Oggi ho preso tutti i miei gioielli più belli.
Li ho presi tutti, tirandoli fuori dai cassetti.
Ho trovato l'ambra e la sua dolcezza di miele sfuso.
La collana di pietre preziose, combinazione esotica, raffinata, azzardata.
Le perle, che ho osservato a lungo nella loro eleganza così essenziale, simile solo a quella dei sassi bianchi del mare.
La lunga collana di vetro trasparente del giorno delle nozze, un triplo giro di chicchi di ghiaccio dolce e profumato da succhiare come fanno i bambini con i ghiaccioli sulla spiaggia calda, senza bisogno di asciugarsi se cola tutto, che tanto poi ci si butta in mare.
Ho preso gli orecchini di ceramica. Ne ho di ogni colore e forma, da indossare in abbinamento con il rossetto e l'anima, secondo le sfumature dei giorni.
Ho preso gli anelli, li ho presi tutti, e ho visto che alcuni, alla luce, brillano come mille arcobaleni scesi in piazza a manifestare; altri, invece, hanno un unico potente colore e declamano l'intensità, col megafono.
Bene, ho preso tutti i miei gioielli, tutti quanti, e li ho messi addosso ad un manichino dalle linee suadenti.
Mi sono fermata a guardare
che effetto faceva.
Ho visto, mescolarsi assieme, in un bazar intimo e senza vetrina, la bellezza, la delicatezza, la dolcezza, la creatività, l'amore, l'azzardo ed il coraggio.
Ho visto la forza, colore primario, unirsi alla trasparenza delle lacrime e generare una tonalità dal grande potere taumaturgico.
Ho visto l'eleganza, cosi' irresistibile ai miei occhi, stringere un patto d'intesa con l'ironia matura in una alleanza tanto bella e rara come e' il magico fiore di Kadupul.
Sono stata un po' lì.
Infreddolita e spoglia a guardare tutti i miei gioielli.
E anche il manichino, che quasi quasi me me innamoravo.
Poi piano piano, uno ad uno, i miei gioielli me li sono ripresa e con gesti lenti, li ho reindossati, con così tanto garbo e naturalezza, che mi stupivo pure di me stessa, mentre sentivo sulla pelle ogni pietra e il suo peso, le sue sfumature, la sua consistenza, la sua temperatura.
Ho girato un po' per la stanza, inghirlandata come il più bell'albero di Natale, ho danzato davanti allo specchio e al manichino, stanco.
Li ho presi tutti, tirandoli fuori dai cassetti.
Ho trovato l'ambra e la sua dolcezza di miele sfuso.
La collana di pietre preziose, combinazione esotica, raffinata, azzardata.
Le perle, che ho osservato a lungo nella loro eleganza così essenziale, simile solo a quella dei sassi bianchi del mare.
La lunga collana di vetro trasparente del giorno delle nozze, un triplo giro di chicchi di ghiaccio dolce e profumato da succhiare come fanno i bambini con i ghiaccioli sulla spiaggia calda, senza bisogno di asciugarsi se cola tutto, che tanto poi ci si butta in mare.
Ho preso gli orecchini di ceramica. Ne ho di ogni colore e forma, da indossare in abbinamento con il rossetto e l'anima, secondo le sfumature dei giorni.
Ho preso gli anelli, li ho presi tutti, e ho visto che alcuni, alla luce, brillano come mille arcobaleni scesi in piazza a manifestare; altri, invece, hanno un unico potente colore e declamano l'intensità, col megafono.
Bene, ho preso tutti i miei gioielli, tutti quanti, e li ho messi addosso ad un manichino dalle linee suadenti.
Mi sono fermata a guardare
che effetto faceva.
Ho visto, mescolarsi assieme, in un bazar intimo e senza vetrina, la bellezza, la delicatezza, la dolcezza, la creatività, l'amore, l'azzardo ed il coraggio.
Ho visto la forza, colore primario, unirsi alla trasparenza delle lacrime e generare una tonalità dal grande potere taumaturgico.
Ho visto l'eleganza, cosi' irresistibile ai miei occhi, stringere un patto d'intesa con l'ironia matura in una alleanza tanto bella e rara come e' il magico fiore di Kadupul.
Sono stata un po' lì.
Infreddolita e spoglia a guardare tutti i miei gioielli.
E anche il manichino, che quasi quasi me me innamoravo.
Poi piano piano, uno ad uno, i miei gioielli me li sono ripresa e con gesti lenti, li ho reindossati, con così tanto garbo e naturalezza, che mi stupivo pure di me stessa, mentre sentivo sulla pelle ogni pietra e il suo peso, le sue sfumature, la sua consistenza, la sua temperatura.
Ho girato un po' per la stanza, inghirlandata come il più bell'albero di Natale, ho danzato davanti allo specchio e al manichino, stanco.