Esiste un nucleo di solitudine dove nessuno può entrare. È un nocciolo duro, una ghianda di resistenza. È uno spazio dove è possibile trovare consolazione. Dove il mondo non può più deluderti. Dove non devi più rendere conto a nessuno. È una fortezza inespugnabile. Costruita nel tempo. Nelle sue rocce è contenuta la stratificazione delle tue ere geologiche: quando eri mollusco, poi essere strisciante, rettile, anfibio, mammifero da latte ed infine bipede con pollice opponibile. In quel nucleo di solitudine, anche se le campane suonano meste, ne riconosci la melodia e non disperi più. In quel nucleo di solitudine, dialoghi con la tristezza e addomestichi la melanconia, figlia del rigore così familiare ed estraneo al tuo cuore. Lì, in quel nucleo silenzioso di solitudine, assapori la tua neve e te la figuri sulla lingua come un nettare divino, usi i capelli come pelliccia per i tuoi pensieri tremolanti, aliti sul cuore e gli prometti fedeltà fino al battito finale, quello con cui sa...
Anatomia di pensieri e navigazione spaziale