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Les Petites Madeleines


Vi sono sere in cui l'aria essuda di una dolcezza che è oltremisura.

Eccessi di molecole fluttuano nell'aria, penetrando ed eccitando, inconsapevolmente.

Millenni di evoluzione cortoicircuitano nel mio minuscolo mondo. 

Le api, silenziosamente, godono.
La pelle ricorda con piacere le sue maree di zucchero fuso.
I gufi si gonfiano su rami lontani bubuuu, bubuuuu.
Le lumache bagnano di memoria i loro giacigli d'amore.
Le mosche, fameliche, girano in quadrati sempre più stretti.
I petali dei fiori prendono colore.
Il giallo cola sui pistilli
e l'erba scopre il verde.

La notte eccede in una 
rumorosa ispirazione.
Una sovrabbondanza mi attraversa, 
ferendomi.

Sento il prato inumidirsi.
La goccia notturna generarsi dal nulla.
Mi giungono secrezioni lontanissime 
e gli umori della scimmia 
che porta avanti la specie.

Sento l'asfalto e le sue storie 
finite in una shock room.
Sento l'uva, maturata in autunno sui tralci, distruggere gli epatociti della giovane donna, curata poco fa tra l'alito aromatico e i tremori non essenziali.

Sento odori antichi e nuovissimi.
Dolcezza infinita e smarrimento.

Il troppo può far male, 
soprattutto se hai bulbi olfattivi piantati in terreni fertili.

(pensieri di ieri sera, ph di un anno fa)