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ZÙCCARO e SALE

Sgorga, da un demone ancor più inclemente, "Zuccaro e Sale". 
Bonifica delle radici. 
Un popolo si muove nella testa e morti abitano un cimitero interiore. Spiriti buoni alitano sul collo ed avi premurosi mi tengono in seno.

Il racconto di una vita può essere più importante della vita stessa.

"Zuccaro e Sale". 
Casa editrice " il filo di Arianna" 
Prefazione: Barbara Colombotto Rosso.

Da oggi disponibile nelle librerie ed on- line.

È settembre, 2022.

Amen.

Commenti

  1. Cara Ilaria, aggiungerò alla mia collezione anche questa sua opera, avendo cura di porla esattamente al fianco, in successione, a 'Io sono Kore'. Evoluzioni. Oggi non siamo più ciò che siamo stati ieri, e domani saremo altro ancora: ce lo dice la scienza. Son curiosa di scoprire il suo ricambio, le sue mutazioni nel profondo e nel tempo. Sì importantissimo quest'ultimo: ho deciso di prendermi del tempo e di comprendere l'importanza delle piccole libertà che molto spesso non ci concediamo. Sono ritornata qui dopo tempo a riesplorare il mio familiare, anch'esso cambiato. O forse io sono cambiata. Ritornerò a leggere sotto quell'albero di melograno, è rimasto lì, quello.
    A presto!
    S.

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    1. Gentile S, grazie per il suo intervento e grazie se mi leggerà. Sarei curiosa di sapere di questi cambiamenti suoi e che vedrà eventualmente in me.
      Col nuovo che c'è in me non credo di aver ancora familiarizzato, sicuramente in "Zuccaro e sale" ho aperto cassetti e stanze di un palazzo antico interiore di cui ignoravo l'esistenza. Quello che ho trovato, è destinato a farmi compagnia ormai per sempre e per sempre ha cambiato la mia conformazione.
      Bonifica delle radici, l'ha chiamata qualcuno. Io ho capito che seguire le radici del proprio albero può essere un viaggio meravigliosamente inatteso e farci scoprire avi buoni che hanno impastato le nostre cellule e la nostra storia, a nostra parziale insaputa!
      Buona lettura allora, sotto il suo prezioso melograno...

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  2. Che bella l'introduzione. Parole che sanno di magia. Corro ad ordinarlo!

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  3. Una generazione dopo l'altra, siamo frutti.
    Frutti di un amore precedente di un incontro..in noi ci sono sorrisi ,passeggiate, abbracci desideri..in noi ci sono ancora quegli sguardi un po' persi nel tempo forse o così in profondità dall'essere a volte molto difficile ritrovare quasi fossero marcati nel proprio dna. Ma forse è così, con le sembianze, le caratteristiche ma c'è di più marcato in quei genomi, forse c'è un po' di loro e parte anche della loro vita.
    È proprio bella la foto, ha scelto bene trovo, presumo siano i suoi, bella quella ragazza con la testa all'indietro e quel vestito che sembra un frutto, quei grossi bottoni ne sono i semi,
    ma quanto erano forti gli abiti di quegli anni. Sappiamo che è importante in quei capitoli per la dott Ilaria.. mi ha preso più la foto che il libro in sé mi scuso un po',
    testa strana la mia lo so :)
    ... può essere più importante della vita stessa. È proprio così e finché ci sarà qualcuno che penserà o ricorderà il nostro "viso" saremo in parte ancora vivi anche se solo nella testa o nel cuore di questa persona.
    Legno che respira, porcellana che è lucente e parole raccolte su carta traspirano solo parte di un amore nei personaggi, nelle storie, quell'intimo racchiuso nel sottopelle della autrice.. la cura nei dettagli.
    Auguri allora . G.

