La prima volta che mi sono partorita è stata stata su un albero di gelso. Ero una morula nella pancia di mia madre. Avrei voluto maturare al sole, piuttosto che in un utero umido e all'ombra . Venni al mondo con la consapevolezza che, comunque, è meglio nascere piuttosto che morire indigeriti nel becco di un rapace ingordo di frutti rossi. La seconda volta fu in una estate di caldo e di sale, al mare, quando, bimba, custodii, per la prima volta, un segreto non bambino. La terza volta mi trovavo tra rocce grigie. C'era odore di salsa di pomodoro e di camino. Era estate anche in quell'occasione. Mani di carne e silenzi di pietra mi diedero al mondo, ancora una volta. La quarta è stato quando presi un pullman e separai il mondo degli altri dal mio, interponendo risaie di specchi tra me e loro. La quinta volta è più recente. Mi sono dovuta rifare piccina piccina e sottoforma di minuscolo atomo sono rientrata nell'uovo che mi ha generata . I viaggi a ritroso sono s...
Anatomia di pensieri e navigazione spaziale