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Presepe di Desideri

Un uovo di fibre e muscoli caldi mi ha contenuta. Involvo alla mia forma germinativa. Regredisco alla condizione di cellula primordiale. Sconfino dalla materia alla non materia. Si dissolvono dicotomie. È l'Epopea di molecolari richiami di Vita. Sento il respiro percorrermi, flusso d'aria in alveoli di esigenza di espansione. È l'Onomatopea del Vento. Sento il battito dei miociti striati del mio cuore in tensione millenaria  e l'istante in cui l'impulso elettrico si converte in onda sonora. È il Miracolo della Trasformazione. Sento lo scorrere del sangue, la sua temperatura, l'attrito reumatico, l'indispensabilità del movimento e la coagulazione della stasi. Sono Nomadismi interiori. Sento che mi perdo nella mia umanità per ricompormi in nuove anatomie esistenziali. È l'Enigma della pelle: a pparato della  memoria. Intanto sono giorni di ricorrenze terrestri. Si rinnovano la Natività di bisogni sacri e l'immortalità de...

Bulbi Pelliccia Nettare Natale

Esiste un nucleo di solitudine dove nessuno può entrare. È un nocciolo duro,  una ghianda di resistenza. È uno spazio dove è possibile trovare consolazione. Dove il mondo non può più deluderti. Dove non devi più rendere conto a nessuno. È una fortezza inespugnabile. Costruita nel tempo. Nelle sue rocce è contenuta la stratificazione delle tue ere geologiche: quando eri mollusco, poi essere strisciante, rettile, anfibio, mammifero da latte ed infine bipede con pollice opponibile. In quel nucleo di solitudine, anche se le campane suonano meste, ne riconosci la melodia e non disperi più. In quel nucleo di solitudine, dialoghi con la tristezza e addomestichi la melanconia, figlia del rigore così familiare ed estraneo al tuo cuore. Lì, in quel nucleo silenzioso di solitudine, assapori la tua neve e te la figuri sulla lingua come un nettare divino, usi i capelli come pelliccia per i tuoi pensieri tremolanti, aliti sul cuore e gli prometti fedeltà fino al battito finale, quello con cui sa...

Colabrodo

Ed è così che improvvisamente capisci che sono mancati dei pezzi, forse enormi. Alla tua storia. Alla tua vita. Capisci anche che non è facile recuperarli, quei pezzi, soprattutto se sono più grossi e più pesanti di quello che le tue spalle possono sostenere, pennuta d'ossa cave! Nessun Atlante all'orizzonte. Allora può succedere che il puzzle della tua vita resti monco, soprattutto se i pezzi mancanti sono macigni.  Grosse pietre dure, spigolose, taglienti, difficili da recuperare, difficili da ricollocare. E se non ricollochiamo tutto? Restiamo, forse, come una tela bucata? Un paesaggio monco? Una melodia stonata?  Uno strumento scordato? Un vetro rotto? Una strada dissestata? A volte mancano dei pezzi, è vero, e le mancanze sono le cose più difficili da andare a ritrovare, una volta perdute. Esiste il "persempre" e non solo nelle favole. Lo so. Sono mancati i dialoghi , quando era necessario parlarsi . Le carezze quando era più necessario starsi vicini . È mancato...

l'Amore

Sboccia da un nucleo di dolore, l'Amore. Scoperchia tetti di case in cui abbiamo cercato rifugi di passaggio. Genera bufere di ossa e sabbia in cui roteare prima dell'abbraccio. Riesuma presenze sepolte e ridona vita ad assenze ingombranti  che tornano ad affollare il tuo cuore di fragile cristallo. Apparecchia la tavola con crisantemi di luce, nella notte dei morti. Scrosta gli intonaci alle pareti del tuo sepolcro. Gocciola con acqua gelida lungo le tue vertebre di latte  e disseta la bestia che ti abita dopo il tramonto,  chiedendoti di riconoscerla. Richiama avi di solitudine. Abita antri di paure precoci. Nutre lupi famelici che credevi di aver addomesticato. Disarma Spoglia Indebolisce l'Amore. Allenta i recinti dei tuoi confini obbligandoti a dialogare perfino con i tuoi banditi interiori per patteggiare la difesa della tua terra. Rende umile,  non umilia. Non ti fa più temere il mare in cui naufraghi abitualmente, né le insondate profondità che custodisci, né...

Jack e l'amore

Jack è andato a trovare suo padre. È un ranocchio.  Vive in uno stagno tra i ciliegi e gli ibiscus. C'è acqua in abbondanza da quelle parti. È il re del suo regno. Ha bandito le cicale. Jack è andato a salutare sua madre. È una rondine. Vive dentro la grande quercia. Volteggia nel ventroso (da ventre) tronco, all'arrivo della Primavera.  L'eco del suo garrire richiama le cicale. Jack ha detto grazie a suo padre.  Lo ha ringraziato perché ha capito di aver ereditato la capacità di vivere sia in acqua che sulla terraferma e di aver preso la forza di scavare anche nel fango, se necessario, per salvarsi la pelle. Questo gli è servito.  Jack ha ringraziato anche sua madre da cui, ha capito, di aver preso il becco e le ali, la nostalgia del volo, l'intolleranza al freddo e la fragilità dell'inverno. Anche questo gli è servito per non credersi aquila nei giorni della gioia. Jack è stato concepito una notte di bufera che il re Rospo e la Regina Rondine si erano riparati ...