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CINQUE DONNE, CINQUE AMICHE


1) Barbara

Don Chisciotte della Mancia.
Sono don Chisciotte, e la mia professione è quella di cavaliere. Le mie leggi sono sciogliere i torti, elargire il bene ed evitare il male

Ti ho conosciuta davanti alle macchinette del caffè. In una pausa a fine giro visite in reparto. Eravamo entrambe specializzande. Giovani e belle. Vive ed affamate di vita. Fuori era luglio. Le piante davanti alla clinica di un verde ostentato, deciso, senza sbavature, la luce vitale (e la sentivamo tutta), il cielo azzurro azzurro, in perfetto contrasto con il giallo Camel dei vecchi padiglioni dell'ospedale.
Gia' allora (sono passati 11 anni) eri occhi vivi ed anima di bimba e portavi in giro la vita così come si porta un soprabito di buon manufatto, libero, leggero, slacciato.
I tuoi colori sono azzardati e le tue tinte decise. Non ci sono mezze misure.
Mi colpirono subito la tua gentilezza e la tua bellezza. Pulite. Acqua fresca sul viso.
"Prego, è  arrivata prima lei" dicesti, timidamente.
Grazie, prendo solo un caffè al volo e scappo"  fu la mia risposta (Zucchero ++).
Tu prendesti cioccolata al latte.
(Zucchero +++++++)
"Fa bene" pensai...che anche oggi si salta il pranzo.
Avevi i tuoi primi libri nella tasca del camice. Io li avevo notati  e cosi ti chiesi cosa fossero.  "Un mio libro di poesie,  ogni tanto butto giù i pensieri!" E con la tua spontaneità  disarmante (ieri come oggi) me ne regalasti uno, scrivendo in prima pagina con tratto deciso: "alla crescita continua del femminile".
Ci vedo evolvere in questa femminilità, giorno dopo giorno.
Lo conservo gelosamente tra le cose più  care.

2) Tullia. 
Corto Maltese.
"Se ne sentono talmente tante, una più una meno... non fa gran differenza" (Corto)

Ricordi?
Ci siamo conosciute in occasione del mio primo trasloco, una decina di anni fa. Io cercavo acquirenti per la vendita della casa, quella con le pareti arancioni e lilla e la cucina verdemela.  Ti piaceva così tanto Tullia quella casa! E io avrei tanto voluto diventasse tua! Una eredità di spazi e penombre.
Tu quel giorno rientravi da un viaggio esotico. Eri raggiante. La pelle abbronzatissima, vestita di bianco, gli orecchini colorati e i tuoi occhi verdeazzurro con cui scruti quel che attorno c'è.
Eri in pace. Con il mondo e con te stessa. 
Eri tu. Allora come oggi.
Mai fuoriposto, mai oltremisura, equilibrata, attenta.
Osservatrice della realtà e delle persone, con quell'anima orientale e la calma di chi ha viaggiato e ha imparato dal viaggio. Solitaria e di compagnia.
Cosi tu procedi ed io cerco di memorizzare il tuo ritmo.

3) Elena. 
Jonatan Livingstone. Il gabbiano.
 "Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare"

Siamo state colleghe per tanti anni, Elena, battuto gli stessi corridoi, condiviso notti insonni e la frenetica vita del pronto soccorso che tu ami come si fa solo con gli amori veri. Quelli definitivi.
Poi un giorno (una notte a dire il vero, di 5 anni fa), ci siamo trovate e da allora non sei più stata la collega esperta a cui chiedere consigli, sei diventata amica.
Elena e la tua forza.
Una schiettezza rara ed eroica.
Il pensiero lucido e tagliente.
Il pugile sul ring che non scende a compromessi.
La "mama' " che accoglie e non giudica;
che sa indignarsi,
che chiama  le cose col loro nome
che difficilmente abbassa lo sguardo,
che medica le ferite e cura le cicatrici a chiunque appartengano con l'esperienza di chi sa qual è la misura di una vita vissuta senza sconti.
Ti scruto da lontano e anche da vicino e provo ad imparare un po'.

4) Sebastiana. 
Novecento (di Baricco).
"Sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia..."

Ci siamo conosciute per ultime.
Al mare a cui ci lega un amore viscerale.
Il mare per noi fuga, sempre attuale, rifugio dell'anima.
Quattro anni fa.
Sebastiana e il tuo amore spassionato per i libri, il cinema, l'essere umano e il suo peregrinare. Sebastiana che cerca la vita tra le pagine, l'inchiostro e le pellicole.
Sei parole, pensieri veloci, battuta pronta. Sarcasmo d'autore.
Mani forti e riccioli ribelli.
E quel velo di malinconia che ti fa capitolare davanti a una emozione.
Generosa ed ironica.
Ti commuovi per la vita ed avanzi fiera.
Io ti guardo, ti ascolto, sorrido e cerco di curiosare nella tua stessa direzione.


5) Io.



Dieci donne di Marcela Serrano termina così: "camminano lontano con passo più  lieve, sotto le stelle: non quelle che conoscono, ma quelle che stanno nascendo.
Alla fine tutte noi, in un modo o nell'altro, abbiamo la stessa storia da raccontare".


(Foto scattata nel 2018, davanti al mare)



Commenti

  1. " cinque come le dita di una mano .....una mano che ti aiuta ad alzarti quando cadi , vale più di mille braccia che ti abbracciano quando sei in piedi ...." .Brave bella squadra!!!

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