Sento parlare di guerra.
Non siamo in guerra.
Nella guerra un uomo spara contro un altro uomo.
Qui no.
Non siamo in guerra.
Nella guerra un uomo spara contro un altro uomo.
Qui no.
Vedo gente cercare "capri espiatori" e ho capito che è tipico di chi usa la rabbia per difendere la propria angoscia.
Sento parlare di "untori" ed ho imparato che c'è chi accetta la vulnerabilità come umana condizione e chi invece cerca solo di gettare la responsabilità sugli altri perché non ha mai guardato in faccia il proprio vuoto, né la propria solitudine.
Vedo confusione, disordine e motivazioni diverse emergere in ciascuno di noi, lati umani sbiadirsi e nuove energie dipingersi con colori che ancora non sapevamo esistessero.
Sento parlare tutti, tanti, troppi. E li ascolto.
Ho ascoltato giudizi, setenze e accuse.
Vedo numeri, lettere, parole ed immagini.
Ho ascoltato giudizi, setenze e accuse.
Vedo numeri, lettere, parole ed immagini.
Ho sentito il calore intenso in uno sguardo a distanza e il freddo pungente sbattuto in faccia come sa fare la neve ghiacciata sollevata da una folata di vento improvvisa.
Guardo la gente, come si muove, come cammina, come accelera e come rallenta.
Come ride e per che cosa lo fa, come piange e perché lo fa.
Ma soprattutto faccio caso alle parole che sceglie.
Come ride e per che cosa lo fa, come piange e perché lo fa.
Ma soprattutto faccio caso alle parole che sceglie.
Sto imparando tanto. Mai avrei pensato di avere cosi' tanti insegnamenti uno dietro l'altro, senza intervalli, né campanella di inizio e fine lezioni.
E le lezioni piu' belle sono quelle brevi immediate, di poche e selezionate parole.
Spesso sono dette sottovoce, sussurrate. Le più forti sono mute e pretendono il silenzio.
La linea della vita è diventata una figura geometrica che non avevamo ancora inventato o scoperto.
E il non prevedibile si è fatto coinquilino inatteso con cui fatichi a spezzare il pane.
Le parole ci chiedono di essere selezionate ed usate con massimo rispetto e il silenzio ci implora di farsi opportunità.
(Dalla finestra, ieri)
(Dalla finestra, ieri)