Abbiamo tutti un bambino interiore da accudire. Forse ce lo siamo dimenticati fuori da scuola, mentre i cachi penzolavano sugli alberi o al parcogiochi, d'autunno. Forse è successo di notte, nella nursery dell'ospedale o in quell'estate al mare quando il sole spaccava i granelli di sabbia in due, o forse è accaduto quel pomeriggio, fuori pioveva e i grandi, in casa, discutevano. Ce lo siamo scordato in qualche angolo quel bimbo, ma quel che è peggio è che non siamo più andati a cercarlo per guardarlo in faccia e dirgli: "ehi, ciao, come stai? Piacere, io sono quella che sei diventata!" Ho una strana nostalgia dentro . Ora so che ho nostalgia anche di questo. Di te. Avevo bisogno di cercarti e di ritrovarti. Oggi vorrei poterti guardare, mentre giochi. Vedere come prendi le foglie e come le butti all'aria o cosa scegli per fare gli occhi e le braccia al tuo pupazzo di neve. Vorrei vedere se, quando cadi, piangi e, in tal caso, come ti asciughi gli occhi e ti...
Anatomia di pensieri e navigazione spaziale