Sono fatta di un materiale che si sbriciola e s'ottunde e si incrina all'urto. So che mi spezzerei facilmente se dovessi reggere un grammo in più di quel che porto. Quando l'ho detto a mia nonna, lei mi ha sorriso. "Che peso reggi tu, signorina, che non arrivi a sette anni?" "La mia anima" ho risposto," la tengo a due mani". La Nena ha arricciato la fronte, ha preso tempo. Ne prende sempre prima di dire la sua. Ed è di quel tempo che io ho paura. "E come mai devi tenerla su?" mi ha domandato. Sorrideva. Niente mi prende più del sorriso. Chi in avvenire mi sorriderà, avrà su di me potere. "Non posso distrarmi, nonna. Non posso farlo neanche un minuto. Passerò la vita con le mani occupate, a stringere lei". (Antonia Pozzi, una grazia di cui disfarsi) Esce oggi "Io sono Kore". Casa Editrice: Albatros, Il Filo. Collana: Nuove Voci. Prefazione di Barbara Alberti. Recensione di Maria Grazia Brunori. Con la collaborazi...
Anatomia di pensieri e navigazione spaziale