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LA MIA LUNGA NOTTE DEL DOTTOR GALVAN


Notte strana assai, stanotte, piena. Piena. Piena. La notte della vita finita sull'asfalto del centro storico; la notte della mamma elegante che, nel centro storico, ha aperto la casa famiglia per suo figlio disabile:"Che bella maglietta di seta a righe che indossa, signora, e che belle mani che ha e come parla parla parla di questo grande amore che se ne sta lì anchilosato su quella carrozzina". Ha pensato bene di sputarlo fuori stanotte tutto quello che ha ingoiato in questi 20 anni di secrezioni mandate giù dalla tracheostomia. Ti sei ribellato, a modo tuo, Paolo, immobile, dal tuo trono, con una esplosione dell'unica cosa che ancora si poteva muovere in quel tuo corpo fermo: i tuoi globuli rossi! E li hai sparati, tutti, senza pietà, come proiettili, da tutte le parti! Ho avuto paura Paolo, tanta, ma stamattina eri in pace, respiravi sereno. A me veniva in mente la sabbia fredda del mare al mattino;  dormivi beato ed io non saprò mai cosa pensavi, ne' se mai lo fai. Intanto la signora distinta con la bellissima maglietta a righe, di seta, continuava a parlare, parlare, parlare, parlare, andandomi sopra, di sbieco, attraversandomi, bucandomi per ogni dove, anche lei voleva ribellarsi e vomitava parole, schiacciandomi contro il muro, contro il pavimento, contro il vetro. Io ringraziavo la mia stanchezza che mi impediva di muovermi... 

C'era la giovane anoressica che non respirava più e non perché matta, come tutti pensavano, ma perché  un trombo le ha occluso un intero polmone e le manca l'aria,questa volta. Non solo lo stomaco e la mente ti si sono chiusi Cristina; anche la via dell'aria oggi ti si sbarra... E mi guardavi con gli occhi fuori dalle orbite e non saprò mai cosa volevi dirmi con quello sguardo ma, ho avuto paura anche di te, paura di perderti, stanotte, tanta paura. C'era la mielite trasversa e le gambe che non ti seguono più, il dolore toracico che disegna sgorbi sul tracciato e fa schizzare alle stelle gli enzimi mentre ti si frantuma il cuore. C'era il trombo che occlude la cerebrale media e dà black out al tuo mondo e la magia delle mani di chi, quel cumulo di piastrine e fibrina, te lo aspira, come si ciuccia con vigore l'arachide salata per tirare via il sale. C'era tutto stanotte e dire tutto è dire poco e, più che mai ho pensato a queste mani che talvolta non fanno in tempo a prendere i guanti per proteggersi perché l' equilibrio della vita decide di rompersi in quell'istante e non c'è più tempo. Le nostre mani, diosiabenedetto per le mani e la pelle, giovane o vecchia, liscia o rugosa, puzzolente, talcata, ulcerata, calda o fredda, marezzata o cianotica, rosea o pallida, pelle di chi ha l'HIV e non te lo dice, la pelle che appartiene a qualcuno di cui non sai nulla ma che tu hai comunque il lusso di toccare.... Notte strana, davvero che mi ha attraversata come un colabrodo... E stamattina in mutande nello spogliatoio la collega che entra e dice "perché nell'amore le regole valgono solo per chi non è innamorato!!" Io lentamente infilo i jeans e la maglia grigia dell'inverno, chiudo l'armadietto e le do' un abbraccio prima di uscire. "Alla prossima!" e inforco la bici e via , altre ore, altre storie, altra vita.


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