Da un tempo relativamente breve mi accorgo di essere affascinata dal simbolo.
Immagine evocativa. Segno silenzioso. Discorso senza parole.
Forse perché, col tempo, ho capito quanto sarebbe bello essere così: essenziali.
Ma, ne sono ancora lontana ed ecco forse il motivo di tanta attrazione e di altrettanta dispersione.
Mi prende, tuttavia, talvolta, quel desiderio impellente (chi non l'ha mai provato?) per cui vorrei che chi mi sta davanti capisse tutto, ma proprio tutto, di me semplicemente da una smorfia di una mia ruga, dal fugace bagliore sotto la palpebra, dal tremolio indispettito della ciglia stanca, dallo sguardo che, posandosi su un oggetto, mima un silenzioso "time out".
Il desiderio che questo accada mi si muove addosso, da tempo, come un acaro mendace sottopelle che genera un fastidioso prurito.
A volte abbiamo bisogno delle parole esattamente come l'aria ha bisogno del polline, per fecondare i prati.
Altre volte, invece, le parole sono come un gregge di pecore in un sacchetto di pop corn. Le mangi e pretendendi di non sputare lana.
Hai mai provato a parlare fino allo sfinimento per renderti conto che eri l'unico interlocutore e ad annoiarti così tanto dei stessi tuoi discorsi da voler cambiare compagnia? A me sì, è capitato.
Ho spento infinite sigarette sulla mia fronte, posacenere di cristallo.
Ho vomitato centrifugati di pensieri e pulito diligentemente il pavimento, subito dopo.
Come un lama, ho rimuginato così tanto la mia anima che quasi, poverina, non si ricordava più di essere stata un verde filo d'erba.
Ora che non mi temo più, posso finalmente chiedere una tregua silenziosa, a me stessa. Ci sono intimità che non basta una vita a creare.
Potessi concentrarmi in un unico simbolo evocativo resterei in quella immagine per un tempo sufficientemente lungo da poter contemplare, in silenzio, questa mia esistenza. E se per caso volessi entrare, ti chiederei, questa volta, con fermezza, di toglierti le scarpe e di non disturbare, se possibile.
Ho congedato il mio giudice severo e terminato la mia udienza.
Non ho più bisogno di spiegare che lingua parlo. Mi è chiara ed oggi questo mi basta, a differenza di ieri.
Mi permetta una curiosità: chi è il giudice, chi la difesa, chi l’accusa e chi l’accusato?
RispondiEliminaMi son perso.
Ad una prima lettura mi è sembrato che giudice e accusa affrontino un imputato senza difesa.
Ad una seconda lettura, che uno solo (o sola) vesta i panni di tutti e quattro.
Alla terza lettura son tornato alla prima ipotesi ma, anziché un solo imputato, una platea di persone superficiali che non si è più disposti a tollerare. Se proprio, che almeno siano educati e discreti.
Alla quarta lettura torno confuso.
Nel caso fosse valida l’ipotesi uno, mi torna alla mente una domanda che, in casi simili mi ha sempre posto mia nonna (che non credo conoscesse i “cinque assiomi di Watzlawick” ma era una donna dal pragmatismo notevole): tu ti sei fatto capire e hai chiesto se aveva voglia di ascoltare o se aveva qualcosa lui/lei da raccontare?
Nel caso dell’ipotesi tre, altra teoria di mia nonna: non possiamo salvarli tutti e quasi sicuramente non ne vale la pena.
Per l’ipotesi due, invece, faccio il tifo per un bicchiere di vino e un buon amico, meglio almeno due: accusa e difesa. Essere giudici di noi stessi si può fare.
Potessi regalarle un simbolo da cui concentrarsi sulla sua esistenza, su due piedi, essendomi partito un pensiero mooolto laterale, azzardo questo: ∃
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Quantificatore_esistenziale_(simbolo)
Tutte valide interpretazioni, gentile lettore!
EliminaE complimenti alla meravigliosa nonna di cui traspare tanta saggezza, essenziale appunto, quella capacità, che non tutti hanno, di andare dritti al centro della faccenda senza bisogno di sprecare troppe frecce! Vorrei invecchiare come la nonna!
Sull'avere amici schietti e vivi con cui spezzare il pane e condividere l'esistenza, la penso come lei. A rischio di cadere nella retorica più banale, credo siano la risorsa più preziosa che abbiamo!
Per il simbolo, beh ammetto che mi ha piacevolmente colpita questa associazione simbolico-matematica!
La ringrazio per lo scritto!
https://www.youtube.com/watch?v=gZpNUN2mrjc
RispondiElimina"Siamo chi siamo.
EliminaUn giorno c'hanno attaccato al seno.
Siamo chi siamo.
Il prezzo di una mela per Adamo.
Il tempo dell'ennesimo respiro
E gli anticorpi fatti col veleno.
Non si finisce mai di avere fame"
Grazie!!
Non ci sono immagini: il sipario è chiuso.
RispondiEliminaLe voglio cantare questa: SHE'S A RAINBOW
https://www.youtube.com/watch?v=6c1BThu95d8
(oggi metto da parte il mio gessato)
Pietro Zattera
Eilaaa gente.. c'è nessunooo.
RispondiEliminaUhhhh vabbè mettiamo un disco, di quelli neri però, un po' vecchio ma non troppo, che potrebbe anche piacere a tanti perché nooo.
Roba da vecchi maa può darsi, leggermente remixato ad oggi.
Buon ascolto a tutti.
https://m.youtube.com/watch?v=zfjTawVXkzE
G.iovanni