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    1. Grazie G, ha colto il senso di quell'impasto antico, ancestrale con cui ho familiarizzato perché è venuto a farmi visita, a chiedere il conto. Ciò che siamo ci precede e anche di molto, ne sono profondamente convinta. A differenza di Kore, un popolo intero si è agitato dentro raccontando una storia che, ancora una volta, ho semplicemente ascoltato.
      È la morte il filo rosso questa volta. Tutto quel che accade qui dentro è solo un disperato tentativo di sentire la vita, urlarla, non dimenticare che siamo quella piccola parentesi fatta di carne e sentimenti. Il resto un gran silenzio.
      A presto

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    2. Spero di non averlo toccato allora anche se inavvertitamente quel filo rosso. Calda la..e vellutati i..tutto il resto non conta..le do ragione. Se ho capito..a chiedere il conto..
      è un po' che lo sente dentro allora in amen. Per il resto può sentirla, urlarla ma con forza Ilaria non disperato, non è proprio un termine che ricade in quell'immagine
      che ho di lei. G.

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    3. Opss l'ultimo ho sbagliato io..parlava del libro (disperato)
      Sorry.

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    4. Cavolo devo correggere sta cosa, dove dico l'immagine che ho di lei.(non mi piace proprio come lo messo giù)
      1 non che sia importante "quell'immagine" innanzitutto.2 è da un po' che son qui a leggere ed interagire, si crea un opinione un sentire, per cui quel termine a cui mi riferivo non rientra in quel idea o in quel sentito di come può essere più o meno fatta una persona..ed anche questo è soggettivo alla fine.g

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  4. Ritornare nel proprio passato - forse è questo che ci dà la chiave di lettura per conoscere alcuni ingranaggi del nostro presente. Zùccaro e Sale rappresenta un viaggio nelle storie accadute in una terra antica, selvaggia in cui le emozioni degli uomini si mescolano al profumo che emana la terra, quando il cielo soffia scuotendo le piante con i loro fiori. Emozioni e pulsioni primordiali si innalzano in ciascun personaggio, avvicinando ciascuno di noi alle loro interiorità perché sono quelle pulsioni che ci rendono simili unendoci in legami di fratellanza con essi. L'evoluzione spinge ancora una volta l'essere umano alla rivincita di se stesso: c'è chi parte non sottostando ad un codice di una società ormai obsoleta, c'è chi rimane accettando sommessamente ciò che il destino ha concesso, c'è chi si salva con l'amore, dentro al suo potere salvifico, e chi invece decide di abbandonare la vita stessa. Ci siamo tutti, con le nostre paure e le nostre gioie, le nostre sofferenze e le nostre colpe. E' un'opera che profuma di umanità; dobbiamo ritornare in quella terra che ci ospitò, prima ancora che quel nostro seme fosse ivi piantato: c'è chi scappa tagliando delle parti così importanti e dolorose di sé stesso. La sofferenza è il sale di queste storie, lo zucchero è il potere salvifico dell'amore che riempie l'anima. Due gusti, opposti ma estremamente importanti affinché, l'accostamento rappresenti l'esplosione dei sensi. La sofferenza e l'amore. Esplosione dei sensi. Peppino e Maria, Lena e Leonardo, Santina e Ninuzzo hanno parlato dando voce alle parti più intime dell'autrice: il cuore del lettore versa lacrime, e poi sorride, per poi rattristarsi ancora, per poi ridere ancora: un'altalena di emozioni che dura qualche ora mentre si salta rapidamente da una storia all'altra. Non riuscivo ad affezionarmi ad alcun personaggio; è un treno che va all'impazzata virando tra i vari personaggi finché non compresi che il vero scopo era quello di accedere non tanto nella quotidianità di questi attori che si dimenano sul palco della Calabria arida, bensì familiarizzare con le pulsione, emozioni, ironia, tristezza, risate, che si riunificano alla fine nella moltitudine unificata dell'"io" dell'autrice stessa.
    Lì mi sono affezionato ad Ilaria
    Ritrovando me stesso e ciò da cui sempre sono scappato
    Le mie sostanze elementari

    Soledad

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  5. Siamo moltitudini, cara Soledad, e con quella moltitudine interiore ci si fa buona compagnia! Accogliere anche la voce più sommessa è la vera scommessa e poi lasciar fluire la vita...che arriva da molto, molto lontano! Grazie per questo sentita riflessione a Zùccaro e Sale...mi ha emozionata!

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