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Jack e l'amore


Jack è andato a trovare suo padre.
È un ranocchio. 
Vive in uno stagno tra i ciliegi e gli ibiscus. C'è acqua in abbondanza da quelle parti.
È il re del suo regno.
Ha bandito le cicale.

Jack è andato a salutare sua madre.
È una rondine.
Vive dentro la grande quercia.
Volteggia nel ventroso (da ventre) tronco, all'arrivo della Primavera. 
L'eco del suo garrire richiama le cicale.

Jack ha detto grazie a suo padre. 
Lo ha ringraziato perché ha capito di aver ereditato la capacità di vivere sia in acqua che sulla terraferma e di aver preso la forza di scavare anche nel fango, se necessario, per salvarsi la pelle.
Questo gli è servito. 

Jack ha ringraziato anche sua madre da cui, ha capito, di aver preso il becco e le ali, la nostalgia del volo, l'intolleranza al freddo e la fragilità dell'inverno.
Anche questo gli è servito per non credersi aquila nei giorni della gioia.

Jack è stato concepito una notte di bufera che il re Rospo e la Regina Rondine si erano riparati nel tronco della grande quercia.
Ad unirli, forse, più la paura della Morte che l'anelito alla Vita. 

Jack ha dovuto girare il mondo, cadere in volo, cambiare pelle, sentirsi rospo, ingoiare piume, uscire dall'uovo, rompere il guscio, mangiare vermi, avere incubi a forma di coleottero, tremare nella neve, sentire l'impulso di volare senza ali e di immergersi nelle acque col suo cuore pulcino, ha dovuto vivere una ad una le sue contraddizioni e sfiorare la paura di impazzire prima di poter tornare a loro come figlio per davvero.

Ha condonato tutto, Jack.
Prima di tutto se stesso.
Ha accolto, finalmente, la sua confusione ed il suo disordine.
Oggi, sono amici fedeli e si rispettano.
Ha capito che la sua sgraziata conformazione è ciò che fa di lui un pezzo unico da collezione, ma non si mette in vetrina.
Si ammira, piuttosto, nel segreto della notte, quando è solo.
Ammira il suo becco da rondine e i suoi piedi da anfibio ed è felice
Felice perché sa chi è e da dove viene.
Felice perché oggi chiede di essere amato così, per come è.

(ph: "mani" di Louse Bourgeois, mostra "l'inconscio e la memoria", Villa Borghese, Roma, nel settembre '24.)