(Adesso. Ore 4)
La desolazione è un caco acerbo sulla lingua, allappa e fa restringere le gengive, mostrando i denti.
L' incertezza è una tristezza asciutta. Senza lacrime. Secca. Xerostomica. Incolore ed insapore.
La frustrazione è asfissia radicale: il ristagno d'acqua nel vaso dove hai piantato la tua rosa. È l'eccesso di acqua che fa marcire le radici.
La paura e' un'ombra sul muro. Ci insegue fin da bambini e si espande proporzionalmente alla delicatezza con cui percepiamo noi stessi. E gli altri.
Il timore di contagiare spaventa più che quello di essere contagiati,
come lo è il ferire, che fa male più dell'essere feriti.
come lo è il ferire, che fa male più dell'essere feriti.
E' surreale vivere dentro ad un filtro attraverso cui cerchi di curare.
È surreale doversi proteggere dal contatto con la pelle e preservarsi dall'umana, inevitabile e necessaria mescolanza.
È surreale doversi proteggere dal contatto con la pelle e preservarsi dall'umana, inevitabile e necessaria mescolanza.
Manca l'aria qui e, nel poco ricircolo, i pensieri si liofilizzano e, densi di anidride carbonica, acquistano peso e cadono a terra, assieme alle gocce di sudore.
Sulla pelle, sterile, resta solo l'odore del lattice e della plastica che, dalle narici, sale su su su fino alla corteccia frontale, anestetizzandola.
Da questa prospettiva di tessuto non tessuto, penso alle cose che si sono interrotte e a quelle che potrebbero interrompersi.
Le ripercorrono, una ad una.
Penso anche a chi mi ha allontanato, oggi, come ieri e alle ragioni per cui lo ha fatto.
A chi ho allontanato io e alle mie, di ragioni.
Ripercorro questi perché.
Uno ad uno.
Le ripercorrono, una ad una.
Penso anche a chi mi ha allontanato, oggi, come ieri e alle ragioni per cui lo ha fatto.
A chi ho allontanato io e alle mie, di ragioni.
Ripercorro questi perché.
Uno ad uno.
Gli scenari della nostra vita cambiano, talora imprevedibilmente, e noi?
Noi Stiamo.
Stiamo come prodotto lordo di quello che abbiamo fatto fino ad oggi ed abbozzo maldestro di quello che facciamo, ora.
Noi Stiamo.
Stiamo come prodotto lordo di quello che abbiamo fatto fino ad oggi ed abbozzo maldestro di quello che facciamo, ora.
Da questa bianca prigione fatta di sbarre sintetiche in polietilene ad alta densità, io Sto sognando la neve, piu' bianca del bianco, che faccia sbocciare la mimosa gialla piu' gialla del giallo e odorosa.
Sto sognando di baciare il vento per sentirne, fino in fondo, il suo autentico sapore e di respirare sott'acqua, a pieni polmoni, come sanno fare i pesci, e ancora, di starmene scalza a ricordare, perfettamente, l'attimo in cui abbiamo creduto di poterci appartenere e di poterci mescolare, nel corpo, come nei pensieri.
Sto sognando di baciare il vento per sentirne, fino in fondo, il suo autentico sapore e di respirare sott'acqua, a pieni polmoni, come sanno fare i pesci, e ancora, di starmene scalza a ricordare, perfettamente, l'attimo in cui abbiamo creduto di poterci appartenere e di poterci mescolare, nel corpo, come nei pensieri.
Che bisogno di primavera che c'è!