Di cristallo e di scintille è la tua pelle
Falce d'oro, il tuo corpo
Di diamanti hai ornato il petto
Dote di silenzi e poesie d'acqua porti in dono.
Tuo è lo scrigno dei secoli.
Avanzi scalza
nella languida notte dell'inverno.
Ombre di latte deponi sul pavimento celeste, per, infine, adagiarti su un talamo cobalto di velluto.
Mostrerai, dunque, la tua intimità, Luna, in questo liquido cielo di gennaio?
Tu, amante esigente,
che in grembo custodisci mari e in seno vulcani,
lascerai sfiorare le tue labbra d'argento tra sciami di stelle cadenti nella costellazione dell'Acquario?
Venere giace a te vicina,
sfuoca in un cerchio di chiffon d'oro e sete amaranto.
È in prossimità cosmica.
Lei, fornace planetaria
Fusione di desideri
Implorazione di amanti
Alito di vento e fuoco
Prima speranza
nella solitudine di ogni notte.
Scivola da orbite millenarie,
per adagiarsi nel tuo ventre di pura accoglienza.
Millenni di rotazioni
conducono a danze minuscole.
Ere geologiche si danno appuntamento al centro del tempo.
Abbracci siderali e carezze di istanti vibrano nel vortice dell'Universo.
È allora che Nuovi Mondi vengono alla luce.
È allora che compare il sogno.
Umana consolazione.
E l'amore.
Estasi di carne mortale, spicchio di immortalità.
Nebbia densa avvolge, improvvisa,
l'abbraccio di Luna e Venere.
Segreto resta agli umani, l'amore cosmico.
L'alba si porta via il sudore degli amanti celesti.
Restano gocce di rugiada tra i capelli della Terra, memorie sbiadite tra sogni confusi con cui ci sveglieremo domani, cercandoci, ancora.
Horti Borromaici, nell'inverno in corso.