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L'UDIENZA È TOLTA


Da un tempo relativamente breve mi accorgo di essere affascinata dal simbolo.
Immagine evocativa. Segno silenzioso. Discorso senza parole.
Forse perché, col tempo, ho capito quanto sarebbe bello essere così: essenziali.
Ma, ne sono ancora lontana ed ecco forse il motivo di tanta attrazione e di altrettanta dispersione.
Mi prende, tuttavia, talvolta, quel desiderio impellente (chi non l'ha mai provato?) per cui vorrei che chi mi sta davanti capisse tutto, ma proprio tutto, di me semplicemente da una smorfia di una mia ruga, dal fugace bagliore sotto la palpebra, dal tremolio indispettito della ciglia stanca, dallo sguardo che, posandosi su un oggetto, mima un silenzioso "time out".
Il desiderio che questo accada mi si muove addosso, da tempo, come un acaro mendace sottopelle che genera un fastidioso prurito.

A volte abbiamo bisogno delle parole esattamente come l'aria ha bisogno del polline, per fecondare i prati.
Altre volte, invece, le parole sono come un gregge di pecore in un sacchetto di pop corn. Le mangi e pretendendi di non sputare lana.

Hai mai provato a parlare fino allo sfinimento per renderti conto che eri l'unico interlocutore e ad annoiarti così tanto dei stessi tuoi discorsi da voler cambiare compagnia? A me sì, è capitato.
Ho spento infinite sigarette sulla mia fronte, posacenere di cristallo.
Ho vomitato centrifugati di pensieri e pulito diligentemente il pavimento, subito dopo.
Come un lama, ho rimuginato così tanto la mia anima che quasi, poverina, non si ricordava più di essere stata un verde filo d'erba. 

Ora che non mi temo più, posso finalmente chiedere una tregua silenziosa, a me stessa. Ci sono intimità che non basta una vita a creare.

Potessi concentrarmi in un unico simbolo evocativo resterei in quella immagine per un tempo sufficientemente lungo da poter contemplare, in silenzio, questa mia esistenza. E se per caso volessi entrare, ti chiederei, questa volta, con fermezza, di toglierti le scarpe e di non disturbare, se possibile.

Ho congedato il mio giudice severo e terminato la mia udienza.

Non ho più bisogno di spiegare che lingua parlo. Mi è chiara ed oggi questo mi basta, a differenza di ieri.