Passa ai contenuti principali

18 SECONDI

            (Pag 11 inserto Repubblica,  oggi 30 gennaio 2020 ) 

Sull' inserto di Repubblica "Se mi parli, guarisco" leggo oggi che, mediamente, un medico interrompe il paziente dopo 18 secondi dall'inizio della visita.

18 secondi...
Uno due tre quattro cinque sei sette otto nove dieci undici dodici tredici quattordici quindici sedici diciassette....stoooop!

Ti interrompo.

Sono tanti in attesa.
Sì tanti. Tantissimi anche stanotte.
Malanni di stagione, i giorni della merla, l'influenza è arrivata...il medico di famiglia è malato, mi fido dei PS...

Torniamo a noi..
Tu? Tu cosa mi stavi dicendo in questi 18 secondi?
Ma soprattutto io, io cosa ho capito?

Avevi il cuore che batteva a mille e il solito nodo in gola.
Col diazepam è passato, menomale...
(Avresti voluto dirmi che sei al terzo matrimonio, che soffri di depressione fin dal primo, che ogni tanto piangi, cha hai iniziato un nuovo lavoro e hai paura ma, soprattutto che hai dato in affido la tua piccola a tre anni e che oggi, lei, di anni ne ha 14 anni e tu ci pensi, eccome se ci pensi e allora il cuore impazzisce, certo, se impazzisce e la mente fa fatica a stare serena...)
Mi avresti detto tutto questo e io forse avrei capito di più di te e del tuo cuore, ma, niente,
scoccati i 18 secondi.
Fine.
Non hai fatto in tempo a dire nulla di tutto ciò.
Solo che il cuore era a mille.
Confermato dall'ECG.
Le gocce hanno funzionato.
"Le prenda anche a casa, mi raccomando".


Tu hai un tumore al polmone.
La TAC parla chiaro.
Fumi troppo. Questo te lo hanno detto tutti, ti esce dalle orecchie il macabro
ritornello. E con che cantilena noiosa e saccente te lo senti ripetere! Come se gli altri non avessero vizi, loro, gli altri, non conoscessero una dipendenza, non avessero un bisogno da soddisfare ogni tanto, una fragilità, una!!
 "Ho un tumore? Me lo dica dottoressa! Me lo dica chiaro! Lo voglio sapere! Non mi prenda in giro!!"
Abbasso lo sguardo, lo faccio per prendere la rincorsa necessaria per guardarti oltre le pupille. Hai gli occhi nero pece. L' iride carbone è tutt'uno con la tua pupilla.
Stanno passando veloci anche questi 18 secondi..."Bisogna fare qualche accertamento in più, serve un ricovero per esami più approfonditi"....
Chi sto prendendo in giro? Quante volte  magicamente dal cilindro si estrapola questa frase? Mentre di magico non c' è proprio nulla.
Faccio i conti miseramente con me stessa e con la mia difficoltà a comunicare qualcosa che sta per cambiare una vita per sempre. Come dirtelo senza farti affondare, adesso?

Il dolore.
18 secondi.
Me lo descriva bene. Mi raccomando.
"Era qui, al centro del petto"
Incalzo che il tempo corre,  la fila d'attesa infinita
"Quanto è durato?"
"Da uno a dieci quanto male ha? Me lo può  quantificare?"
"Si irradiava?
Sudore?
Nausea?
Mancanza di fiato?"
Ha preso qualcosa? Per farlo passare, il dolore, intendo"

Domande a raffica.
Freccette contro il muro,
Anche meno di 18 secondi.
Record.

E tu cosa avresti voluto dire?
Il dolore.
Ognuno ha il suo.
"Il mio è un pugno allo stomaco,
il mio una lama che taglia,
Il mio sta in gola e mi blocca il respiro (ho tradito mia moglie con una prostituta ma questo lei che mi poggia il fonendo non lo saprà mai, non ne parlo con nessuno, neanche con me stesso, figurarsi se lo faccio qui, tra un paziente e l'altro, in 18 secondi poi!)
"Il mio è un peso. Qui al centro.
Mi schiaccia.
(Sono nonna ma non mi fanno vedere mio nipote. A che serve mettere al mondo i figli? Ma lei ha altro da fare, dottoressa. Si vede il viavai che c' è. E c' è chi sta peggio. Lo so, mi scusi anzi per il disturbo!)
Intanto la pressione è alle stelle e il dolore, il suo,  sta provocando la
necrosi di una parte del cuore.
È un dolore enorme, evidentemente.
"Unità  coronarica, signora, facciamo in fretta! Ora pensiamo al muscolo, che poi al resto si vedrà! Time is muscle ci insegnano gli slogan. Poco più di 18 secondi.
Ottima performace.

18 secondi.
Il tempo in cui mediamente un medico interrompe il paziente dall'inizio della visita.


Penso ai miei 18 secondi.
Ai numerosi 18 secondi di un pronto soccorso.

Non siamo erogatori di prestazioni.
Non siamo su un palcoscenico narcisistico a recitare monologhi e snocciolare diagnosi con la velocità con cui si apre un pacchetto di figurine.

Oggi avevo bisogno di questo.
Di fermarmi. Contare fino a 18.
Pensare ai miei 18 secondi.




Commenti

Posta un commento