Nel mio giardino c'è una pianta mangiucchiata da una vorace lumaca.
Divora le foglie di notte, per scomparire all'alba. Mi è impossibile scovarla.
È come un sogno che non si fa afferrare al risveglio, eppure cambia la conformazione ai desideri. Tracce di passaggi.
Ci sono fragole selvatiche, ma non tutti i fiori danno frutto. Alcuni sì, altri no.
Ho smesso di rattristarmene.
Ci sono fiori selvatici, spontanei, dagli esili petali blu, piuttosto infestanti.
All'inizio mi piacevano: esuberanti e riempienti, senza bisogno di cure.
Ora passo le giornate a toglierli dai terreni altrui perché so cosa significa rispettare gli spazi.
Ci sono rose dai boccioli minuti e dai petali d'incanto.
Ho imparato ad attendere per un'alba di stupore.
C'è una pianta rubata alla roccia del mare che evidentemente sente che l'aria sa di sale anche quassù, perché mi allieta con fioriture non terrestri.
Ha mille occhi o forse cuori con cui è in ascolto del mondo. Ed io con lei.
Facciamo poesia assieme.
Nel mio giardino c'è un cactus che ha smesso di chiedere acqua a mani distratte.
E un hibiscus riservato che fiorisce e sfiorisce nel tempo di una notte. Si nutre di rugiada.
Mi dà lezione di esclusività.
Nel mio giardino ci sono la menta glaciale ed il rosmarino prostrato, l'alloro dei poeti ed il basilico dal gambo odoroso.
Mi ricordano che non tutte le mancanze sono addomesticabili.
C'è pure la pianta azzurra del cielo.
Esigente di premure e assai delicata.
Odia le parole. È sensibile alla noia ed è piena di ricordi.
C'è l'aloe per le scottature e l'elicriso selvatico che a me medica le tristezze, soprattutto quelle inattese. Ed infatti è perenne.
Ci sono piante che richiamano le api, ed altre che richiamano le rondini.
Ce ne è una che richiama il vento per disperdere pollini e pensieri.
Maturano i pomodori che hanno il sapore della vertigine e fiori di zucca per bouquet di spose che vogliono non solo il fiore ma anche il frutto della Vita.
Nel mio giardino c'è tutto ciò di cui ho bisogno quando cerco alcune risposte, soprattutto quando il vento del giorno cede il posto a quello del crepuscolo.