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DIORAMA


Che cosa è l'umano?
Corpi stremati e graveolenti mi si mostrano da giorni.
Speranze chiuse in lillipuziane bottiglie di vetro.
Pudenda esposte, senza più alcuna dignità.
Pieghe cutanee marciscenti poiché nessuno le profuma più.
E' questa la puzza che ha la perdita dell'autonomia?
Aliti si serrano in bocche nere che da giorni non prendono più aria.
Dov'è l'odore della menta, del limone e del rosmarino? 
Dove è l'aroma di un bacio?
Pelli raggrinzite sforforano 
e labbra riarse si cuciono una sull'altra per eccesso di secchezza.

Che cosa è l'umano?
È dunque questo ammasso di muscoli spenti, di carne in lenta decomposizione? 
È questa comune disperazione?

La febbre confonde i pensieri,
la malattia pare togliere ogni rispettabilità.
Pustole, ulcere, decubiti, sudore, saliva, secrezioni infette, rettoragie, melena, vomito di bile, vomito di sangue, vomito giallo, vomito verde, rosso marrone, nero.
Odore di acido, odore di frutta matura, odore pungente, odore nauseante, odore di caldo, odore di vita, ancora.

Se tolgo i guanti, ho il coraggio di toccare le tue ferite?
O ne ho ribrezzo 
come ho ribrezzo della malattia e della morte?

Riecheggiano paure arcaiche, 
rimbombano quesìti antichi in questi antri verdi e stretti, illuminati da scialitiche artificiali.

Fuori intanto giugno sta per finire e un sole rovente sbiadisce l'asfalto. 
Si sentono cicale frinire, 
pure da qui.

Esiste un bosco di fronde dove cercare rifugio? 
Grì-grì
Grì-grì
Grì-grì
Grì-grì
.....

("Vietato l'ingresso ai non addetti ai lavori" sussurrava intanto la malattia e i cosidetti sani si salvavano, restando fuori dai verdi corridoi...)

    (25 giugno 2023)



Commenti

  1. Come su una giostra in velocità ho visto tutto;
    occhi socchiusi, narici dilatate e mani lacrimanti di lattice .
    Manca una parola DIGNITA leggila con un suono,
    un Grì-grì

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    1. Vero. La dignità. Come mi parlavano quei corpi ieri! La dignità è un bene preziosissimo! Va protetta e tutelata. Che ognuno di noi possa avere dentro un bosco di allegre cicale in cui sentirsi felice!!
      Grazie per il commento Paola!

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  2. Io per legge metterei una specie di ultimo desiderio(fattibile non irrealizzabile), quando ormai sei vecchio sfatto e rinsecchito. Che sia ospedale, RSA ecc quando si avvicina quel momento..questione di pochi giorni..
    chi desidera calpestare a piedi nudi quell'erba o sentire ancora l'odore dell'albero o vedere dal finestrone l'ultima sua alba o tramonto, cose così, mi sembra una giusta dignità anche questa. Ma a proposito di dignità..una volta viste le piaghe, acciacchi vari che siano, io le spengo quelle scialitiche in modo che vi ritorni il buio sopra e molto probabilmente anche la morte stessa porta o ridà dignità, forse anche allo spirito ma soprattutto a quello che rimane lì. Averlo dentro dite..son convinto che baratterebbero gli ultimi loro giorni per un'ora in quel bosco. Io personalmente se non è troppo alto e riuscissi, mi butterei giù dalla finestra per trovare il mio sale, ma mi fregherei da solo gli ultimi giorni xchè poi ti sedano. Quanto deve essere brutto andarsene con l'immagine di un soffitto negli occhi, allora preferisco mille volte sul mio legno, più dignitoso ed onorevole almeno per me; vuoi mettere, andarsene su quel posto che nel bene e nel male ti ha visto crescere, ti ha sfamato, ti ha urlato contro e talvolta perdonato ma.. dovrò anche restituire tutto quel sale che dopotutto mi ha reso in parte quello che sono.
    Non c'è l'ho con i sanitari(e da centinaia d'anni è così) ma umanamente pensando, abbiamo omologato quei ultimi 5 secondi per tutti.. soffitto lenzuolo orario, senza poter ascoltare ancora una volta quel canto di cicale.
    G.

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    1. Ops mi dimenticavo.. complimenti x i poeti di via Margutta.👍🥂

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  3. Ma se un suo fan volesse passare a salutarla, sarebbe cosa fattibile o meglio di no. G.

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