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Tremulo



Il pensiero della morte, in alcuni giorni, fa più paura che in altri.
Sono i giorni della felicità.

Il pensiero del dolore, in alcuni giorni, è più tagliente di altri. 
Lama nera non puoi lacerare la mia carne, nè farmi a pezzi ora che cospargo di mirra e balsamo il mio corpo, altare sacro.

Ci sono giorni in cui il ricordo della paura bussa più insistentemente che in altri. 
In quei giorni tutto rimbomba perché il mio vuoto è più ampio. 
Sono i giorni dell' appartenenza e delle promesse.

Ci sono giorni in cui il cuore si raggomitola così tanto per proteggersi da sé stesso da diventare un punto minuscolo nell'immensità.
Sono i giorni in cui bisogna custodirsi.
In quei giorni, tu proverai a cercarmi, promettimelo.

Ci sono giorni in cui non si ha più materia.
Si è filo d'erba e brezza, seme e cemento, roccia e anemone, strada e nuvola, tempesta e arsura, pieno e vuoto, lacrime e saliva, polvere e cielo.
Quelli sono i giorni dell'amore. 

Ho un castello tra le tempie e una foresta di alberi seminata sotto al cuore.
L'ombelico è il centro del mio labirinto e queste ossa stipiti di porte in cui ti chiederò di abitare.

Nuove conformazioni.

È il flusso della Vita che modella le fragilità dei nostri cuori di umana fattura, inadatti a contenere tantitudini.

Tremulo.

 (Stipite di porta. Cortile dell'Università Centrale, Pavia, due giorni fa)


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