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GUASTO TECNICO

Dove sei stata fino ad ora?

Viaggiavo veloce, 
Su una barca a motore. 
Di quelle che galoppano sull'acqua, sollevando spuma fresca e onde che senti fino a riva. 
Consumavo benzina. Parecchia.
Viaggiavo a pelo dell'acqua.
Non ero l'unico comandante. 
Facevamo a turno. Io preferivo viaggiare con la luce, però.
Abbiamo portato a destinazione molti pacchi e carichi preziosi.
Usavo la forza delle mani e la sicurezza di nozioni apprese sulla carta, giovane esploratrice. 
Mi affidavo ad altri, più esperti del viaggio. Così credevo.
Usavo navigatori preimpostati che sapevano come non farmi perdere e riportarmi a casa ogni volta, sana e salva.

Poi un bel giorno ho perso la bussola.
Sì, è  successa la cosa più banale.
Il sistema elettrico si è inceppato (forse un virus del sistema), nessun update a disposizione e il motore si è spento.
Semplicemente. 
Cosi' mi sono ritrovata in mezzo al mare, ferma. Quasi ferma. Ondeggiavo, in realtà.

Nord? Est? Ovest?
I venti?
Le correnti?
Il sole la luna?
Le stelle?
Le cose che altri hanno già usato? un dio, un pensiero, una linea di pensiero? Una circonferenza di pensiero?
Una indicazione, una direzione? 
Un abbaglio che attiri la mia attenzione?

Niente
Niente.
Ondeggiavo.


È  allora che ho capito che esiste la stasi,
E la paura di perdersi.
Che i legami sono quell'insieme di forze che uniscono gli atomi, aggregano la materia, la definiscono e la limitano, portandola, tuttavia, all'esistenza.
Che le infinite possibilità spaventano esattamente come l'assenza di possibilità.
Che la paura di rompersi e' preziosa perché ci fa essere molto più delicati nel maneggiare le situazioni, le persone, noi stessi.
Che la rigidità di pensiero è una condizione poco idonea alla sopravvivenza. 

Mi sono scoperta vulnerabile e subito dopo ho capito che ero in cassa di risonanza con il mondo, mi si era ampliata la percezione, allargati i pori, acuita l'intuizione. 
Ho iniziato a fare i conti con la mia tristezza, le mie paure, i miei fallimenti, l'incertezza, scoprendomi paradossalmente più viva, vera, vitale.

Dove sono stata fino ad ora? 
Sempre sulla medesima barca. 
Ma ora ho capito che ci si può fermare in mezzo all'acqua, a sentire le correnti che si intersecano, a stare, consapevolmente, semplicemente, in ascolto.
Anche la risacca del mare qui sotto fa un rumore nuovo. Più pieno.
La barca ed io è ora siamo in risonanza.
La sento.
Sento molto di piu'.

                     (A bordo, 2018 ) 

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