Passa ai contenuti principali

Ventre di Vita


Ritmi di atavici riti rimbombano dentro.
Suonano il djembe ed il bongo, il dundun e il Kajamba. 
Il cielo è uno spicchio di fuoco.
La tela dei sogni color rosa antico.

Il cuore s'è ricoperto di pelle 
d'animale preistorico, 
nel tempo d'una notte. 
Il suo battito ora ha il ritmo della terra.
Odori, che la specie ha dimenticato, si fanno tracce visibili dentro me.

Trascina l'urlo della scimmia e 
sudori di madreperla rivestono l'interno di corpi, improvvisamente cavi.

Un vortice centripeto conduce in picchiata all'ombelico del cosmo. 
Lo accarezzo, senza artigli. 

È un patto di indissolubile appartenenza questo incontro 
nel mezzo della notte, 
nel ventre della Vita.

Tenacia di ossa e lacci di fibre avvolgono, come bachi, 
i millenni che abbiamo addosso. 
Crisalidi giacciono tra le scapole.

Al centro della vulnerabilità ho trovato la forza. È lì, che ho deciso di amare.

                  Non pesce,
                  non felino,
                  non lumaca,
                  non volatile,
                  non insetto.

                 Non di pelle
                 Non di squame 
                 Non di vento
                 Non di acqua
                       Sono.
       Sconfinata metamorfosi.

   Ph di Ambrosini Simona.





Commenti