Che cosa è l'umano?
Corpi stremati e graveolenti mi si mostrano da giorni.
Speranze chiuse in lillipuziane bottiglie di vetro.
Pudenda esposte, senza più alcuna dignità.
Pieghe cutanee marciscenti poiché nessuno le profuma più.
E' questa la puzza che ha la perdita dell'autonomia?
Aliti si serrano in bocche nere che da giorni non prendono più aria.
Dov'è l'odore della menta, del limone e del rosmarino?
Dove è l'aroma di un bacio?
Pelli raggrinzite sforforano
e labbra riarse si cuciono una sull'altra per eccesso di secchezza.
Che cosa è l'umano?
È dunque questo ammasso di muscoli spenti, di carne in lenta decomposizione?
È questa comune disperazione?
La febbre confonde i pensieri,
la malattia pare togliere ogni rispettabilità.
Pustole, ulcere, decubiti, sudore, saliva, secrezioni infette, rettoragie, melena, vomito di bile, vomito di sangue, vomito giallo, vomito verde, rosso marrone, nero.
Odore di acido, odore di frutta matura, odore pungente, odore nauseante, odore di caldo, odore di vita, ancora.
Se tolgo i guanti, ho il coraggio di toccare le tue ferite?
O ne ho ribrezzo
come ho ribrezzo della malattia e della morte?
Riecheggiano paure arcaiche,
rimbombano quesìti antichi in questi antri verdi e stretti, illuminati da scialitiche artificiali.
Fuori intanto giugno sta per finire e un sole rovente sbiadisce l'asfalto.
Si sentono cicale frinire,
pure da qui.
Esiste un bosco di fronde dove cercare rifugio?
Grì-grì
Grì-grì
Grì-grì
Grì-grì
.....
("Vietato l'ingresso ai non addetti ai lavori" sussurrava intanto la malattia e i cosidetti sani si salvavano, restando fuori dai verdi corridoi...)