attimo in cui non si sa se è ancora notte o già giorno, io ho provato lo sconforto. Aveva il corpo di un uomo che ha gia' vissuto più di due volte la mia vita. Piangeva come un neonato, pure lui e aveva una grossa ernia la' dove un tempo c'era stato il cordone ombelicale! Sulla mia pelle ho sentito, come un carbone ardente pigiato forte forte, la sua vita d'uomo fiero infrangersi contro la solitudine di un pronto soccorso.
E' un macigno urente la desolazione.
La sua arrendevolezza faceva a pugni con la sua fierezza d'indole e nella lotta, lì sotto ai miei occhi, saltavano denti, sanguinavano nasi e si spaccavano ossa.
Intanto corpi deformi convulgevano spasmodicamente e asfitticamente e i più svariati deliri prendevano forma grazie al sordido aiuto di Erebo, dio notturno, padre di Caronte e delle Moire, della Vecchiaia e di Destino ma anche di Miseria e Tenerezza.
Il sipario di un teatro oscuro e potente si apriva davanti a pochi ed eletti spettatori.
E così in questa notte alcuni cuori sono ripartiti al ritmo giusto, altri si sono fermati al capolinea. Alcune mancanze si sono potute colmare con particelle di sodio, magnesio e combinazione di idrogeno ed ossigeno, da sempre benedetta.
E come per magia, 120 joule si sono rivelati più potenti del bacio di mille principi, se la principessa in questione, ha creduto nel lieto fine della sua favola terrena.
"C'è un tempo negato ed uno segreto.
Un tempo sognato che viene di notte.
C'è un tempo che prima o poi ci riprende".
(Vecchio ingresso PS dismesso anni fa)