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Visualizzazione dei post da dicembre, 2024

Presepe di Desideri

Un uovo di fibre e muscoli caldi mi ha contenuta. Involvo alla mia forma germinativa. Regredisco alla condizione di cellula primordiale. Sconfino dalla materia alla non materia. Si dissolvono dicotomie. È l'Epopea di molecolari richiami di Vita. Sento il respiro percorrermi, flusso d'aria in alveoli di esigenza di espansione. È l'Onomatopea del Vento. Sento il battito dei miociti striati del mio cuore in tensione millenaria  e l'istante in cui l'impulso elettrico si converte in onda sonora. È il Miracolo della Trasformazione. Sento lo scorrere del sangue, la sua temperatura, l'attrito reumatico, l'indispensabilità del movimento e la coagulazione della stasi. Sono Nomadismi interiori. Sento che mi perdo nella mia umanità per ricompormi in nuove anatomie esistenziali. È l'Enigma della pelle: a pparato della  memoria. Intanto sono giorni di ricorrenze terrestri. Si rinnovano la Natività di bisogni sacri e l'immortalità de...

Bulbi Pelliccia Nettare Natale

Esiste un nucleo di solitudine dove nessuno può entrare. È un nocciolo duro,  una ghianda di resistenza. È uno spazio dove è possibile trovare consolazione. Dove il mondo non può più deluderti. Dove non devi più rendere conto a nessuno. È una fortezza inespugnabile. Costruita nel tempo. Nelle sue rocce è contenuta la stratificazione delle tue ere geologiche: quando eri mollusco, poi essere strisciante, rettile, anfibio, mammifero da latte ed infine bipede con pollice opponibile. In quel nucleo di solitudine, anche se le campane suonano meste, ne riconosci la melodia e non disperi più. In quel nucleo di solitudine, dialoghi con la tristezza e addomestichi la melanconia, figlia del rigore così familiare ed estraneo al tuo cuore. Lì, in quel nucleo silenzioso di solitudine, assapori la tua neve e te la figuri sulla lingua come un nettare divino, usi i capelli come pelliccia per i tuoi pensieri tremolanti, aliti sul cuore e gli prometti fedeltà fino al battito finale, quello con cui sa...

Colabrodo

Ed è così che improvvisamente capisci che sono mancati dei pezzi, forse enormi. Alla tua storia. Alla tua vita. Capisci anche che non è facile recuperarli, quei pezzi, soprattutto se sono più grossi e più pesanti di quello che le tue spalle possono sostenere, pennuta d'ossa cave! Nessun Atlante all'orizzonte. Allora può succedere che il puzzle della tua vita resti monco, soprattutto se i pezzi mancanti sono macigni.  Grosse pietre dure, spigolose, taglienti, difficili da recuperare, difficili da ricollocare. E se non ricollochiamo tutto? Restiamo, forse, come una tela bucata? Un paesaggio monco? Una melodia stonata?  Uno strumento scordato? Un vetro rotto? Una strada dissestata? A volte mancano dei pezzi, è vero, e le mancanze sono le cose più difficili da andare a ritrovare, una volta perdute. Esiste il "persempre" e non solo nelle favole. Lo so. Sono mancati i dialoghi , quando era necessario parlarsi . Le carezze quando era più necessario starsi vicini . È mancato...