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DATTERI D'ESTATE


Dove va a dormire la rondinella dopo aver osannato, con gemiti d'amore, la Vita?
Esausta,
dove troverà riparo?

Fai un nido qui, tra le mie scapole, piccolina,
rallenterò i battiti per cullarti come meriti e
farò silenzio tra miei pensieri di burro per
proteggere il tuo cuore di piume.

Gracidano le raganelle su invisibili balere di cemento,
l'aria odora di fiume e di conchiglie.
La felicità è l'idea che il fiume ha del mare.

I chiari di luna, da questo fulvo balcone di tegole, lo fanno sentire più vicino, quel mare!
S'agitano flussi e si gonfiano maree dentro al mio petto chiglia di nave.

Ho messo sulla mia lingua datteri dolcissimi, senza Natale, né luci d'abeti, una sera d'estate che scioglieva l'anima in goccioline di rugiada.
Ho sentito un sole antico generarmi una nuova ruga, qui dentro alla pancia.
E in quel solco ho piantato un seme viola.

Prenderò una tachipirina, stasera,
per domare il fuoco che mi fa sentire la voce del filo d'erba, schiacciato tra la ginestrella e il rosmarino che parla alla sua stella che brucia anni luce dal suo cuore fragile, come il mio.

    Le ciliegie. Frutto di stagione. Stasera.