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ANATOMIA DI UN SENTIRE


L'ho sentita tutta la tua tristezza, oggi.
Era liquida e molle. Mi gocciolava fredda sulla schiena.
Filtrava lenta e pesante. Mi ha inzuppata, come succede con certe spugne porose e cedevoli.
Alla fine, ero tre volte il mio peso.

L'ho sentita tutta la tua delusione. L'ho toccata con l'indice della mano destra. Millimetro per millimetro. Era di acciaio. Asciutta e grigio chiaro.
Una lama affilata che, incidendo, brucia solo un po'. È  dopo che ho capito quanto netta, precisa e profonda fosse l'incisione.

L' ho sentita tutta la tua frustrazione.
Si amplificava sulle papille e scendeva nell'esofago.
Acido. Misto ad agrodolce.
Vomitevole ed indigesta.
Un reflusso continuo che irrita senza pace.

L'ho sentita tutta la tua dignità ferita.
Il tuo amor proprio improvvisamente  amputato di entrambe le gambe. Dimezzato, o poco più.
Strideva, scricchiolava e cigolava fastidiosamente.
Unghie affilate che raschiano sull'ardesia.

Sognavi un amore.
Sembrava chiedere tanto.
E lo era.
(Foto scattata nell'ottobre 2019)

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