Di solito imparo in fretta.
E difatti qualcosa credo di aver già imparato.
A camminare con la schiena dritta.
A respirare molto più lentamente.
A sdraiarmi, se sono stanca, non a sedermi, che da seduta manca la prospettiva cielo.
A dire quello penso e a cercare quello che non penso, che da qualche parte sta, e mi sa stupire, ogni volta.
Che le difficoltà possono diventare opportunità, se ti impegni. Ed è vero.
Che i vicoli diventano ciechi solo se non hai il buon gusto di tornare indietro sui tuoi passi e cambiare la rotta.
Che mescolare le carte obbliga tutti a ricominciare il gioco.
Che quando cammini è bene non trascinare i piedi, muoversi sempre, con eleganza, ha il suo perché.
Che la confusione precede l'espansione e la creatività.
A respirare molto più lentamente.
A sdraiarmi, se sono stanca, non a sedermi, che da seduta manca la prospettiva cielo.
A dire quello penso e a cercare quello che non penso, che da qualche parte sta, e mi sa stupire, ogni volta.
Che le difficoltà possono diventare opportunità, se ti impegni. Ed è vero.
Che i vicoli diventano ciechi solo se non hai il buon gusto di tornare indietro sui tuoi passi e cambiare la rotta.
Che mescolare le carte obbliga tutti a ricominciare il gioco.
Che quando cammini è bene non trascinare i piedi, muoversi sempre, con eleganza, ha il suo perché.
Che la confusione precede l'espansione e la creatività.