Sboccia da un nucleo di dolore, l'Amore. Scoperchia tetti di case in cui abbiamo cercato rifugi di passaggio. Genera bufere di ossa e sabbia in cui roteare prima dell'abbraccio. Riesuma presenze sepolte e ridona vita ad assenze ingombranti che tornano ad affollare il tuo cuore di fragile cristallo. Apparecchia la tavola con crisantemi di luce, nella notte dei morti. Scrosta gli intonaci alle pareti del tuo sepolcro. Gocciola con acqua gelida lungo le tue vertebre di latte e disseta la bestia che ti abita dopo il tramonto, chiedendoti di riconoscerla. Richiama avi di solitudine. Abita antri di paure precoci. Nutre lupi famelici che credevi di aver addomesticato. Disarma Spoglia Indebolisce l'Amore. Allenta i recinti dei tuoi confini obbligandoti a dialogare perfino con i tuoi banditi interiori per patteggiare la difesa della tua terra. Rende umile, non umilia. Non ti fa più temere il mare in cui naufraghi abitualmente, né le insondate profondità che custodisci, né l'
Jack è andato a trovare suo padre. È un ranocchio. Vive in uno stagno tra i ciliegi e gli ibiscus. C'è acqua in abbondanza da quelle parti. È il re del suo regno. Ha bandito le cicale. Jack è andato a salutare sua madre. È una rondine. Vive dentro la grande quercia. Volteggia nel ventroso (da ventre) tronco, all'arrivo della Primavera. L'eco del suo garrire richiama le cicale. Jack ha detto grazie a suo padre. Lo ha ringraziato perché ha capito di aver ereditato la capacità di vivere sia in acqua che sulla terraferma e di aver preso la forza di scavare anche nel fango, se necessario, per salvarsi la pelle. Questo gli è servito. Jack ha ringraziato anche sua madre da cui, ha capito, di aver preso il becco e le ali, la nostalgia del volo, l'intolleranza al freddo e la fragilità dell'inverno. Anche questo gli è servito per non credersi aquila nei giorni della gioia. Jack è stato concepito una notte di bufera che il re Rospo e la Regina Rondine si erano riparati